di Federica Marengo giovedì 16 ottobre 2025

-Proseguono gli attacchi russi alle infrastrutture energetiche dell’Ucraina. Nelle ultime ore, infatti, il Presidente ucraino Zelensky, in un post social, ha fatto sapere che: “Questa notte si parla di attacchi al nostro popolo, al nostro settore energetico e alle nostre infrastrutture civili. La Russia ha utilizzato più di 300 droni d’attacco e 37 missili, un numero significativo dei quali balistici, contro l’Ucraina. Le infrastrutture delle regioni di Vinnytsia, Sumy e Poltava sono state attaccate”. A Nizhyn, nella regione di Chernihiv, è stato danneggiato l’ufficio postale e una persona è rimasta ferita”.
A seguire, in merito, il ministero della Difesa russo ha riferito che la Russia , la scorsa notte ha compiuto “un massiccio attacco all’infrastruttura energetica del gas in Ucraina che sostiene il funzionamento del complesso militare-industriale ucraino” e , che, nei raid, sono stati impiegati anche missili ipersonici Kinzhal, sottolineando che, tali attacchi, sono stati compiuti “in risposta agli attacchi terroristici dell’Ucraina contro obiettivi civili sul territorio della Russia”.
Ad essere colpiti dalle forze di Mosca, gli impianti di gas di Poltava, nella regione centrale dell’Ucraina, successivamente chiusi, mentre droni russi sono stati lanciati verso Kharkiv e Donetsk, nella regione occidentale del Paese.
In conseguenza di ciò, l’operatore della rete elettrica statale ucraina ha comunicato che: “A causa della difficile situazione del sistema energetico, sono state implementate interruzioni di corrente di emergenza in tutte le regioni dell’Ucraina”.
Sul fronte russo , invece, il governatore di Volgograd ha reso noto che vi è stato nella regione un massiccio attacco ucraino con droni contro infrastrutture energetiche e ,che, la caduta dei detriti di un velivolo senza pilota, colpito dalla contraerea, ha causato un incendio, poi spento, nella sottostazione elettrica di Balashovskaya.
Il governatore della regione di Kherson, nominato dalla Russia, invece, ha affermato che gli attacchi ucraini di martedì e mercoledì scorso hanno danneggiato una sottostazione elettrica, lasciando inizialmente senza elettricità quasi 100.000 persone in 96 insediamenti.
Lo Stato Maggiore dell’esercito ucraino, poi, ha fatto sapere di aver colpito una raffineria russa a Saratov.
Quanto alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, controllata dai russi, dopo l’allarme del direttore dell’AIEA(Agenzia internazionale per l’Energia Atomica), Grossi, sulla necessità di riparare le linee elettriche, secondo i media statali, un funzionario russo ha affermato che già venerdì potrebbe essere presa una decisione in merito a una pausa nei combattimenti per consentire la riparazione delle suddette linee.
Intanto, prima dell’incontro di domani alla Casa Bianca con il Presidente ucraino Zelensky, il Presidente USA Trump, quest’oggi, ha avuto un colloquio telefonico con il Presidente russo Putin.
Il Presidente Trump ha fatto sapere in un post sul suo social network di avere avuto una conversazione “molto produttiva” con il suo omologo russo, con cui sono stati fatti “grandi progressi” e che il Presidente russo, Putin, “gli ha fatto le congratulazioni per il grande accordo di pace raggiunto in Medio Oriente”, sottolineando che “l’accordo per la tregua nella Striscia di Gaza può aiutare il negoziato con Putin per mettere fine alla guerra tra Russia e Ucraina” e che aggiornerà domani il suo omologo ucraino, Volodymyr Zelensky, sui contenuti della conversazione.
