di Federica Marengo venerdì 3 marzo 2023

-Nella 372° giornata di guerra in Ucraina, i combattimenti si sono concentrarti nella città di Bakhmut, che, secondo quanto riferito dal capo del gruppo di mercenari Wagner, Prigozhin, sarebbe quasi stata accerchiata dalle forze di Mosca, che starebbero esercitando pressioni sulle forze ucraine affinché queste si ritirino.
Inoltre, secondo la CNN, che ha riportato fonti della polizia della regione di Donetsk, l’esercito russo avrebbe fatto saltare in aria nella notte scorsa un ponte chiave per i rifornimenti, come le munizioni, e principale via di collegamento alla città di Chasiv Yar.
Tuttavia, secondo il Guardian, le forze ucraine , a loro volta, avrebbero fatto saltare in aria un ponte ferroviario all’interno della stessa Bakhmut, segno , a detta di fonti non confermate , che le forze armate ucraine si starebbero preparando a ritirarsi dalla città.
Tale notizia, però, è stata smentita dalla 46° brigata ucraina di stanza nella città, la quale ha fatto sapere che il ponte era già inagibile.
A Kupiansk, nell’Ucraina orientale, invece, il comando militare di Kharkiv ha esortato le famiglie e le persone “con mobilità ridotta” a lasciare la città, a causa dei costanti bombardamenti da parte delle forze russe che stanno cercando di riconquistare la città liberata cinque mesi fa.
E mentre le forze armate ucraine hanno fatto sapere di aver abbattuto un caccia russo nei cieli di Donetsk, un’allerta antiaerea , poi cessata è stata dichiarata in tutta l’Ucraina per via del decollo di un MiG-31K dell’aeronautica russa in grado di trasportare il missile ipersonico Kinzhal.
Intanto, a Mosca, il portavoce del Cremlino, Peskov, ha reso noto la Russia prenderà “misure preventive” dopo l’attacco nella regione di Bryansk che, secondo Mosca, è stato effettuato da sabotatori ucraini, e , in merito, il Presidente russo Putin, che ha firmato un decreto che consente allo stato russo di sospendere gli amministratori e gli azionisti di tutte le società che non rispettano i contratti di difesa dello stato in condizioni di legge marziale, stamane, ha aperto la riunione d’emergenza con i membri permanenti del Consiglio di sicurezza della Federazione, “per discutere delle misure per la protezione antiterrorismo”.
Un attacco che, però, il consigliere del Presidente ucraino, Zelensky, Podolyak, ha smentito, scrivendo su via social: “L’Ucraina, non è coinvolta negli attacchi sul territorio russo. Esplosioni in strutture critiche; droni non identificati che attaccano le regioni della Federazione Russa; scontri tra bande; partigiani che attaccano aree popolate: tutte queste sono conseguenze dirette della perdita di controllo all’interno della Federazione Russa. E le conseguenze della guerra. L’Ucraina non è coinvolta in conflitti interni alla Federazione Russa”.
Il portavoce del Cremlino, Peskov, poi, è tornato sull’invio di armi a Kiev da parte di USA e UE, sottolineando che: “La Russia prende atto del fatto che gli Stati Uniti continuano ad aumentare le loro spedizioni di armi e ad incitare i loro protetti in Europa, cioè gli Stati membri dell’Ue, ad aumentare le spedizioni simili”, mentre il ministro degli Esteri, Lavrov, ha affermato in un comunicato: “L’operazione militare speciale “continuerà finché non saranno raggiunti gli obiettivi di denazificare e demilitarizzare l’Ucraina ed eliminare le minacce alla sicurezza della Russia. La guerra che stiamo cercando di fermare e che è stata iniziata dall’Occidente contro di noi usando gli ucraini, ovviamente, ha influenzato la politica russa, compresa la politica energetica. La Russia non permetterà all’occidente di far saltare di nuovo i gasdotti e ha affermato che Mosca non farà più affidamento sull’occidente come partner energetico”.
