di Federica Marengo lunedì 27 marzo 2023
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Nella 396° giornata di guerra in Ucraina, Kiev ha risposto alle dichiarazioni delle ultime ore del Presidente russo Putin nelle quali, annunciando il dispiegamento in Bielorussia di armi nucleari tattiche, quest’ultimo ha paragonato l’alleanza Nato all’Asse della Germania nazista e ha attaccato l’Occidente per aver superato tutte le lienee rosse con l’invio di armi a Kiev.
L’ambasciatore straordinario e plenipotenziario d’Ucraina nella Repubblica italiana, Melnyk, infatti, ha confermato la richiesta da parte di Kiev della riunione di un Consiglio di sicurezza dell’ONU sulla minacaccia con armamenti nucleari.
Per la Nato, invece, quella di Mosca è “una retorica nucleare pericolosa e irresponsabile”,mentre il Presidente USA, Biden, ha lanciato il secondo summit per la democrazia aperto a 120 Paesei tra cui l’Italia, che sarà rappresentata dal Vicepremier e ministro degli Esteri Tajani, che dedicherà un focus alla guerra in Ucraina, e l’Alto rappresentante per la Politica estera Borrell, ha parlato di “minaccia alla sicurezza europea”.
In merito, il ministro degli Esteri cinese, Mao Ning, ha sottolineato l’importanza di concentrarsi sugli sforzi per arrivare a una soluzione pacifica del conflitto in Ucraina e per promuovere congiuntamente il rilassamento della situazione”.
Proprio a Pechino, si recherà la settimana prossima, insieme con il Presidente francese Macron, la Presidente della Commissione UE von der Leyen, che , prima di partire, terrà un discorso sui rapporti tra la UE e la Cina ad un incontro organizzato dal Mercator Institute for China Studies e dallo European Policy Centre.
Il Presidente del Consiglio UE, Michel,invece, a margine dell’incontro in Romania con il Presidente Iohannis, tornando sui rischi di destabilizzionen da parte della Russia della Moldavia, ha dichiarato: ” Condanniamo con forza i tentativi russi di destabilizzare la Moldavia ed è dunque importante lanciare la missione europea di sicurezza il prima possibile. Al Consiglio abbiamo lanciato un messaggio di solidarietà alla Moldavia , con un pacchetto di aiuti da attuare entro l’estate e mostra il nostro sostegno incrollabile”.
Tuttavia, il portavoce del Cremlino Peskov, ha ribadito che la Russia procederà con i piani di dispiegamento di armi nucleari tattiche in Bielorussia indipendentemente dalla reazione dell’Occidente (il Presidente Putin, infatti, incontrerà l’omologo bielorusso Lukashenko il 6 aprile per presiedere una riuonine del Consiglio supremo dello Stato dell’Unione) , seguito dal segretario del Consiglio di Sicurezza della Federazione russa, Patrushev, che, in un’intervista a Rossiyskaya Gazeta, ha detto che “la Nato è parte del conflitto in Ucraina e non nasconde il suo obiettivo principale : la sconfitta della Russia e il suo ulteriore smembramento”. Inoltre, sempre Patrushev, ha affermato che “La Russia è paziente e non intimidisce nessuno con un vantaggio militare. Ma possiede armi moderne e uniche in grado di distruggere, in caso di minaccia alla sua esistenza, qualsiasi avversario, compresi gli Stati Uniti”.
Intanto, la Banca Centrale Europea ha reso noto un focus sui flussi del petrolio russo, secondo cui le sanzioni contro Mosca sull’export di petrolio hanno “inizialmente portato a un notevole calo delle esportazioni russe di greggio via mare, ma da allora i volumi si sono ripresi e, nel complesso, sono “in media rimasti praticamente invariati rispetto ai livelli pre-embargo di novembre 2022, grazie all’ulteriore reindirizzamento verso i Paesi che non sanzionano, e ora sono praticamente tornate come prima. Sui prodotti raffinati, invece, il reindirizzamento non sembra funzionare: dal 5 febbraio, data d’inizio dell’embargo europeo, c’è stato un calo del 3%, per ora limitato ma più difficile da arginare perché Paesi come Cina e India, che hanno accolto volentieri il greggio, non sono interessati ai raffinati essendo loro stessi grandi produttori”.
