di Federica Marengo sabato 25 ottobre 2025

-Si è svolta ieri, a Londra, all’indomani del Consiglio Ue, la riunione della Coalizione dei Paesi Volenterosi, cui ha partecipato anche il Presidente ucraino Zelensky, che, dapprima, ha incontrato il re Carlo al Castello dei Windsor e poi il Premier britannico Starmer.
Nel corso della riunione, i leader e le leader dei Paesi Volenterosi hanno confermato il sostegno a Kiev.
Il Premier del Regno Unito Starmer ha sottolineato la necessità di rafforzare le capacità a lungo raggio dell’Ucraina e che Londra è pronta ad agire con l’Ue sull’uso dei beni russi congelati per fornire prestiti volti a rafforzare le difese dell’Ucraina, pertanto ha esortato i leader e le leader Ue a “finire il lavoro sugli asset russi congelati”, la cui approvazione è stata rinviata al Consiglio Ue di dicembre per la mancanza di unanimità al riguardo, alla luce dei dubbi giuridici e delle perplessità del Belgio e di altri Paesi membri.
Il Premier Starmer, inoltre, ha definito “ridicole” le richieste del Presidente russo Putin sui territori ucraini, evidenziando come il numero uno del Cremlino sia l’unico a non voler fermare la guerra e come sia questo ” il momento di fare pressione, perché è l’unico modo per fare cambiare idea al Presidente russo e portarlo al tavolo delle trattative”.
Il Presidente francese Macron, in videocollegamento, ha poi annunciato che la Francia consegnerà all’Ucraina nuovi missili Aster e caccia Mirage nei prossimi giorni e che “la Francia ,e diversi altri Paesi, intendono confermare ulteriori iniziative”.
La Presidente del Consiglio Meloni, anch’ella collegata da remoto, come riferito da una nota di Palazzo Chigi, “ha ribadito l’importanza dell’unità tra le due sponde dell’Atlantico nel perseguire un cessate il fuoco da cui venga avviato un credibile percorso negoziale che prenda le mosse dall’attuale linea di contatto con l’obiettivo di raggiungere una pace giusta e duratura”.
La Presidente della Commissione Ue, von der Leyen, in un post social , pubblicato al termine della riunione dei Volenterosi , ha dichiarato che il vertice è stato “positivo” e che “la pressione è l’unico linguaggio che Mosca comprende”, per questo, “le sanzioni sono fondamentali per portare Putin al tavolo delle trattative”, mentre sull’utilizzo degli asset russi congelati per fornire prestiti a Kiev per la difesa, ha sottolineato che “il tema è complesso” e che Bruxelles è a lavoro sull’opzione migliore.
A tal proposito, la Presidente del Parlamento Ue, Metsola, in un’intervista a Il Corriere della Sera, ha detto: “Non avrei mai pensato, tre anni e mezzo fa, che saremmo stati, politicamente, così compatti. Poi è ottobre, è il periodo della legge di Bilancio nei Paesi membri, c’è grande nervosismo nelle persone e nelle coalizioni. A dicembre invece sono tutti un po’ più propensi a dire: ‘ok, spingiamoci oltre’. Questa è la mia teoria. Era prevedibile che se il Belgio (il Paese in cui è attualmente bloccata la stragrande maggioranza degli asset russi in Europa ) non avesse avuto le rassicurazioni e le garanzie giuridiche sarebbe andata così: non può avere tutto sulle sue spalle. Ci sono sensibilità diverse. Quanto è stato deciso al Consiglio europeo di giovedì scorso è importante per il presidente Zelensky”.
Il segretario generale della Nato, Rutte, ha dichiarato che le nuove sanzioni Ue e USA aumenteranno in modo significativo la pressione su Putin per negoziare.
Il Presidente ucraino Zelensky, invece, ha chiesto l’invio di missili a lungo raggio per contrattaccare Mosca, dopo il no del Presidente USA Trump all’invio di missili Tomahawk, e, alla luce dei ripetuti raid russi contro le infrastrutture energetiche dell’Ucraina e, ha lanciato l’allarme riguardo il proposito del Presidente Putin di causare un disastro umanitario nel Paese quest’inverno.
Il leader ucraino, poi, ha affermato che le sanzioni andrebbero estese all’intero settore petrolifero russo e ha ringraziato gli USA per le misure ai due colossi del petrolio di Mosca, sottolineando come si sia trattato di “un grande passo”.
Quest’oggi, invece, in un post social , il Presidente Zelensky , che nei giorni scorsi si era recato in Svezia dove ha firmato un’intesa sulla Difesa, ha reso noto: “Insieme alla Svezia, l’Ucraina aumenterà in modo significativo il numero dei suoi velivoli da combattimento. Si tratta di un compito ambizioso che deve essere portato a termine. È stato compiuto un passo storico: l’accordo con la Svezia sui caccia Gripen, che rappresenta una scelta eccellente. Contiamo su 150 velivoli di questo tipo per l’Ucraina e i primi dovrebbero arrivare il prossimo anno. I Gripen per l’Ucraina fanno parte delle nostre garanzie di sicurezza: un’aviazione militare in grado di proteggere completamente i nostri cieli”, ha aggiunto, “non c’è mai stato prima d’ora un accordo di questo tipo per l’aviazione da combattimento dell’Ucraina. Si tratta di un risultato storico. Stiamo lavorando per realizzarlo pienamente. Grazie, Svezia!”.
Intanto, il Presidente USA Trump, dopo il no di Mosca alla tregua, il conseguente rinvio dell’incontro con il Presidente russo Putin a Budapest e l’annuncio delle sanzioni americane a due grandi compagnie petrolifere russe, a fronte delle quali Cina e India hanno sospeso e ridotto gli acquisti, si è recato in Corea del Sud per incontrare il Presidente cinese Xi Jinping, con cui parlerà di diversi dossier come i dazi e l’indipendenza di Taiwan.
