di Federica Marengo lunedì 24 luglio 2023
-Nella 508° giornata di guerra in Ucraina, dopo il raid russo su Odessa, che nella notte del 23 luglio ha causato la morte di 2 persone, il ferimento di altre 22 e la distruzione della Cattedrale ortodossa della Trasfigurazione (Mosca, però, nega di aver colpito l’edificio religioso), condannata da tutti gli alleati di Kiev, l’intelligence militare ucraina ha attaccato all’alba di quest’oggi con droni la capitale della Russia, Mosca e un deposito di munizioni in Crimea, rivendicando l’azione. Infatti, il portavoce degli 007 di Kiev ha dichiarato: “Gli attacchi con droni a Mosca e in Crimea sono la prova che il regime di Putin non è in grado di controllare completamente il cielo, neanche per la protezione delle sue strutture più importanti. Questi attacchi continueranno e aumenteranno di portata”.
Immediata, la reazione del Cremlino, con il portavoce, Peskov, che ha definito l’atto “terroristico” , seguito dalla portavoce del ministero degli Esteri russo, Zakharova, che ha dichiarato: “La Russia si riserva il diritto di adottare severe misure di ritorsione dopo gli attacchi di Kiev in Crimea e il lancio di droni su Mosca. Dietro le azioni sfacciate dei neonazisti ucraini si nasconde l’obiettivo dell’Occidente di aggravare ulteriormente la situazione”.
L’ ex Presidente russo e attuale vicepresidente del Consiglio nazionale russo di Sicurezza, Medvedev, invece, in un messaggio su Telegram, ha sottolineato che: “L’esercito ucraino sceglie sempre più spesso obiettivi civili e pacifici per i loro scellerati attacchi. Tutti devono essere preparati a questo. E dobbiamo scegliere obiettivi non convenzionali per i nostri attacchi. Non solo strutture di stoccaggio, hub energetici e depositi di petrolio. Ci sono altri luoghi in cui non siamo ancora attesi. E dove l’effetto sarà molto significativo”.
Sempre fra la notte e l’alba di oggi, poi, le forze armate russe hanno attaccato nuovamente Odessa, distruggendo con i droni un’infrastruttura portuale con un capannone di grano. Da ciò, il Presidente ucraino Zelensky, che su Twitter ha ricordato come dall’inizio della guerra siano trascorsi un anno e 5 mesi, ribadendo che “non vi è alcuna alternativa alla guerra se non la completa liberazione”, ha chiesto agli alleati più sistemi di difesa antiaerea.
Il ministro degli Esteri ucraino, Kuleba, invece, soffermandosi sugli attacchi russi al porto di Odessa e sulla distruzione di tonnellate di grano a partire dall’ufficializzazione da parte di Mosca della sua uscita dall’accordo sulle esportazioni ucraine, mediato da Turchia e Onu, ha scritto su Twitter: “Nella notte, la Russia ha colpito un altro deposito di grano ucraino. Cerca di estorcere concessioni tenendo in ostaggio 400 milioni di persone. Esorto tutti i Paesi, in particolare quelli in Africa e Asia che sono i più colpiti dall’aumento dei prezzi dei beni alimentari, a mettere insieme una risposta globale unita al terrorismo alimentare”.
A tal proposito, secondo il quotidiano Hurriyet, che ha citato proprie fonti, il Presidente turco Erdogan avrebbe intenzione di discutere oggi con il suo governo dei prossimi colloqui con il suo omologo russo Putin, che dovrebbe recarsi in visita in Turchia ad agosto, incentrati sull'”accordo sul grano” tra la Russia e l’Ucraina.
Intanto, con l’acuirsi delle tensioni tra Russia e Ucraina dopo il bombardamento della città di Odessa sul Mar Nero, si registra un forte aumento dei prezzi del grano. Il prezzo del grano tenero, infatti, è salito del 5,66% a 737 dollari per unità contrattuale da 5mila staia, mentre quello del grano duro è salito del 4,1% a 895,50 dollari. In entrambi i casi, si tratta di valori elevati, ma inferiori ai massimi toccati lo scorso 26 giugno a 770,25 dollari per il grano tenero e lo scorso 17 maggio a 902 dollari per il grano duro.