Il Presidente ucraino Zelensky, invece, stamane, accompagnato dalla Presidente della Repubblica di Lettonia, Egils Levits, ha visitato l’ospedale militare di Leopoli incontrando i soldati che sono rimasti feriti nella battaglia di Bakhmut, ringraziandoli per “i servizi resi e per la difesa eroica della patria” e ha espresso i suoi ringraziamenti anche nei confronti dei medici. Successivamente, Zelensky, ha onorato con la Presidente Levits, la memoria dei soldati ucraini caduti e ha firmato una dichiarazione che il sostegno della Lettonia alla piena integrazione europea ed euro-atlantica dell’Ucraina.
Sempre il Presidente ucraino Zelensky, poi, come da lui stesso reso noto via social, ha avuto dei colloqui con i ministri degli Esteri dei Paesi Bassi e dell’Estonia, ringraziati, l’uno per la decisione di istituire all’Aja il Centro internazionale per il perseguimento del crimine di aggressione contro l’Ucraina, e ,l’altro, per l’assistenza completa e il supporto forniti. Comune, poi, la linea sull’ulteriore inasprimento delle sanzioni alla Russia.
A tal riguardo l’Eurostat, ha rilevato che: “La quota della Russia nelle importazioni extra-Ue è scesa dal 9,5% al 4,3% tra febbraio 2022 e dicembre 2022. Nello stesso periodo, la quota della Russia nelle esportazioni totali extra-Ue è scesa dal 4% al 2%. Il deficit commerciale dell’Ue con la Russia ha raggiunto un picco di 18,2 miliardi di euro a marzo 2022, per poi diminuire progressivamente fino a 6 miliardi di euro nel dicembre 2022”.
Il ministro della Difesa ucraino, Resnikov, invece, in un’intervista alla Bild, si è detto “sicuro che l’Ucraina riceverà dagli alleati da due a tre tipi di jet da combattimento” e “ottimista che la guerra finirà quest’anno”.
Negli USA, come annunciato dal portavoce del Consiglio di Sicurezza nazionale della Casa Bianca, Kirby, verrà ufficializzato il varo di un nuovo pacchetto di aiuti militari all’Ucraina, del valore di 400 milioni di dollari, composto da munizioni, razzi per sistemi di difesa anti-aerea Himars, munizioni per veicoli gettaponte corazzati. Tale invio di armi, sarà tra i temi che verranno affrontati nel colloquio tra il Presidente USA Biden e il cancelliere tedesco Scholz.
Il Segretario di Stato USA, Blinken, infine, reduce dal G20 dei ministri degli Esteri a New Delhi, ha parlato oggi con il ministro degli Esteri ucraino Kuleba, della breve conversazione avuta con l’omologo russo Lavrov ,a margine del summit, ribadendo il sostegno duraturo a Kiev degli USA.
Quanto alla politica italiana, la Presidente del Consiglio Meloni, all’indomani del suo viaggio in India, a New Delhi, per tenere un incontro bilaterale con il Premier Modi, si è recata ad Abu Dhabi per una missione di due giorni ,volta a rilanciare le relazioni tra l’Italia ed Emirati Arabi Uniti.
Presente in delegazione, anche il Vicepremier e ministro degli Affari Esteri, Tajani. Ad accoglierli, appena atterrati, l’ambasciatore d’Italia negli Emirati e il ministro dell’Industria e della tecnologia avanzata e presidente designato della Cop28, Sultan Al Jaber, mentre sarebbe atteso anche l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi.
Proprio, con Al Jaber, la Premier ha tenuto un bilaterale, nella sala dell’aeroporto, nel quale si è affermata da parte dell’Italia la volontà di rinforzare la cooperazione tra i due Paesi in vista della presidenza assunta dagli Emirati Arabi dei lavori della Cop28, la Conferenza delle Nazioni unite sui cambiamenti climatici, in programma a Dubai, dal 30 novembre al 12 dicembre.