Il numero uno della Casa Bianca, in partenza per l’Asia, ha dichiarato alla stampa: “Mi piacerebbe che la Cina ci aiutasse con la Russia: con il Presidente Xi Jinping parleremo di Russia e Ucraina”.
Poi, in merito alle sanzioni USA alle due compagnie petrolifere russe, il Presidente Trump ha replicato al Presidente russo Putin, che aveva dichiarato di essere sicuro che “non avranno un effetto così grande sull’economia di Mosca”, affermando: “Vladimir Putin ha detto che le sanzioni non avranno un effetto così grande. Questo è quello che dice, non so. Non credo che abbia ragione”.
Per ricomporre le tensioni con gli USA, l’inviato speciale del Presidente russo Putin e direttore del Fondo russo per gli investimenti diretti (RDIF) e rappresentante speciale per gli investimenti e la cooperazione economica con i Paesi stranieri , Kirill Dmitriev, si è recato negli USA, per incontrare a Miami l’inviato USA Witkoff.
Lo stesso Dmitriev, intervistato ieri, in un programma della Cnn, ha dichiarato che Washington e Kiev sono “ragionevolmente vicine” a raggiungere una soluzione diplomatica per porre fine alla guerra in Ucraina e ha accusato la Gran Bretagna e altri Paesi Ue di aver fatto pressione su Kiev affinché bloccasse i colloqui di pace, sottolineando: “L’assenza di qualsiasi dialogo tra Stati Uniti e Russia comporta un enorme pericolo per il mondo intero. Quando non c’è dialogo, sorgono equivoci e incomprensioni; quando le due maggiori potenze nucleari non dialogano, ciò rappresenta un enorme pericolo per la pace. L’amministrazione Trump è interessata a capire la posizione della Russia. La Russia è interessata a porre fine al conflitto in Ucraina il più rapidamente possibile. Vogliamo porre fine a questo conflitto il prima possibile. Vogliamo tutti che questo conflitto finisca diplomaticamente”.
La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, invece, nella consueta conferenza stampa, ha criticato l’Unione Europea per il suo 19° pacchetto di sanzioni, definendolo un tentativo di assumere il ruolo di “poliziotto globale” e di “considerarsi autorizzata a dettare le regole del commercio e della cooperazione economica tra Stati sovrani”, e che ciò “avrà inevitabili conseguenze sul ruolo e sulla posizione dell’Unione nel mondo”.
Dalla Turchia, che nelle ultime ore ha rilanciato il suo ruolo di Paese mediatore e la proposta di ospitare il vertice USA-Russia, il Presidente turco Erdogan , al sito di notizie Hurriyet, ha dichiarato: “Stiamo attraversando un periodo doloroso. Le guerre minacciano il nostro ambiente. Dalla Siria a Gaza, dal Golfo al conflitto tra Russia e Ucraina, non c’è equazione senza la Turchia. Ora c’è una Turchia nella regione e nel mondo che è nota per le sue promesse ed esporta pace e stabilità. La Turchia si sta trasformando in una potenza globale grazie ai passi decisivi che ha compiuto. Oggi, quando si parla di pace, armonia e stabilità, la Turchia viene in mente per prima”.
Tuttavia, il Premier ungherese Orban, contrario alle sanzioni Ue e USA sul petrolio russo, nonostante il rinvio, continua a lavorare all’incontro a Budapest tra il Presidente USA Trump e il Presidente russo Putin e lunedì sarà in Italia , a Roma, per incontrare Papa Leone XIV e la Presidente del Consiglio Meloni.
Stamane, invece, Papa Leone XIV ha incontrato in udienza privata, per la prima volta, mons. Vitalii Kryvytskyi, vescovo latino di Kyiv-Zhytomyr, che a Vatican News ha dichiarato: “Ho avuto l’opportunità di incontrare il Pontefice per ringraziarlo delle sue preghiere, del suo amore per l’Ucraina, delle sue parole che sentiamo durante le omelie o durante l’Angelus di domenica: ogni volta sentiamo il suo sostegno per il nostro Paese in un momento così difficile per noi. L’ho ringraziato per i suoi messaggi così chiari. Ringraziarlo anche per il sostegno di cui forse non potremo mai conoscere fino in fondo la portata. L’ho ringraziato, anche per tutto ciò che il Vaticano fa per i nostri profughi, per i bambini ucraini ricoverati all’ospedale Bambino Gesù e in ogni luogo in cui è possibile aiutare il nostro Paese così provato. Ho anche chiesto al Papa cosa vorrebbe trasmettere al popolo ucraino, alla nostra comunità di vescovi cattolici. E, naturalmente, ho sentito ancora una volta parole di sostegno. Il Papa ci ha esortato a non perdere la speranza, soprattutto ora, in questo Anno giubilare, anche se la comunità internazionale, benché stia cercando diversi modi per risolvere la nostra questione, la questione di questa guerra sanguinosa, non trovi ancora una soluzione. Le sue parole di sostegno sono state per me come quelle di un padre che sa che possiamo superare questa prova. Durante questo incontro ho sentito una mano paterna”.
Nel frattempo, proseguono gli attacchi russi sull’Ucraina. La notte scorsa, infatti, le forze di Mosca hanno effettuato raid su diverse regioni del Paese, causando la morte di due persone e il ferimento di 8. Reiterati anche i raid con missili e droni sulla capitale Kiev, dove si sono registrati numerosi incendi ed esplosioni, così come su Kharkiv.
Le forze ucraine, però, hanno anche rivendicato la riconquista del villaggio di Torske, nella regione di Donetsk.
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