di Federica Marengo sabato 11 febbraio 2023
-Nella 352° giornata di guerra in Ucraina, all’indomani dell’attacco russo di ieri con 106 razzi e 74 missili, di cui 61 distrutti dalle forze armate ucraine, e dei 59 raid con 28 droni kamikaze di fabbricazione iraniana, di cui 20 intercettati e distrutti , i bombardamenti russi sono proseguiti, concentrandosi sia sulla regione nord-orientale che su quella centrale e nord-orientale del Paese.
A Khmelnitsky, nella regione occidentale, gli attacchi missilistici russi hanno causato l’arresto di una delle unità del reattore della centrale della città. L’Agenzia internazionale per l’energia nucleare,infatti , è stata informata dall’autorità di regolamentazione che due dei tre impianti , quelli di Rivne e quello nell’Ucraina meridionale, avevano ridotto la potenza in modo preventivo, per via del nuovo bombardamento all’infrastruttura energetica del Paese. Da ciò , l’intervento delle missioni di supporto e assistenza dell’Aiea , che, più tardi, ha reso noto il funzionamento di tutti i sistemi di sicurezza nucleare.
E sempre in tema di infrastrutture energetiche, colpiti dai raid di Mosca con droni 3 impianti, 2 nel distretto di Kryvorizka e 1 nel distretto di Kipol, danneggiandoli.
Sotto attacco russo, anche Kharkiv e la città di Vovchansk,al confine con la Russia, come reso noto dal capo della guarnigione militare regionale, Serhii Melnyk, mentre la regione di Kherson è stata bombardata per 60 volte in 24h.
Tuttavia, lo Stato maggiore della Federazione russa, ha fatto sapere che il massiccio attacco russo di ieri su quasi tutte le Regioni dell’Ucraina, avrebbe bloccato i rifornimenti di armi straniere per via ferroviaria. Inoltre, il fondatore del gruppo di mercenari Wagner , Prigozhin, ha rilasciato un’intervista in cui ha affermato che Mosca “deve stabilire obiettivi chiari nella sua campagna, ovvero: stabilare con fermezza la propria presenza nell’Ucraina orientale o spingersi avanti per catturare una parte maggiore del Paese, ma per farlo deve catturare Bakhmut dove le truppe di Kiev stanno opponendo una forte resistenza”. Nella stessa intervista, Prigozhin, ha ipotizzato un arco temporale di due anni per conquistare completamente Donetsk e Lugansk, che per Mosca costituirebbero “l’obiettivo-chiave della guerra”.
Intanto, il Presidente ucraino Zelensky, che su Twitter ha annunciato di avere avuto un incontro importante con i membri senior di J.P. Morgan e di aver discusso: della creazione di una piattaforma per coinvolgere il capitale privato nella ricostruzione dell’Ucraina, delle fasi di crescita a lungo termine post guerra e della possibile cooperazione, in tale consesso, ha dichiarato: “L’Ucraina sarà in grado di diventare un membro a pieno titolo dell’Unione europea tra due anni e dopo la vittoria contro la Russia entrerà a far parte della Nato. Oggi ci sono alcuni pessimisti tra i leader mondiali che credono che l’Ucraina abbia bisogno di 10 anni per diventare membro della Ue. Ma per lo più ci conoscono e talvolta temono persino il nostro spirito, la nostra energia. Pertanto, vediamo che possiamo essere nella Ue tra due anni E servono garanzie di sicurezza. La migliore garanzia per l’Ucraina sarebbe l’adesione alla Nato. Crediamo che saremo nella Nato prima che tutti i leader decidano che il nostro pacchetto di garanzie di sicurezza è quello giusto. Perché prendono le decisioni lentamente, è la burocrazia… E credo che dopo la vittoria saremo nella Nato”.
Più tardi, il Presidente Zelensky, si è recato all’ambasciata turca di Kiev, per rendere omaggio alle vittime del terremoto. Qui, ha deposto dei fiori, lasciato le sue condoglianze e incontrato l’ambasciatore turco in Ucraina. Il governo ucraino ha inviato 80 soccorritori e 16 attrezzature per aiutare la Turchia nell’opera di scavo e rimozione delle macerie e 10 unità cinofile per aiutare a trovare i sopravvissuti.