A tal propisito, il ministro degli Esteri russo, Lavrov, ha dichiarato: “I Paesi dell’Occidente hanno compiuto sforzi titanici per isolare la Russia, ma questi tentativi non hanno avuto successo. Nonostante gli sforzi titanici dei nostri nemici, i loro tentativi di isolare la Russia nell’arena internazionale sono falliti. Ciò è riconosciuto, anche se a denti stretti, dai rappresentanti dei circoli dominanti di Paesi ostili”.
I media ucraini però hanno diffuso un audio in cui si sentirebbero alcuni oligarchi russi e il capo delle milizie Wagner, Prigozhin, criticare il Pesidente Putin , accusandolo di “aver seppellito la Russia”. La notizia circa un coinvolgomento di quest’ultimo è stata smentita dallo stesso Prigozhin.
A Kiev,invece, il Presidente ucraino Zelensky ha visitato il fronte a Zaporizhzhia e , più tardi, ha incontrato il direttore dell’Agenzia Internazionale per l’energia atomica AIEA, Grossi, con cui si è recato presso la centrale idroelettrica del Dniper, parte essenziale del sistema che sostiene la sicurezza nucleare dell’impianto, mostrandogli i danni subuiti di recente (Grossi visiterà in settimana la centrale nucleare).
Il direttore dell’Aiea, Grossi, si è detto “preoccupato dalla situzione della centrale di Zaporizhzhia, che non sembra migliorare” e ha evidenziato come “la situazione rimanga tesa a causa della militarizzazione dell’area circostante e del recente blackout dell’impianto”.
Sul fronte dei combattimenti, secondo lo Stato Maggiore dell’Ucraina, nelle ultime 24ore le forze armate ucraine avrebbero respinto oltre 60 attacchi russi, concentratisi sulle regioni di Kharkiv, Donetsk, Sloviansk, dove sono rimaste uccise 2 persone e ferite 29, Lyman, Bakhmut, Avdiivka e Marinka, mentre ,mentre , secondo i media ucraini, la regione di Zaporizhzhia sarebbe stata bombardata 14 volte.
Le forze ucraine invece avrebbero fatto esplodere un drone a Kireyevsk, nella regione di Tula e avrebbero colpito Mariupol, facendo esplodere l’auto di un comandante russo, e Melitopol.
Infine, secondo quotidiano Der Spiegel, i 18 carri armati Leopard 2 promessi dal governo federale tedesco sarebbero arrivati in Ucraina, mentre, secondo i media del Regno Unito, gli equipaggi ucraini addestrati in loco per utilizzare i carri armati Challenger2 ,in vista di una possibile offensiva di primavera contro i russi, sarebbero tornati in Ucraina.
Quanto alla politica estera e interna italiana, il Governo è alle prese con l’emergenza immigrazione, alla luce dei quasi 2500 arrivi a Lampedusa ,che hanno portato l’hotspot al collasso e dei continui sbarchi, due nel fine settimana: 190 migranti portati in salvo dalla nave Geo Barents e fatti sbarcare al porto di Bari e i 650 migranti provenienti dalla Tunisia arrivati stanotte a bordo di un peschereccio nel porto di Roccellla Ionica.
