di Federica Marengo giovedì 24 agosto 2023
-Nella 539° giornata di guerra in Ucraina, le notizie sui bombardamenti tra le parti russa e ucraina, sembrano cedere il passo a quelle relative alla morte, non ancora confermata, anche se i media ucraini parlano del rinvenimento del suo corpo, oltre a quello del suo cellulare, di Prigozhin, fondatore del gruppo paramilitare filo-russo Wagner e, di altre altre 9 persone, tra cui il suo braccio destro, Utkin, altri vertici della formazione militare privata e 3 membri dell’equipaggio, nello schianto del suo jet, avvenuto ieri mattina, sulla rotta tra Mosca e San Pietroburgo.
Anche una fonte della stessa Wagner, poi, avrebbe confermato all’emittente Al-Jazeera, la presenza a bordo del jet di Prigozhin. Proprio la brigata Wagner, nelle ultime ore, ha lanciato via Telegram un messaggio ai combattenti invitandoli a “Non fare stupidaggini e a non cadere preda delle emozioni”, in quanto sul canale dello stesso social, ritenuto vicino al gruppo di mercenari, è stato pubblicato un messaggio secondo cui Prigozhin sarebbe stato ucciso dai “traditori della Patria”.
Secondo gli analisti dell’Istituto per lo studio della guerra, sarebbe stato “il dittatore russo Putin a ordinare al comando militare di abbattere l’aereo del leader di Wagner, Prigozhin, cercando così di restaurare pubblicamente il suo “dominio” e vendicare l’umiliazione dopo l’ammutinamento dei mercenari del 24 giugno”, così come per il Presidente USA, Biden, che, parlando ai giornalisti nella cittadina di South Lake Tahoe, nella contea di El Dorado, in California, dove si trova in vacanza con la famiglia, e , annunciando nuove sanzioni alla Russia per la deportazione dei bambini, ha dichiarato: “Non sono sorpreso dalla notizia che Prigozhin, il capo del gruppo mercenario Wagner, sia morto in un incidente aereo in Russia. Non so per certo cosa sia successo, ma non mi sorprende. Non ci sono molte cose che accadono in Russia che non abbiano dietro la mano di Putin. Però non ne so abbastanza per avere una risposta”.
Per l’intelligence USA, poi, in merito alle cause dello schianto del jet privato, è più probabile si sia trattato di una bomba a bordo o di un sabotaggio che di un missile terra-aria, tesi riportata anche dal New York Times, che cita funzionari occidentali.
Più caute, invece, le posizioni di Francia e Germania, che hanno espresso dubbi sulle condizioni dell’incidente aereo , invitando a non trarre conclusioni affrettate, mentre il portavoce della Commissione UE, Stano, ha dichiarato: “Non sta a noi verificare e quindi speculare sulle possibili conseguenze della morte del capo della Wagner Yevgeny Prigozhin. Come tante altre cose in Russia, è molto difficile per noi verificarlo. Sappiamo tutti cos’erano le precauzioni, cos’era Wagner, cosa avrebbero dovuto fare, cosa stanno facendo non solo in Bielorussia ma in tutto il mondo, nei Paesi africani, in Siria, Libia, eccetera. C’è stata una chiara influenza negativa e azioni negative condotte da loro, ma per quanto riguarda la sua possibile morte” .