Trump, annunciando un incontro con Putin a Budapest, ha poi aggiunto : “La prossima settimana si terrà una riunione dei nostri Consiglieri di Alto Livello. I primi incontri con gli Stati Uniti saranno guidati dal segretario di Stato Marco Rubio, insieme a diverse altre persone che saranno designate. La sede dell’incontro deve ancora essere definita. In seguito, il Presidente Putin e io ci incontreremo poi in una località concordata, Budapest, in Ungheria, per valutare se possiamo porre fine a questa ‘ingloriosa’ guerra tra Russia e Ucraina. Il Presidente Zelensky e io ci incontreremo domani nello Studio Ovale, dove discuteremo della mia conversazione con il Presidente Putin e di molto altro”.
Immediato il commento, via social, del Premier ungherese Orban all’annuncio del Presidente USA Trump dell’incontro con il Presidente russo Putin a Budapest: “Il previsto incontro tra i presidenti americano e russo è una grande notizia per le persone nel mondo che amano la pace. Siamo pronti!”.
Al centro del bilaterale di domani del Presidente Trump con il Presidente Zelensky, vi sarà l’invio dei missili a lungo raggio Tomahawk, capaci di colpire in profondità nel territorio russo, sollecitati agli USA dal leader di Kiev e , riguardo a ciò, secondo Axios, Trump potrebbe dare a Putin un nuovo ultimatum: o la Russia avvia seri negoziati di pace o l’Ucraina riceverà i Tomahawk”.
Inoltre, il Presidente Zelensky, per cui “L’incontro alla Casa Bianca con Donald Trump può davvero avvicinare la fine della guerra”, poiché “Gli Stati Uniti hanno la capacità di esercitare un’influenza globale” , secondo la Tv ucraina, terrà incontri a porte chiuse con le aziende USA del settore della difesa e dell’energia e parlerà anche con membri del Congresso.
Proprio in vista dell’incontro del Presidente Zelensky con il Presidente Trump, il Premier ucraino Yulia Svyrydenko, che guida la delegazione di Kiev negli Usa, già a Washington da qualche giorno, ha incontrato il segretario al Tesoro statunitense Scott Bessent per discutere del rafforzamento del partenariato e della garanzia di una pace a lungo termine.
In merito, il capo dell’Ufficio del presidente dell’Ucraina, Yermak, parte della delegazione ucraina negli USA, ha aggiornato, tramite social sugli sviluppi degli incontri che la delegazione ucraina sta avendo con i senatori USA: “Abbiamo tenuto una serie di incontri con Senatori degli Stati Uniti, incentrati sulla cooperazione in materia di difesa tra Ucraina e Stati Uniti, sull’intensificazione della pressione economica nei confronti dell’aggressore e sul ritorno dei bambini ucraini deportati dalla Federazione Russa. Tra i temi affrontati, ci sono stati: “l’ampliamento della produzione congiunta nel settore della difesa, nell’ambito del cosiddetto Drone Deal; il rafforzamento della difesa aerea e delle capacità a lungo raggio dell’Ucraina, anche attraverso l’impiego dei beni russi congelati; lo sviluppo di progetti relativi ai minerali critici e all’energia. Abbiamo inoltre discusso del rafforzamento del regime sanzionatorio, in particolare, della necessità di colmare le lacune che ancora consentono alla macchina bellica russa di operare e limitare ulteriormente le entrate energetiche della Russia. Inoltre, un’attenzione particolare è stata riservata al disegno di legge statunitense che propone di designare la Russia come Stato sponsor del terrorismo fino a quando non sarà garantito il ritorno di tutti i bambini ucraini illegalmente trasferiti”.
Da Mosca, il ministro degli Esteri russo Lavrov , riguardo all’invio da parte degli USA a Kiev dei missili a lungo raggio Tomahawk, in un’intervista al quotidiano Kommersant, ha detto: “Non abbiamo richiesto un incontro per convincere l’amministrazione statunitense che si tratta di un passo molto pericoloso. Partiamo dal presupposto che ci siano persone intelligenti ed esperte che capiscono tutto perfettamente, perché questo sposterà la situazione su un terreno completamente diverso. Nessuno degli esperti nega che solo il personale militare del Paese produttore possa controllare tali sistemi. Oltre a trasformare la ‘guerra’ di Joe Biden nella ‘guerra’ di Donald Trump, ciò comporterebbe anche una pericolosa escalation delle relazioni tra Russia e Stati Uniti. Non ho dubbi che lo capiscano”.