Quindi, alla luce di tale scenario, la Presidente del Consiglio Meloni, così come il Vicepremier e ministro degli Esteri, Tajani, nell’intervento con cui ha aperto il vertice Fao a Roma sui Sistemi Alimentari, ha esortato la Russia a “rivedere la sua decisione sul grano”, evidenziando: “Mentre lavoriamo per superare l’impatto della pandemia e ricostruire i flussi commerciali globali, la guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina ha sconvolto i prezzi globali dell’energia e ha contribuito a scatenare ondate di inflazione in tutto il mondo a spese delle nazioni più vulnerabili soprattutto nel Sud globale. La guerra ha esacerbato problemi vecchi e nuovi a cominciare proprio dalla sicurezza alimentare in molte nazioni africane già messe a dura prova da lunghi periodi di siccità e condizioni climatiche avverse che ora sono sempre più deboli e preda del terrorismo. La guerra ha avuto un forte impatto sulla distribuzione del grano in tutto il mondo e la recente decisione della Russia di interrompere l’iniziativa per il grano nel Mar Nero sta ulteriormente aggravando la crisi della sicurezza alimentare globale. Noi continueremo a sostenere tutti gli sforzi per la ripresa di questa importante iniziativa e esortiamo la Russia a riconsiderare la sua decisione”.
Nel pomeriggio, poi, il capo dell’amministrazione regionale, Oleh Kiper, citato dalla Bbc, ha reso noto su Telegram che “La Russia ha attaccato con droni iraniani infrastrutture di stoccaggio del grano nei porti fluviali di Reni e Izmail sul Danubio, al confine tra l’oblast di Odessa e la Romania, ferendo 4 persone”, ovvero la rotta terrestre per l’esportazione di cereali ucraini, cruciale dopo il ritiro russo dall’accordo per il passaggio sicuro nel mar Nero.
L’attacco , che mette a rischio la sicurezza alimentare globale, è stato confermato e condannato in un messaggio su Twitter dal Presidente romeno Klaus Yohannis.
Sul fronte dei combattimenti, il Ministero della Difesa ucraino ha fatto sapere che, in una settimana, sono stati liberati dall’occupazione russa 16 chilometri quadrati di territorio, di cui 12 nel Sud del Paese, e 4 in direzione di Bakhmut e che l’addestramento agli F-16 per i militari ucraini inizierà ad agosto.
Tuttavia, secondo il capo della Commissione statale ucraina per la regolamentazione dell’energia atomica, Oleh Korikov, citato da Unian, il livello di militarizzazione della centrale nucleare di Zaporizhzia sarebbe aumentato in modo significativo e i russi starebbero anche impedendo agli operatori dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) di controllare tutti i sistemi e le apparecchiature importanti per la sicurezza dell’impianto. Sempre secondo Korikov , “tra le richieste di controllo presentate da Aiea e le ispezioni vere e proprie può passare molto tempo. E questo, potrebbe consentire ai russi di apportare modifiche in grado di fuorviare gli ispettori dell’Aiea”.
Un movimento di forze russe sarebbe stato poi registrato anche a Mariupol, in direzione di Berdyansk.
Nel campo russo, invece, un attacco ucraino a Kherson avrebbe causato la morte di un civile.
In merito all’incontro tra il Presidente russo Putin e il suo omologo bielorusso, Lukashenko, svoltosi lo scorso 23 luglio, l’Istituto per lo studio della guerra, nel suo ultimo rapporto, ha sostenuto che il numero uno del Cremlino avrebbe rivelato a Lukashenko delle sue “fastidio per potenziali minacce del gruppo di mercenari Wagner, che vorrebbero marciare su Varsavia”. Ma , il portavoce delle guardie di frontiera ucraine, Andriy Demchenko, ha dichiarato alla tv ucraina che la situazione al confine con la Bielorussia “resta sotto controllo” e che esclude che in Bielorussia siano in corso manovre militari o del Gruppo Wagner che possano incidere sulla sicurezza del Paese.
Infine, in ambito diplomatico, il Segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, che ieri ha celebrato la Messa conclusiva al convegno, che si è tenuto in questi giorni nel monastero dei Camaldolesi, in occasione degli ottant’anni del Codice di Camaldoli, nel corso delle celebrazioni, secondo quanto riferito da Vatican News, avrebbe affermato che: “Sebbene oggi, il contesto storico ed ecclesiale sia mutato, il timore per una inopinata guerra nel cuore dell’Europa è forte tanto che, sembra voler ravvivare macabre nostalgie totalitarie”.
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