di Federica Marengo sabato 28 gennaio 2023
-Nella 338° giornata della guerra in Ucraina, sono proseguiti i bombardamenti russi in diverse regioni dell’Ucraina da quella nord-orientale a quella sud-orientale. Colpito, infatti, il Donbass, e la regione di Donetsk, dove un raid missilistico ha danneggiato un quartiere residenziale a Kostyantynivka,con abitazioni, un hotel, un garage e un’auto civile, e ha causato la morte di 3 persone e il ferimento di 14 persone (ma il bilancio è provvisorio).
Sotto attacco russo, anche Mariupol, dove un’esplosione è avvenuta vicino ad alcuni impianti industriali della siderurgia, e Kherson, mentre allarmi antiaerei sono risuonati in diversi territori occupati dalle forze di Mosca, quali: Dnipropetrovsk, Poltava, Kirovograd, Nikolaev, Kharkiv e Zaporizhzhia.
Secondo il rapporto dell’americano “Institute for the study of war”, “il Presidente russo Putin starebbe preparando una nuova offensiva in Donbass per tornare a controllare la situazione sul terreno, che dovrebbe verificarsi entro i prossimi sei mesi, con ogni probabilità nella regione di Lugansk”.
Già l’agenzia Bloomberg, ieri, aveva pubblicato un report secondo il quale la nuova offensiva potrebbe iniziare a breve, nei mesi di febbraio o marzo.
Il portavoce del Ministero della Difesa russo, Igor Konashenkov, invece, ha reso noto che le forze russe hanno abbattuto un caccia ucraino Mikoyan MiG-29 nei cieli dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk, precisando che l’abbattimento è avvenuto nei pressi di Krasnoarmeisk.
Intanto, mentre l’ambasciatore ucraino in Francia ha confermato l’invio di 321 carri armati all’Ucraina, da parte dei Paesi occidentali (USA, Germania, Spagna, il Regno Unito, il Canada e la Polonia), il Presidente ucraino, Zelensky, nel suo consueto discorso serale alla popolazione, pubblicato sui suoi profili social, ha annunciato che la situazione sul fronte è “estremamente grave”, in particolare “nella provincia orientale di Donetsk, dove la Russia sta intensificando la sua offensiva, e nel sud-ovest di Vuhledar e a Bakhmut”, e che “le forze russe non stanno solo prendendo d’assalto le posizioni ucraine, ma stanno anche deliberatamente e metodicamente distruggendo le città e i paesi intorno a loro con artiglieria, attacchi aerei e missili”.
Proprio a proposito dell’invio di armi dai Paesi occidentali, il ministro della Difesa italiano Crosetto, ha smentito la notizia riportata dai media francesi , secondo cui, ieri, nel corso dell’incontro ufficiale a Roma , tra lo stesso Crosetto e l’omologo francese Lecornu, sarebbe stato firmato un accordo per un ordine di 700missili terra-aria Aster, commentando: “La notizia sull’acquisto congiunto è ‘senza fondamento”, in quanto “si tratta di notizie prive di fondamento e che, nel corso dell’incontro tra il ministro della Difesa Italiano e il suo omologo francese, non è stato firmato, discusso e nemmeno accennato ad alcun contratto in materia di forniture militari. I media francesi hanno riportato capziosamente e in maniera fuorviante la notizia di una commessa approvata con decreto, nel 2021, da un altro Governo, dopo tutti i passaggi parlamentari necessari. Il contratto finale è stato firmato a fine dicembre 2022 dal Direttore dell’Occar (Organizzazione congiunta per la cooperazione in materia di armamenti)”.
Sempre allo stesso ministro Crosetto si è rivolto ,tramite un messaggio su Telegram, il Vicepresidente del consiglio di sicurezza russo ed ex Presidente, Medvedev, in merito alle dichiarazioni del ministro della Difesa italiano sulla necessità di inviare armi a Kiev, così commentate: “Non ci sono molti sciocchi nelle strutture di potere in Europa, ma un certo ministro della Difesa, di una certa Italia ,ha definito la fornitura di veicoli corazzati e altre armi all’Ucraina una prevenzione della terza guerra mondiale. Un raro eccentrico .Ma cosa aspettarsi da un imprenditore con un’istruzione superiore incompleta”.
Nel dettaglio, il ministro Crosetto, nella giornata di ieri, aveva dichiarato che :”La terza guerra mondiale inizierebbe nel momento in cui carri armati russi arrivassero a Kiev e ai confini d’Europa. Fare in modo che non arrivino è l’unico modo per fermare la terza guerra mondiale”.