Il Presidente ucraino Zelensky, che oggi ha incontrato a Kiev il Presidente della Lituania, Gitanas Nauseda e il Premier portoghese de Sousa, attribuendo la morte di Prigozhin al Presidente russo Putin, ha sottolineato l’estraneità di Kiev alla vicenda, evidenziandone l’aspetto positivo per l’Ucraina e, dichiarando: “L’Ucraina non ha nulla a che fare con la morte di Prigozhin. Non abbiamo niente a che fare con questo. Tutti si rendono conto di chi c’entra”, riecheggiato dal suo consigliere Podolyak, che, ai microfoni di Rainews 24, ha detto: “Wagner ha smesso di esistere il 24 giugno, era solo questione di tempo, non esiste più. I mercenari in Bielorussia erano pochi e stanno lasciando il paese, altri vertici dell’organizzazione saranno presto eliminare. Non li vedremo più né in Bielorussia, né in Africa e nemmeno in Ucraina, Putin ora vuole solo trincerarsi nelle zone occupate, per quello bastano i mobilitati. Rispetto alle prospettive della guerra, un cessate il fuoco è il sogno di Putin, perché gli permetterebbe di congelare la guerra, di renderla meno intensiva, di rimanere sulla linea del fronte dei territori occupati e di continuare a utilizzare questi territori. E questo ovviamente significherebbe che l’Ucraina avrà perso completamente perché la questione chiave per Putin è non perdere la guerra. Cosa significa non perdere la guerra?”, significa che la Russia rimane sui territori occupati, dopodiché Putin potrà investire nella sfera miliare del proprio Paese per continuare ad attaccare l’Ucraina, che diventerebbe una specie di zona grigia. Quindi l’Ucraina in questo caso perderebbe. La Russia vuole annientare lo Stato ucraino, quindi il congelamento della guerra significherebbe la sconfitta dell’Ucraina. Putin non giocherà secondo le regole e finché rimarrà sul nostro territorio non farà altro che annientarci. Kiev si aspetta che il sostegno degli Stati Uniti all’Ucraina rimarrà invariato, indipendentemente dal risultato delle prossime elezioni. Ovviamente, gli eventi politici dei Paesi alleati avranno un impatto, ma non ho dubbi che il sostegno verso l’Ucraina comunque rimarrà invariato perché non si tratta della politica in questa guerra, non si tratta del sostegno dell’Ucraina solo per l’Ucraina. La questione è se il sistema della democrazia è in grado di difendere i propri valori… Se noi vogliamo vivere in un mondo stabile, dove ci sono i diritti, dove ci sono le regole, allora la Russia deve essere sconfitta e quindi deve essere trasformata politicamente. Io vorrei chiedere: ‘Se il criminale di guerra rimasse impunito, perché dovrebbe cambiare il proprio atteggiamento e non minacciare altri Paesi e occupare altri Paesi?’. Per questo qualsiasi partito politico che può vincere le elezioni, anche in America, comunque darà il pieno sostegno all’Ucraina, perché è una questione di diritto internazionale e di sopravvivenza della democrazia”.
Per il Presidente della Lituania, Gitanas Nauseda, “La morte di Prigozhin, se verrà effettivamente confermata, non cambia molto la situazione. Quanto accaduto dimostra che il regime sta entrando in una nuova fase, ma di sicuro non migliora la nostra sicurezza”. Il nostro compito”, ha continuato, “è proteggere la sicurezza dei nostri confini, dimostrando prontezza e coordinazione con i nostri alleati”, seguito dall’ambasciatore di Lettonia a Kiev, Ilgvars Klava, che ha affermato che “Il compito principale su cui tutti dobbiamo concentrarci è la vittoria dell’Ucraina e la conclusione del conflitto. La morte di Prigozhin può avere un potente impatto psicologico”, ha detto ancora l’ambasciatore, ma esso cambia minimamente le carte in tavola”.
Intanto, sul fronte dei combattimenti, nel giorno della Festa nazionale dell’Indipendenza dell’Ucraina dall’Unione Sovietica, avvenuta nel 1991, salutata dallo stesso Presidente Zelensky come “La giornata dei liberi, dei forti e dei dignitosi. Il giorno degli uguali. Uomini e donne ucraini, che lottano per un’Ucraina indipendente”, dalla Presidente della Commissione UE, von der Leyen e da Palazzo Chigi, che, per l’occasione e , per manifestare solidarietà per l’aggressione militare subita dal popolo ucraino, illuminerà fino all’alba del 25 agosto la facciata principale del Palazzo, prospiciente piazza Colonna con i colori della bandiera ucraina, il rappresentante dell’intelligence militare ucraina (Gur), Andriy Yusov, ha reso noto in un’intervista all’emittente statale Suspilne, che un’unità dell’intelligence ucraina, in collaborazione con la Marina militare, è sbarcata questa mattina nella Crimea occupata ,nell’ambito di un’operazione speciale, andata a buon fine, nella quale non vi sarebbero state vittime, e che si sarebbe conclusa con la perdita di uomini e mezzi della Russia.
