di Federica Marengo mercoledì 30 agosto 2023
-Nella 545° giornata di guerra in Ucraina, sono proseguiti dalla nottata di ieri i raid missilistici russi su Kiev (le forze di Kiev avrebbero abbattuto 28 missili e 15 droni russi), che hanno causato la morte di 2 persone, numerosi feriti e incendi.
Per lo Stato Maggiore delle forze armate ucraine, si tratta del “peggiore attacco dalla primavera”, mentre il consigliere del Presidente ucraino, Zelensky, Podolyak, ha scritto su X(ex Twitter): “L’attacco combinato su larga scala di oggi della Russia con missili cruise e droni “Shahed” su Kiev è un attacco indiscutibilmente deliberato contro la popolazione civile. Si tratta di una vendetta per i crescenti incidenti che avvengono in Russia, per i fallimenti in prima linea per odio etnico e un tentativo di intimidazione psicologica. Per Podolyak si tratta di un atto di terrorismo dimostrativo, pensato, premeditato. La guerra si sta spostando sempre più verso il territorio della Russia, e non può essere fermata. Gli inviti a evitare qualsiasi attacco sul territorio legale della Russia appaiono strani e continuano a incoraggiare Mosca a continuare la sua aggressione. L’Ucraina si attiene rigorosamente all’obbligo di non utilizzare le armi dei suoi partner per colpire il territorio russo”.
Sotto attacco russo, poi, anche la regione di Sumy, dove una donna è rimasta uccisa, Odessa e la Crimea occupata, dove sono state udite delle esplosioni.
Riguardo ai recenti raid ucraini con droni, la portavoce del ministero degli Esteri russo, Zakharova, in un’intervista a radio Sputnik, ha affermato: “I tentativi dell’Ucraina di attaccare il territorio russo utilizzando i droni la scorsa notte dimostrano la assoluta inutilità della situazione in cui si trovano le autorità ucraine e l’agonia del regime di Kiev. Ovviamente, queste sono le agonie del regime di Kiev l’odio insensato, la malizia e la mancanza di qualsiasi prospettiva per il proprio sviluppo hanno generato questo tipo di attività terroristica. Hanno semplicemente esaurito le opzioni; è una dimostrazione di pura inutilità”.
Quanto alla liberazione da parte delle forze ucraine del villaggio di Robotyne, nella regione di Zaporizhzhia, il governatore della parte controllata dai russi della provincia di Zaporizhzhia, Yevgeny Balitsky, ha smentito che le forze ucraine lo abbiano riconquistato e che abbiano penetrato la prima linea di difesa russa. Ma il ministro degli Esteri ucraino, Kuleba , nel corso della conferenza degli ambasciatori francesi, ha dichiarato al riguardo: “La conquista di Robotyne, nella regione di Zaporizhzhia, apre la strada all’esercito ucraino verso Sud, anche in direzione della Crimea. Il lavoro di un gruppo delle forze armate ucraine ha permesso a un’intera brigata di attaccare Robotyne e di liberarla dopo settimane di assalti; dopo averne messo in sicurezza i fianchi, ci siamo aperti la strada verso Tokmak e, infine, Melitopol e il confine con la Crimea. In questo momento, le Forze armate dell’Ucraina continuano ad avanzare nella controffensiva anche se è estremamente difficile a causa del numero di campi minati e di fortificazioni che è senza precedenti. Droni, elicotteri e aerei russi dominano l’aria. Ma gradualmente ci stiamo riuscendo”.
Circa 4 dei 10 droni, lanciati sull’aeroporto russo di Pskov, sono stati intercettati e abbattuti dalle forze armate di Mosca , con il portavoce del Cremlino Peskov che, rispondendo alla domanda dei giornalisti ,se Mosca intenda reagire all’accaduto, ha risposto: “Non ho dubbi che i nostri esperti militari stiano lavorando su queste questioni proprio adesso, compresa la scoperta delle rotte e l’analisi di come sia stato fatto, al fine di adottare misure adeguate per prevenire tali situazioni in futuro”.
Le forze armate ucraine hanno poi colpito anche le regioni russe di Bryansk, Belgorod, Mosca, Oryol, Kaluga, Ryazan, Shebekino e Sebastopoli, dove è stato respinto dall’esercito russo un attacco con droni. Chiusi e riaperti, quindi, per via dei raid di Kiev, gli aeroporti russi di Domodedovo, di Unukovo e di Sheremetyevo.
Infine, il ministero della Difesa russo ha reso noto che le forze di Mosca hanno affondato 5 navi ucraine nel Mar Nero, che trasportavano fino a 50 uomini delle forze speciali.