A Mosca, invece, il Vicepresidente del Consiglio di Sicurezza ed ex Presidente Medvedev, in un post su Telegram, tornando sul tour in Europa degli scorsi giorni del Presidente Zelensky, ha scritto: “Trasmissioni in diretta, prime pagine di giornali, fotografie con i capi europei, mentre centinaia di ucraini mobilitati muoiono ogni giorno, spinti con la forza a proteggere gli interessi della cricca nazista al potere. La vecchia civiltà europea si sta già dissolvendo sotto l’assalto dei migranti che arrivano da tutto il mondo. E presto scomparirà completamente, ripetendo il noto mito sul ratto dell’Europa da parte di Zeus. Solo che oggi il ruolo del toro, l’animale in cui si era trasformato il re dell’Olimpo per rapire la giovane Europa ,viene interpretato dall’arrogante America al cui servizio, con la bocca aperta dalla lussuria, ci sono i Paesi traditori degli interessi europei come la Polonia e i Baltici”.
Il Viceministro degli Esteri russo, Vershinin, in un’intervista al canale televisivo Zvezda, ripresa dall’agenzia Tass, in merito a una possibile ripresa dei negoziati, ha dichiarato: “La Russia è pronta a negoziati con l’Ucraina, ma senza precondizioni e sulla base della realtà esistente, Si’, i classici dicono che qualsiasi ostilità finisce con i negoziati, e naturalmente abbiamo già detto che saremo pronti per tali negoziati. Ma solo per negoziati senza precondizioni, negoziati basati sulla realtà esistente, negoziati che tengano conto di quegli obiettivi, che sono stati annunciati pubblicamente da noi. Sui negoziati per mettere fine al conflitto in Ucraina non decide Kiev, ma Washington e Bruxelles. La decisione non è presa a Kiev, la decisione è presa in altre capitali, in primis a Washington, a Bruxelles, quindi bisogna fare domanda lì. Riguardo poi alla possibilità di negoziare con Joe Biden, non dipende da noi, abbiamo chiaramente affermato la nostra posizione. E’ necessario che il presidente Usa ed il suo entourage mostrino discrezione e saggezza”.
Quanto alla politica interna italiana, oggi giornata di silenzio elettorale in vista delle elezioni Regionali che si terranno domani e lunedì in Lombardia e nel Lazio. Oltre dodici i milioni gli elettori chiamati alle urne, per eleggere i candidati in lizza per i 131 seggi nei Consigli e i due rispettivi Presidenti di Regione. Le urne saranno aperte domenica 12 febbraio dalle 7 alle 23 e lunedì 13 dalle 7 alle 15.
Le due Regioni hanno leggi elettorali regionali proprie, ma in entrambi i casi viene eletto presidente della Regione il candidato che ha conseguito il maggior numero di voti validi in ambito regionale , senza ballottaggio.
Per il Lazio i candidati sono: Alessio D’Amato (centrosinistra + Terzo Polo), Francesco Rocca (centrodestra), Donatella Bianchi (M5s e altre liste di sinistra), Rosa Rinaldi (Unione popolare) e Sonia Pecorilli (Partito Comunista Italiano). Per la Lombardia, invece, i candidati sono: il presidente uscente Attilio Fontana (centrodestra), Pierfrancesco Majorino (centrosinistra+ M5s), Letizia Moratti (Terzo Polo), Mara Ghidorzi (Unione Popolare).
La scheda è di colore verde ed è possibile votare per il solo candidato o la sola candidata presidente: in quel caso, il voto non si estende alla lista o alle liste collegate.
Se si vota per la sola lista, il voto si estende anche a candidato/a presidente collegato/a a quella lista. E’ possibile votare per una lista e per il/la candidato/a presidente collegato/a a quella lista.
E’ ammesso il voto disgiunto: si può votare una lista e per un/una candidato/a presidente non collegato/a a quella lista.
Per le candidature al Consiglio regionale è possibile esprimere una o due preferenze, scrivendo a fianco della lista il solo cognome o nome dei/ delle candidati/e della lista.
Se si decide di esprimere due preferenze, una deve riguardare un candidato e l’altra una candidata della stessa lista.
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