Sotto attacco russo, invece, Dnipro, dove 7 persone sono rimaste ferite e Kiev, dove sono state udite alcune esplosioni.
Quanto al Cremlino, nessun commento è stato rilasciato sulla presunta morte di Prigozhin, e il Presidente Putin , intervenuto in videocollegamento al 15° summit dei Paesi Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica), svoltosi a Johannesburg, senza fare alcun riferimento in merito nel suo discorso , incentrato sulle potenzialità del formato della piattaforma dei suddetti Paesi e al suo allargamento ad altri, solo più tardi ha commentato l’accaduto, dichiarando: “Prigozhin ,un uomo dal destino difficile”.
Nella conferenza stampa finale del vertice Brics in cui è stata presentata la dichiarazione congiunta di tali Paesi, il Presidente del Sudafrica , Ramphosa, ha annunciato che dal 1° gennaio 2024 faranno il loro ingresso nella piattaforma altri 6 Paesi: Iran, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Argentina, Egitto ed Etiopia e che , si sostiene la necessità di incoraggiare l’uso della moneta locale di questi stessi Paesi. Inoltre, sempre nella dichiarazione finale, i Paesi Brics, si sono detti a favore della risoluzione pacifica del conflitto in Ucraina attraverso il dialogo e la diplomazia, compresa l’iniziativa degli Stati africani, accompagnando al documento una serie di proposte di mediazione.
A margine del suddetto summit, poi, il ministro degli Esteri russo, Lavrov, ha incontrato il segretario generale dell’Onu, Guterres, con cui ha discusso della questione delle esportazioni del grano dai porti ucraini, dopo l’uscita dall’accordo, mediato dalla stessa Onu e dalla Turchia, e il mancato rinnovo da parte della Russia.
Per Lavrov: “Le proposte dell’Onu, avanzate a maggio e all’inizio di giugno, prevedevano che la Russia rispettasse la sua parte degli accordi di Istanbul, ma in cambio l’Occidente si è limitato a promettere di avviare un dialogo sull’adempimento delle richieste della Russia, compresa la ritorno della Rosselkhozbank nel sistema Swift”.
Lo stesso Lavrov ha dichiarato ai media al termine del summit Brics: “Le ambizioni dell’Occidente di sconfiggere strategicamente Mosca hanno forzato la Russia ad andare avanti sul campo di battaglia, piuttosto che attraverso i canali diplomatici. Loro ,gli occidentali, dicono: ‘Dobbiamo sconfiggere la Russia sul campo di battaglia, infliggerle una sconfitta strategica sul campo di battaglia’. Bene, allora faremo il nostro lavoro sul campo di battaglia, piuttosto che diplomaticamente. La Russia è sempre aperta al dialogo, ma noi non inviteremo chicchessia a negoziare quando ci imbatteremo in brutali ultimatum, persone maleducate, ricatti o minacce”.
Infine, secondo l’agenzia Tass, che cita una fonte diplomatica in Turchia, l’incontro fra il Presidente russo Putin e quello turco Erdogan non si terrà in Turchia, ma in Russia, a Sochi, il prossimo 4 settembre. Il quotidiano turco Milliyet ha reso noto che il ministro degli Esteri turco Fidan si recherà sia a Kiev che a Mosca a settembre, dove avrà colloqui sulla ripresa dell’accordo sul grano.
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