Intanto, il Presidente ucraino Zelensky, in un’intervista all’emittente statale portoghese Rtp, ha dichiarato: “L’invito all’adesione alla Nato può essere fatto prima della fine della guerra. È difficile, ma penso che potrà avvicinare la fine della guerra. Tuttavia, non tutti hanno la stessa opinione e quindi ciò potrà avvenire solo dopo il conflitto. Per quanto riguarda l’adesione all’Ue, ci sono tutte le possibilità per avviare un dialogo sul futuro dell’Ucraina all’interno del blocco e per prendere una decisione entro l’anno. A partire dal prossimo anno inizieremo questo processo e tutto dipenderà dalla buona volontà o dalla volontà politica dei partner europei, dalla nostra volontà e dalle nostre possibilità. Sempre all’inizio del prossimo anno, speriamo che i caccia F-16 donati dagli alleati possano combattere in Ucraina, per un totale di 50 o 60, anche se non tutti saranno disponibili contemporaneamente. Per rendere il nostro Paese migliore e più sicuro”.
In merito, il Premier ungherese Orban, in un’intervista a Fox News, ha evidenziato che “L’adesione dell’Ucraina alla Nato è un pericolo” , che “vincere contro la Russia è impossibile” e che “L’ Occidente dovrebbe raggiungere un accordo con la Russia sulla nuova architettura di sicurezza, che garantisca la sicurezza e la sovranità dell’Ucraina, ma non la sua adesione alla Nato”.
Dichiarazioni, queste ultime, cui il Governo ucraino, tramite il portavoce del ministro degli Esteri, Nikolenko, ha così replicato: “Non sappiamo come vadano le cose in Ungheria, ma l’Ucraina non baratta i suoi territori o la sua sovranità. E non lo farà nemmeno il mondo. L’Ucraina ha già iniziato a preoccuparsi del fatto che Viktor Orban non abbia chiesto di fermare la fornitura di armi all’Ucraina e che legalizza l’aggressione della Russia”. Di più, abbiamo persino iniziato a dubitare della coerenza della posizione del primo ministro ungherese”.
Nel frattempo, gli USA hanno annunciato l’approvazione di un nuovo pacchetto di aiuti militari all’Ucraina e il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale Usa, John Kirby, in un punto stampa virtuale con un gruppo di giornalisti, ha rivelato: “Abbiamo informazioni fondate sul fatto che Vladimir Putin e Kim Jong-un stanno comunicando da mesi sulla fornitura di armi della Corea del Nord a Mosca e queste comunicazioni porteranno nelle prossime settimane all’invio da parte di Pyongyang di migliaia di munizioni e altri equipaggiamenti militari. Si tratta di munizioni d’artiglieria e di una grande varietà di altre armi. Il fatto che Vladimir Putin si rivolga alla Corea del Nord per nuove armi è un chiaro segno di debolezza, è evidente che le cose non stanno andando come voleva il leader del Cremlino. Continuiamo a monitorare con attenzione al situazione”.
L’Alto Rappresentante UE per la Politica Estera, Borrell, invece, a margine del Consiglio Ue informale dei ministri della difesa a Toledo, ha affermato: “Putin non è disposto a rinunciare alla sua aggressione all’Ucraina che ha quindi bisogno del nostro aiuto anche nella controffensiva. Abbiamo proposto un fondo per Kiev per assicurare aiuti militari: si tratta di 5 mila milioni di euro l’anno, non il nostro obiettivo, speriamo di spendere meno, ma il massimo del nostro sforzo. Quindi il programma di formazione dei militari ucraini: 25 mila soldati già formati. A fine ottobre ne addestreremo 30mila e l’obiettivo è 40mila entro l’anno. Sul fronte delle munizioni, Kiev ha bisogno di milioni di proiettili. Quindi sono stati già firmati tre contratti e dovremo andare avanti con accordi anche con commissioni da parte dei singoli stati membri. Rispetto alla morte di Prigozhin, sono sicuro che troveranno presto un sostituto alla guida della Wagner: è il braccio armato della Russia in Africa, sono mercenari assolutamente allineati a Mosca, al servizio di Putin. E in Africa non hanno certo la missione della pace”.
Proprio riguardo alla morte di Prigozhin, il portavoce del Cremlino, Peskov, ha affermato che: “L’incidente aereo in cui ha perso la vita il capo del Gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, e altre nove persone potrebbe essere stato causato deliberatamente. Dal momento che l’indagine non ha ancora prodotto alcun risultato, non posso darvi una formulazione precisa ma, ovviamente, sono state prese in considerazione diverse ragioni tra cui, diciamo, un crimine pianificato”.
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