A preoccupare l’Esecutivo è proprio l’incremento dei flussi provenienti dalla Tunisia, allarme già lanciato, anche in previsione dell’arrivo dell’estate, dalla Premier Meloni ,nel corso del Consiglio UE ai leader e capi di Governo degli altri 26 Stati membri e reiterato in queste ore dal Vicepremier e ministro degli Esteri Tajani, che ha dichiarato: “L’emergenza di queste ore si chiama Tunisia. Non possiamo abbandonare la Tunisia poiché rischiamo di avere i Fratelli Mussulmani che sono fonte di grande instabilità. Non ci possiamo permettere l’islamizzazione del Mediterraneo. Ecco perché serve agire subito. Questo Paese è sull’orlo del collasso finanziario. Come Italia stiamo lavorando affinché il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale aiutino e diano soldi alla Tunisia. Ma c’è un problema: il Fondo Monetario Internazionale, con il sostegno degli USA, dice : “Voi,prima fate le riforme e poi noi vi diamo i soldi”. I tunisini dicono: “Prima i soldi necessari per le riforme”. Noi abbiamo fatto la proposta di dare una prima tranche di soldi ,poi gli altri, se fanno le riforme. Sui decreti flussi vogliamo combattere con molta fermezza l’immigrazione irregolare, che è anche oggetto di interessi economici fortissimi da parte di criminali che bisogna colpire molto duramente. Il Governo lo ha fatto con il decreto che ha inasprito le pene per i trafficanti. Allo stesso tempo, c’è richiesta di lavoratori. Ed ecco perché noi prepareremo un decreto flussi triennale per accogliere in Italia gli immigrati extraeuropei che troveranno sicuramente occupazione nell’agricoltura o nell’industria. Chi sarà regolare avrà tutti i diritti , siamo in grado di fare 80 mila l’anno, ma volendo anche di più . Dobbiamo fare accordi con l’Africa e realizzare joint venture, aziende miste per la loro lavorazione e distribuzione e questo sarebbe un modo per fare gli interessi dell’Africa, dell’Italia e dell’Europa. Dobbiamo lavorare molto guardando all’Africa con grande interesse, con una visione non colonialista ,ma moderna, favorendo la crescita del Continente”.
Proprio per valutare la praticabilità di un piano europeo di investimenti e di assistenza finanziaria al Paese del Nord Africa, il Commissario UE all’Economia Gentiloni si è recato stamane con una delegazione UE in Tunisia, dove ha incontrato il Presidente Kais Saied, la Premier Ramadan , diversi ministri ,il governatore della Banca Centrale Marouane Abassi, i rappresentanti del settore privato e della società civile.
Tutto ciò mentre l’Ong Mediterranea ha diffuso un comunicato , e pubblicato sui social l’appello al Presidente della Repubblica Mattarella e al Governo Meloni, affinché “si collabori per porre fine alla tragedia delle morti in mare”.
Tale comunicato è arrivato, dopo la vicenda che ha riguardato la nave Ong Louise Michel,finanziata dallo street artist Bansky, che le autorità italiane hanno fermato nel porto di Lampedusa per aver violato il Dl sulle Ong, effettuando tre operazioni di salvataggio di seguito invece di dirigersi dopo il primo, come previsto dalla norma e ,come indicato loro , presso il porto di Trapani e dopo che la Guardia Costiera ha denunciato le continue chiamate da parte dei mezzi umanitari e il consegiuente sovraccarico dei sistemi di comunicazione che , intralcerebbero le sue attività di salvataggio.
Fatto, quest’ultimo, che ha indotto il Vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Salvini a dichiarare che “ad essere sotto attacco è l’Italia e non le Ong” e a sottolineare che “se le Ong complicano il lavoro dei nostri marinai sicuramente il problema si pone” e che “l’immigrazione non può essere regolata da organismi privati finanziati da Paesi stranieri“.
Divergente, la linea delle Opposizioni e , in particolare del Pd, con la segretaria Schelin, alle prese con le nomine dei capigruppo e con l’assetto della segreteria, che , a margine della prima della due giorni di assemblea di senatori e deputati dem, svoltasi alla Camera questo pomeriggio, ha detto al riguardo: “Sul tema migrazioni, Giorgia Meloni, doveva chiedere una Mare nostrum europea anziché dichiarare guerra alle Ong. E’ tornata da Bruxelles con un pugno di mosche. Abbiamo iniziato questa nuova fase nei giorni della tragedia di Cutro,chiamando il governo a rispondere e a chiarire la dinamica della strage di Crotone , in commissione io stessa , e poi di nuovo in Aula. Siamo stati lì coi nostri corpi e senza parole a portare omaggio alla vittime e ai loro familiari. Dopo il presidente Mattarella e in assenza del governo”.
