di Federica Marengo lunedì 3 luglio 2023
-Nella 488° giornata di guerra in Ucraina, i media russi , dopo il tentativo fallito di rivolta ,sono tornati a parlare del capo del gruppo paramilitare filorusso Wagner, Prigozhin. Secondo il Moscow Times, quest’ultimo, sarebbe “andato fuori di testa a causa dei grandi soldi fatti in questi anni”. Per questo, pensava di “poter sfidare personalmente il ministero della Difesa , lo Stato stesso e il Presidente”.
Intanto, proprio a proposito di Prigozhin, di cui ancora non si sa nulla , neppure dove i trovi, un canale, vicino alla Wagner, avrebbe pubblicato un audio in cui si udirebbe la sua voce promettere “nuove vittorie al fronte prossimo” per la sua compagnia.
Dopo una settimana, poi, è tornato a farsi sentire anche il ministro della Difesa russo, Shoigu, che, commentando per la prima volta dal tentativo di ammutinamento della Wagner, l’accaduto, ha dichiarato: “I piani per destabilizzare la Russia sono falliti perché le forze armate hanno mostrato fedeltà al loro giuramento e ai loro doveri”, per poi affermare che “finora negli attacchi sono stati distrutti da Mosca 16 carri armati Leopard provenienti da Polonia e Portogallo”.
Il Vicepresidente del Consiglio di Sicurezza ed ex Presidente russo, Medvedev, poi, ha nuovamente agitato lo spettro del disastro nucleare, in un messaggio su Telegram, in cui ha scritto: “Noterò una cosa che i politici di ogni genere non amano ammettere: un’apocalisse nucleare non è solo possibile, ma anche abbastanza probabile. Ci sono almeno due ragioni che avvicinano la guerra nucleare. “Primo: lo scontro è molto peggiore rispetto a quello della crisi dei missili di Cuba, perché i nostri avversari hanno deciso di sconfiggere la più grande potenza nucleare: la Russia. Sono, senza dubbio, degli idioti squinternati, ma è proprio così. La seconda ragione è piuttosto banale: le armi nucleari sono già state utilizzate da qualcuno, il che significa che non sono un tabù”.
Il governo russo, invece, tramite il Vice primo ministro Novax, ha annunciato che ad agosto la Russia ridurrà volontariamente le sue esportazioni di petrolio di 500 mila barili al giorno, mentre il Cremlino, con il portavoce, Peskov, riguardo al rinnovo dell’accordo sulle esportazioni di grano dai porti ucraini, mediato da Onu e Turchia e ,in scadenza il 18 luglio, ha fatto sapere che “non vi sono troppe speranze che quest’ultimo venga prorogato”, in quanto: “Per adempiere al Memorandum d’intesa, devono essere soddisfatte diverse condizioni, tra cui la riammissione della Banca agricola russa (Rosselkhozbank) al sistema di pagamento bancario internazionale con sede in Belgio, SWIFT. Finora non abbiamo nulla da riferire sull’attuazione di quella parte dell’accordo che riguardava la parte russa. Per il momento, dichiariamo che questa parte degli accordi non è ancora rispettata. C’è ancora tempo per la scadenza del termine, ma non c’è molta speranza”.
Il Presidente ucraino Zelensky, invece,dapprima in un messaggio su Telegram e poi in un’intervista alla Cnn, ha spiegato: “La scorsa settimana è stata difficile in prima linea. Ma stiamo facendo progressi. Stiamo andando avanti, passo dopo passo!. Ringrazio tutti coloro che stanno difendendo l’Ucraina, tutti coloro che stanno conducendo questa guerra per la vittoria dell’Ucraina! Gloria ai nostri eroi!. La guerra in Ucraina non finirà finché la Crimea sarà occupata dalla Russia. Non possiamo immaginare l’Ucraina senza la Crimea. E mentre la Crimea resta sotto l’occupazione russa, significa solo una cosa: la guerra non è ancora finita.. Se dovesse esserci uno scenario di pace senza la Crimea, allora non sarà la vittoria. La risposta di Vladimir Putin alla ribellione armata di Wagner è stata “debole” e il presidente russo sta perdendo il controllo sul proprio popolo. Vediamo la reazione di Putin. È debole. In primo luogo, vediamo che non controlla tutto. Il fatto che Wagner si sia mossa in profondità in Russia e abbia preso alcune regioni mostra quanto sia facile farlo. Putin non controlla la situazione nelle regioni. Tutto il potere che aveva si sta sgretolando ,metà della Russia ha espresso sostegno al capo dei Wagner e all’ammutinamento del gruppo di mercenari”.
In un’intervista al quotidiano Bild, invece, il consigliere di Zelensky, Podplyak, ha affermato: “ll Presidente russo Vladimir Putin potrebbe aver già dato l’ordine di uccidere il capo del gruppo di mercenari Wagner, Yevgeny Prigozhin. La reputazione di Putin è quella di tenere tutti nella paura. È quindi una questione personale per lui distruggere Prigozhin il prima possibile. Prigozhin è già stato esposto a notevoli rischi per la propria incolumità e che questi non faranno che aumentare. Il consigliere presidenziale ucraino si è poi detto convinto che la rivolta di Prigozhin abbia dimostrato che Putin non ha sotto controllo certi processi. In 24 ore lo ha reso un presidente debole, il che avrà un grande impatto sul futuro di Putin. Il capo della Wagner al momento si sta spostando tra San Pietroburgo e Minsk, alla ricerca di un posto per sé”.