Immediata, la replica del ministro della Difesa, Crosetto che ,su Twitter , e in una nota, ha scritto: “Se è ‘sciocco’ aiutare una nazione aggredita a difendere la sua esistenza, lo sono. Lo avrei fatto anche a parti invertite. Medvedev pensi a metter fine alla guerra. Se i russi non cercassero una vittoria totale, ma solo la fine delle ostilità e il ripristino della legalità internazionale, che sono l’unico obiettivo del Governo italiano e della mia azione di ministro, basterebbe che mettessero fine alle ostilità e si sedessero al tavolo della pace. Solo in questo modo, e immediatamente, cesserebbe tutto. Sia la guerra sia gli aiuti militari dell’Italia e degli altri Paesi che stanno soltanto aiutando uno Stato aggredito a difendersi da uno Stato aggressore”.
La portavoce del ministero degli Esteri russo Zakharova, inoltre, riguardo alla nuova ambasciatrice USA a Mosca, Lynne Tracy, ha affermato: “Mosca spera che la nuova ambasciatrice degli Stati Uniti, Lynne Tracy, non interferisca negli affari interni della Federazione Russa. La nuova ambasciatrice statunitense, data la russofobia esagerata nell’élite politica degli Stati Uniti, non ha praticamente alcuna libertà di manovra. Speriamo che l’ambasciatrice affronti gli errori di uno dei suoi predecessori, diventato ormai russofobo (Michael McFau)l. Interferire nei nostri affari interni con la scusa di lavorare con la società civile ha trasformato immediatamente questo personaggio in un emarginato. Non consiglierei alla nuova ambasciatrice di seguire questa strada sbagliata”.
Quanto alla politica estera e interna italiana, stamane, la Presidente del Consiglio Meloni, è volata a Tripoli, in Libia, insieme con il ministro degli Esteri Tajani ,con il ministro dell’Interno, Piantedosi e l’ad di Eni Descalzi, “per tenere”, come si legge nella nota di Palazzo Chigi, “una serie di incontri istituzionali con le autorità , in particolare con il Presidente del Consiglio Presidenziale dello Stato di Libia, Mohammed Yunis Ahmed Al-Menfi, e con il Primo Ministro del Governo di unità nazionale libico, Abdel Hamid al-Dabaiba”.
Al centro degli incontri, l’accordo del valore di 8 miliardi di dollari tra Eni e la Compagnia petrolifera nazionale libica “Noc”, per l’estrazione di gas da due giacimenti prospicienti la costa occidentale del Paese, e collocati in due aree esplorative in un blocco marino dove è già stato scoperto del gas nelle strutture “A” ed “E”, circa 140 chilometri a nord-ovest di Tripoli.
Come spiegato dal presidente della Noc, Farhat Bengdara: “I due giacimenti hanno riserve stimate per 6 trilioni di piedi cubi e per svilupparli saranno necessari circa tre anni e mezzo. Al ritmo di 850 milioni di piedi cubi al giorno, la produzione potrà andare avanti per 25 anni, ha previsto: in metri cubi, si tratta 8,78 miliardi l’anno. L’accordo è un chiaro messaggio alla comunità imprenditoriale internazionale che lo Stato libico ha superato la fase dei rischi politici” (ovvero: i blocchi petroliferi imposti dal generale Haftar).
Non solo gas e diversificazione degli approvvigionamenti per realizzare l’indipendenza energetica dalla Russia ,però, ma anche l’immigrazione e la stabilizzazione della Libia.
Su tali questioni, la Premier Meloni ha fatto il punto nella conferenza stampa congiunta con il Primo Ministro del Governo di unità nazionale libico, Abdul Hamid Dbeibah, nella quale, ringraziando il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e il suo omologo libico per l’operato, ha spiegato: “Noi oggi in questa importante giornata abbiamo adottato un’intesa firmata dai nostri rispettivi ministri degli Esteri con l’obiettivo di potenziare le capacità e la cooperazione con l’autorità libica in relazione alla guardia costiera. Il contrasto ai flussi di immigrazione irregolare per noi rimane un dossier centrale. Nonostante gli sforzi , i numeri delle migrazioni irregolari dalla Libia verso l’Italia sono ancora alti. Gli ingressi irregolari in Italia sono oltre il 50% delle persone che vengono dalla Libia, si devono intensificare gli sforzi in materia di contrasto al traffico e alla tratta di esseri umani, assicurando un trattamento umano alle persone interessate”.
Poi, sullo sviluppo dei Paesi africani e sulla stabilizzazione della Libia, la Pemier ha detto: “L’Italia può e vuole giocare un ruolo importante anche nella capacità di aiutare i Paesi africani a crescere e a diventare più ricchi: una cooperazione che non vuole essere predatoria, che vuole lasciare qualcosa nelle nazioni. L’Italia è impegnata a fare la sua parte, per assicurare una maggiore unità di intenti da parte della comunità internazionale sul dossier libico ed evitare il rischio che alcune influenze lavorino per destabilizzare il quadro piuttosto che favorirlo”.