A Bruxelles, nel frattempo, si discute del rafforzamento della difesa Ue, alla luce dei ripetuti sconfinamenti di droni russi sui Paesi del fianco Est dell’Alleanza , oltre che del sostegno militare a Kiev, dell’uso dei beni russi congelati per finanziare prestiti senza interessi all’Ucraina, dello stop alle importazioni di energia russa e delle sanzioni a Mosca.
In merito al rafforzamento della Difesa europea, si è tenuto ieri ,nel quartier generale della Nato a Bruxelles, il vertice dei ministri della Difesa dell’Alleanza Atlantica e il gruppo di contatto per l’Ucraina, nel quale, il segretario generale della Nato, Rutte , ha dichiarato che il sostegno dell’Alleanza Atlantica all’Ucraina resta invariato, poiché la sicurezza di Kiev è strettamente legata a quella dei Paesi membri.
Rutte ha anche sottolineato che, grazie ai fondi degli Alleati, la Nato sta fornendo all’Ucraina equipaggiamenti militari statunitensi essenziali attraverso la Prioritised Ukraine Requirement List (Purl), che consente di consegnare rapidamente le armi di cui Kiev ha più urgente necessità. Questo e altri contributi militari diretti a favore di Kiev , sono così importanti per la nostra sicurezza da essere conteggiati nell’obiettivo di spesa per la difesa della Nato. Tale sostegno continuerà senza interruzioni”.
In tale ambito, il ministro della Difesa tedesco, Pistorius, ha annunciato che la Germania fornirà all’Ucraina altri aiuti militari per 2 miliardi di euro (il pacchetto comprende: sistemi di difesa missilistica, tecnologia radar all’avanguardia e munizioni) ; schiererà degli Eurofighter nella base militare polacca di Malbork per proteggere il fianco orientale dell’Alleanza Atlantica e investirà 10 miliardi di euro in droni.
Il Segretario della Guerra USA, Hegseth, parlando della Priority Ukraine Requirements List ha evidenziato: “Tutti i Paesi della Nato devono contribuire all’acquisto di armi per l’Ucraina, basta scrocconi. In sostanza, l’Europa paga e gli USA forniscono attrezzature tramite l’Alleanza, le migliori attrezzature del mondo a Kiev”.
Al G7 dei ministri dell’Economia, invece, in cui si è discusso di Ucraina, Russia e Cina, per l’Italia, il ministro Giorgetti ha affermato che per rafforzare la difesa serviranno “un sacco di soldi e dovrà metterli l’Europa”.
Restando in tema di Difesa europea, nel corso di una conferenza stampa, l’Alta rappresentante per la Politica estera Ue, Kallas ha illustrato la tabella di marcia per la preparazione della Difesa europea 2030, presso la Commissione Ue.
Kallas, ha quindi spiegato: “La Commissione Ue ha proposto quattro progetti europei di punta nel campo della difesa , tra cui un sistema anti-drone e un piano per fortificare il confine orientale, nell’ambito di un’iniziativa volta a preparare il continente a difendersi entro il 2030. Le proposte, contenute in una roadmap della politica di difesa, riflettono i timori alimentati dalla guerra in Ucraina che la Russia possa attaccare un membro dell’Ue nei prossimi anni e le richieste del presidente degli Stati Uniti Donald Trump affinché l’Europa faccia di più per la propria sicurezza. Il pericolo non scomparirà anche quando la guerra in Ucraina sarà finita. È chiaro che dobbiamo rafforzare le nostre difese contro la Russia. La Commissione ha affermato che due “progetti faro” sono particolarmente urgenti: l’Iniziativa europea di difesa con droni, precedentemente nota come “muro di droni”, e Eastern Flank Watch, che mira a “fortificare i confini orientali dell’UE” via terra, aria e mare. Entrambi i progetti dovrebbero avere una capacità iniziale entro la fine del prossimo anno. Il progetto sui droni dovrebbe essere pienamente operativo un anno dopo e il “flank watch” dovrebbe raggiungere tale status alla fine del 2028. Ha inoltre proposto uno scudo aereo europeo, per difendersi dai missili e da altre minacce aeree, e uno scudo spaziale europeo, per proteggere le risorse e i servizi spaziali europei”.