A Kiev, nel frattempo, ad un anno e mezzo dallo scoppio della guerra in Ucraina, Eurojust, l’unità di cooperazione giudiziaria dell’Ue, ha inaugurato all’Aja il Centro internazionale per il perseguimento del crimine di aggressione contro l’Ucraina (Icpa). Fatto, quest’ultimo, così commentato dal procuratore capo dell’Ucraina Andriy Kostin: “Il giorno tanto atteso è arrivato: l’Icpa inizia ufficialmente i lavori! Questo è l’inizio della fine dell’impunità per il reato di aggressione. Da oggi i pubblici ministeri ucraini lavoreranno all’Aja. Il centro è di particolare importanza per l’Ucraina: è un chiaro segnale che il mondo è unito e risoluto nel ritenere il regime russo responsabile di tutti i suoi crimini: il crimine di aggressione, genocidio e crimini di guerra. Sfortunatamente, c’è una lacuna nell’architettura della giustizia penale internazionale per quanto riguarda la responsabilità per il crimine di aggressione. L’Icpa sarà uno degli elementi che rafforzeranno i meccanismi legali per il divieto di aggressione, completeranno e rafforzeranno questa architettura. Siamo sinceramente grati a ciascuno dei partner che hanno contribuito alla creazione del Centro. Sono fermamente convinto che insieme riusciremo a ristabilire la giustizia. Ciò significa l’inevitabile punizione dell’aggressore: la Russia, che ha scatenato la guerra più sanguinosa in Europa e continua a violare ogni giorno il diritto internazionale ei diritti umani”.
Quanto alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, dopo l’allarme lanciato dal Presidente Zelensky, riguardo a una possibile esplosione provocata da Mosca, il generale Valerii Zaluzhnyi, comandante in capo delle forze armate ucraine, ha visitato l’impianto di Rivne per uno “scambio di informazioni” su possibili scenari e rischi. Qui, accompagnato dal capo dello staff, Serhii Shaptala, ha incontrato il capo della compagnia statale ucraina per l’energia atomica Energoatom, Petro Kotin, e il direttore dell’impianto di Rivne, Pavlo Kovtoniuk, con cui ha concordato una stretta collaborazione per “rispondere a determinate situazioni in modo tempestivo”.
Il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), Grossi, ha dichiarato al riguardo che: “La centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia è stata ricollegata alla sua unica linea elettrica di riserva disponibile a quattro mesi dai danni subiti, ma la situazione energetica del sito rimane estremamente vulnerabile durante il conflitto militare in corso. Il collegamento della centrale all’unica linea elettrica rimanente da 330 kilovolt (kV) , su sei di tali linee di riserva prima del conflitto , è stato interrotto il 1° marzo a causa dei danni subiti dall’altra parte del fiume Dnipro e ripristinato la sera del 1 luglio. I lavori per riallacciare l’elettrodotto erano stati ostacolati dalla difficile situazione della sicurezza nella regione meridionale”.
In ambito Nato, invece, il vicecapo di Stato maggiore operativo di SHAPE, il maggior generale Matthew Van Wagenen, riguardo al pericolo di un incidente nucleare alla centrale di Zaporizhzhia, ha detto: “La Nato “ha in vigore dei piani”, anche se “non specifici su Zaporizhzhia, per “reagire” a un incidente nucleare nel caso in cui i russi dovessero condurre una provocazione”, mentre il Presidente del Comitato militare della Nato, l’ammiraglio Rob Bauer, ha detto: “All’inizio del conflitto abbiamo avuto una buona intelligence sull’ammassamento delle truppe russe e sono fiducioso che saremmo in grado di vedere cosa sta per accadere a Zaporizhzhia e reagire in tempo utile”.
Sul campo, nella notte scorsa si sono registrati raid russi sulla capitale Kiev, sulla regione di Donetsk e a Kherson, dove vi sono stati dei feriti. Tuttavia, la viceministra della Difesa ucraina Malyar, in un aggiornamento su Telegram, ha fatto sapere che: “Nell’ultima settimana, le forze ucraine hanno liberato in totale più di 37 chilometri quadrati a est e sud del Paese. Nell’ultima settimana, a seguito del miglioramento della posizione operativa (tattica) e dell’allineamento della linea del fronte, l’area liberata è stata aumentata di 9 km quadrati a est, ha scritto Malyar. Nello stesso periodo, a sud i territori liberati sono aumentati di 28,4 km quadrati. In totale, l’area sgomberata nel sud è di 158,4 km quadrati”.
Dai territori occupati dai russi, infine, l’ex ufficiale della milizia popolare della repubblica di Luhansk, Marochko, ha riferito all’agenzia Tass che: “La scorsa settimana i militari russi hanno respinto 56 attacchi delle forze armate dell’Ucraina in direzione di Luhansk. In particolare, l’esercito russo ha eliminato circa 3mila soldati ucraini e mercenari stranieri, nonché hanno impedito gli attacchi di 14 gruppi di sabotaggio ucraini sul fronte di Luhansk”.
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