Domani , invece, la Presidente del Consiglio, terrà un incontro con il Presidente degli Emirati Arabi Uniti, sceicco Mohamed bin Zayed Al Nahyan, durante il quale saranno firmati una dichiarazione d’intenti sul partenariato strategico, una dichiarazione sulla cooperazione rafforzata nell’ambito della Cop28, che vede l’Italia come partner strategico sui temi ambientali e della lotta al cambiamento climatico, e un accordo di cooperazione fra Eni e ADNOC che coprirà diversi ambiti della transizione energetica.
La visita della Premier ,dunque, si pone come obiettivo il rilancio delle relazioni bilaterali fra i due Paesi, il rafforzamento del dialogo con tutta l’area del Golfo e la collaborazione bilaterale in tutti gli ambiti, con particolare riferimento al settore ambientale ed energetico.
La Presidente del Consiglio, sui suoi canali social ha poi commentato positivamente i dati diffusi da Istat sull’occupazione, attestatasi a gennaio a +35 mila nuovi occupati, pari a 23,3 milioni, record da gennaio 2004, sottolineando: “Record storico di occupati: il valore più alto da gennaio 2004. L’Italia che produce, che crea ricchezza e posti di lavoro non si è mai arresa, nemmeno di fronte alla difficoltà. Una Nazione che riparte, nonostante ci fosse chi puntava sulla sua disfatta. Ora al lavoro per migliorare i dati sull’occupazione giovanile, incentivando misure come la decontribuzione per gli under 36 fatta in legge di bilancio. Avanti così”, e il rinvio a data da destinarsi del voto a Bruxelles, deciso dal Coreper, l’organo che riunisce gli ambasciatori permanenti presso la UE ,sullo stop alla vendita di auto diesel e benzina dal 2035, vista la contrarietà di Polonia , Ungheria ,dell’Italia e le perplessità della Germania.
Soddisfatta ,quindi, la Premier ,che ha definito il rinvio “un successo italiano”, evidenziando: “La posizione del nostro governo è infatti chiara: una transizione sostenibile ed equa deve essere pianificata e condotta con attenzione, per evitare ripercussioni negative sotto l’aspetto produttivo e occupazionale. La decisione del Coreper di tornare sulla questione a tempo debito va esattamente nella direzione di neutralità tecnologica da noi indicata. E’ giusto puntare a zero emissioni diCo2 nel minor tempo possibile, ma deve essere lasciata la libertà agli Stati di percorrere la strada che reputano più efficace e sostenibile. Questo vuol dire non chiudere a priori il percorso verso tecnologie pulite diverse dall’elettrico”.
Stamane, il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Pichetto Fratin, aveva dichiarato in merito: “Il nuovo rinvio in sede Ue sulla decisione riguardante lo stop ai motori termici al 2035 tiene giustamente conto di una forte resistenza di alcuni Paesi europei, con l’Italia in prima fila, a un’impostazione del Regolamento troppo ideologica e poco concreta. L’Italia ha una posizione molto chiara: l’elettrico non può essere l’unica soluzione del futuro, tanto più se continuerà, come è oggi, ad essere una filiera per pochi. Puntare inoltre sui carburanti rinnovabili è una soluzione strategica e altrettanti pulita, che consente di raggiungere importanti risultati ambientali evitando pesanti ripercussioni negative in chiave occupazionale e produttiva. La decarbonizzazione del settore dei trasporti, che resta obiettivo prioritario deve tenere conto delle peculiarità nazionali e di tempistiche compatibili con lo sviluppo del settore dell’automotive. Ci auguriamo che questa pausa consenta anche ad altri paesi e alle stesse istituzioni europee una ulteriore riflessione su un tema così importante per cittadini e imprese”, seguito dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Urso, che ha detto: “L’Italia ha svegliato l’Europa e la decisione del rinvio su stop ad auto a benzina e diesel è un segnale importante. Mi auguro che ora ci sia una riflessione comune per una competitività sostenibile anche nel settore automotive”.
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