Più tardi, proprio sull’intesa tra i ministri degli Esteri italiano e libico “con l’obiettivo di potenziare le capacità e la cooperazione con l’autorità libica in relazione alla Guardia Costiera”, la Presidente del Consiglio è tornata in un post pubblicato sui social, spiegando in vista del Consiglio Europeo del 9 e 10 febbraio: “Il contrasto ai flussi di immigrazione irregolare è per noi un dossier assolutamente centrale. Soprattutto grazie all’Italia, uno dei temi che si affronterà nel prossimo Consiglio europeo riguarderà proprio il contrasto all’immigrazione irregolare, a partire dalla difesa della dimensione esterna fino alla cooperazione con le Nazioni del Nordafrica. Combattere i flussi illegali rimane un tema che non può riguardare solo Italia e Libia, ma anche l’Unione Europea nel suo complesso. Perché il modo più strutturale per affrontare questo problema è consentire alle persone di poter crescere e prosperare nelle loro Nazioni”.
La Premier, questa mattina, tramite una nota diffusa da Palazzo Chigi, ha espresso preoccupazione per gli attacchi alle sedi diplomatiche italiane di Berlino, con l’incendio dell’auto di un diplomatico e di Barcellona, con atti di vandalismo al Consolato Generale, sui quali la Procura di Roma ha aperto un’inchiesta, con la pista più accreditata che, presumibilmente ricondurrebbe, come nel caso dell’attentato alla diplomatica Schlein, agli anarchici ed atti di protesta di questi ultimi legati alla vicenda dell’anarchico Cospito ,detenuto al regime del 41 bis.
Intanto, mentre il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Urso, tornato sul confronto con i sindacati dei gestori dei distributori di carburanti e sul Dl Trasparenza, ha aperto a modifiche migliorative al decreto e al riordino del settore nell’ambito del tavolo tecnico convocato per l’8 febbraio, il ministro della Giustizia Nordio, all’inaugurazione dell’anno giudiziario del tribunale di Venezia, ha dichiarato: “Le riforme della Giustizia avranno un elemento non trattabile, l’indipendenza e l’autonomia della magistratura. Nessuna intenzione di sottoporre il pubblico ministero al potere politico. Priorità nella riforma sarà conciliare i tre pilastri della giurisdizione penale, magistratura, accademie e avvocatura. In Italia le leggi si contraddicono. Per ubbidire a una legge, ne devi violare altre”.
Nel pomeriggio, invece, il ministro dell’Economia Giorgetti, intervenuto a un evento della Lega al Teatro Manzoni di Milano, in merito alla crisi energetica e al caro bollette, ha spiegato: “Credo che all’inizio di febbraio le nuove tariffe per le bollette saranno il 40% in meno rispetto alle ultime. Il governo sta lavorando a un nuovo meccanismo tariffario per permettere risparmi significativi sulle bollette energetiche agli utenti che riescono a contenere i consumi. L’idea dal primo aprile è che dovrebbe cambiare il sistema, tale per cui noi garantiamo gli stessi prezzi, diciamo così, ‘politici’, fino a una percentuale di consumo della famiglia dell’anno precedente o degli anni precedenti e quello è il prezzo ancorato ai valori del 2020 e precedenti,, il consumo in più viene messo a prezzo di mercato. Questo dovrebbe indurre chi risparmia e ha un comportamento virtuoso a non avere aumenti.. E’ molto complicato, ci stiamo lavorando, speriamo di arrivare in tempo per marzo. Però mi sembra che le cose vadano un po’ meglio, anche perché abbiamo trovato altri che ci vendono gas, il mercato si è un po’ calmato. Sono moderatamente ottimista”.
Su Ita, invece, ha evidenziato: “La vendita di una quota di minoranza di Ita Airways a Lufthansa potrebbe concludersi entro due mesi. Credo che ragionevolmente i tempi che ci siamo dati siano quelli di due mesi, massimo – afferma -. C’è una trattativa in esclusiva, il giudizio si dà alla fine. Il gruppo tedesco dovrebbe mettere sul piatto 250-300 milioni attraverso un aumento di capitale riservato per rilevare una quota del 40% e poi salire al 100% della compagnia italiana”.
Infine, sul dossier Tim, ha affermato: “Se arriva un’offerta per la rete, valuteremo”.
Sul fronte interno ai partiti, invece, mentre prosegue la campagna elettorale per le elezioni Regionali in Lombardia e nel Lazio del 12 e 13 febbraio, due nuovi ingressi nel Pd sono stati ufficializzati: quello dell’ex eurodeputato del M5S, Dino Giarrusso, annunciato dal palco della convention promossa a Milano da uno dei candidati alle Primarie, Bonaccini , e quello dell’ex Presidente della Camera Laura Boldrini, che hanno suscitato non poche polemiche sia tra gli stessi dem che nel Terzo Polo (Azione-Italia Viva) di Calenda-Renzi.
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