Ma la segretaria dem ha attaccato l’Esecutivo anche sui ritardi nell’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (in merito, tra Palazzo Chigi e la UE sarebbe stato concordato un mese in più per la valutazione del conseguimento dei 55 target del PNRR cui l’Italia si era impegnata entro il 31 dicembre 2022: la decisione, per via della complessità degli obiettivi , in gran parte valutati positivamente) , sul no al salario minimo e sullo stop alle trascrizioni anagrafiche da parte dei Comuni di bambini e bambine nati da coppie omogenitoriali.
Altra questione al centro del lavoro del Governo, che domani ,riunito il CdM, dovrebbe varare il Dl con ulteriori aiuti per imprese e famiglie in difficoltà a causa del caro energia e insieme la riforma del Codice degli Appalti, il Dl sulla sospensione dei Crediti del Superbonus, che mercoledì dovrebbe arrivare in Aula alla Camera e i cui emendamenti sono in fase di votazione presso la Commissione Finanze, che stamane ha dato il via libera alla possibilità per le villette, che abbiano concluso almeno il 30% dei lavori entro il 30 settembre 2022 di concludere le spese per beneficiare del 110% fino al 30 settembre.
Riguardo ai 19 miliardi di crediti incagliati, il ministro dell’Economia Giorgetti ha annunciato che “le banche e le Poste ricominceranno ,in un quadro di maggiori certezze sotto il profilo giuridico ad acquistare tali crediti” e che” è in corso l’elaborazione di un sistema , una sorta di piattaforma ,che dovrebbe permettere di smaltire tutto l’arretrato” (secondo indiscrezioni di stampa, nella suddetta piattaforma sarebbero coinvolte alcune delle più importanti partecipate pubbliche, disponibili alla compravendita dei crediti che le banche non riescono ad assorbire), sottolineando che “tale situazione non si è venuta a creare certo per i provvedimenti del governo Meloni , ma è ereditata dalla grande confusione e dal Far West che si era venuto a creare nel 2020-2022” e che “coloro che sono in difficoltà sono quelli che hanno iniziato i lavori nel 2022 in epoca antecedente al governo attuale”.
Infine,sempre secondo quanto dichiarato dal titolare del Ministero dell’Economia, si andrebbe verso la possiblità di allungare le detrazioni, spalmandole su un tempo di 5, 10 fino a 20 anni “senza più passare necessariamente dal sistema della cessione che è fallito e che ha mandato il tilt il sistema delle banche e di chi deve acquistare”.
In Ue, invece, Bruxelles ha posto fine alle sue indagini sugli aiuti di Stato forniti ad Alitalia fra il 2017 e il 2019 per salavare l’azienda, stabilendo che anche l’ultimo dei prestiti concessi da 400 milioni di euro era illegale e che ora l’Italia dovrà recuperare l’intero ammontare dei sussidi : 1,3 miliardi di euro maggiorati degli interessi, onere che non ricadrà sulla newco Ita, non essendo per la UE quest’ultima l’erede economica di Alitalia.
Soddisfatto il ministro dell’Economia Giorgetti per cui “tale valutazione,espressa nel 2021, mostra la rettitudine dell’azione di Governo impegnato a garantire che la newco sia in totale discontinuità con la vecchia compagnia e autonoma”.
In ultimo, respinta da Bruxelles la richiesta del Governo italiano di far slittare il voto in Consiglio Europeo sulla direttiva riguardante lo stop alle auto a motore termico dal 2035 per approfondire lo studio sui carburanti sintetici e-fuel, prodotti dalla Germania, che sono stati inclusi in tale provvedimento dopo l’accordo trovato da Berlino con il Commissario europeo per l’Ambiente Timmermans e per far includere anche i biocarburanti prodotti dall’Italia.
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