Saranno , dunque, i e le leader dei 27 Paesi membri dell’Ue a decidere se dare il via libera alle proposte principali e a trovare un accordo su chi gestirà i progetti che saranno approvati.
In merito all’uso dei beni russi congelati per stanziare prestiti senza interessi all’Ucraina, il cancelliere tedesco Merz, in un discorso al Bundestag , la Camera bassa del Parlamento, ha dichiarato che, nel prossimo Consiglio Europeo del 23 e 24 ottobre, chiederà all’Unione Europea di utilizzare i beni russi congelati in Occidente per fornire un prestito di 140 miliardi di euro (163 miliardi di dollari) all’Ucraina per finanziare il suo sforzo bellico , evidenziando: “Non vogliamo farlo per prolungare la guerra, ma per porvi fine. Putin deve rendersi conto che il nostro sostegno all’Ucraina non diminuirà, ma aumenterà, e che non può contare sul fatto di resistere più a lungo di noi”.
A tal proposito, il commissario europeo per l’Economia Valdis Dombrovskis, parlando con Reuters a margine delle riunioni del Fondo Monetario Internazionale a Washington, ha detto che “Il Canada e la Gran Bretagna hanno espresso interesse a collaborare all’idea dell’UE di un prestito di risarcimento per l’Ucraina basato sui beni russi immobilizzati” e di aver presentato ai ministri delle finanze del G7 l’idea del prestito dell’UE, che potrebbe arrivare fino a 185 miliardi di euro in due anni.
Inoltre, Dombrovskis ha affermato: “Nel corso della giornata avrò anche un incontro bilaterale con il segretario al Tesoro degli Stati Uniti Scott Bessent e probabilmente potrò approfondire maggiormente quali siano esattamente i piani degli Stati Uniti al riguardo. Riteniamo che questo modello (prestito di riparazione) sia scalabile e che anche altri membri del G7, che detengono attività russe nel loro territorio, possano utilizzare un approccio simile, ovviamente in linea con i loro sistemi giuridici e così via. E in effetti il Regno Unito e il Canada hanno manifestato interesse a lavorare su un modello simile al nostro prestito di riparazione”.
Riguardo allo stop da parte dell’Ue alle importazioni di energia russa, le commissioni per l’industria e energia (Itre) e per il commercio internazionale (Inta), in voto congiunto, hanno approvato con 83 voti favorevoli , 9 contrari e un’astensione , il mandato negoziale sulla tabella di marcia REPowerEu presentata a giugno dalla Commissione Ue, anticipando così di un anno, da inizio 2028 a inizio 2027, la data per porre fine a tutti i contratti ai contratti a lungo termine di gas e Gnl stipulati con Mosca.
Il commissario Ue all’Energia, Dan Jorgensen, ha così commentato il voto delle Commissioni: “E’ bello vedere un forte supporto per il piano RePowerEu da parte del Parlamento europeo. L’Ue deve liberarsi dei combustibili fossili russi, rafforzare la propria indipendenza e sicurezza energetica e sostenere l’Ucraina. Non vogliamo più importare una sola molecola di gas russo. Prossimo passo: Consiglio per l’energia lunedì”.
Il Presidente russo Putin, però, intervenendo alla sessione plenaria della Settimana russa dell’energia, ha dichiarato che rifiutare l’energia russa, sia gas che petrolio, costituisce un danno solo per l’Ue: “Sembrerebbe che il rifiuto di alcuni paesi europei di acquistare gas russo e la distruzione dei famosi Nord Stream ci abbiano tagliato fuori dai mercati tradizionali, infliggendo un duro colpo a un settore importante del nostro settore energetico. E bisogna ammettere che, in effetti, le nostre esportazioni di gas inizialmente sono diminuite, ma poi hanno ricominciato a crescere. Non si sono ancora ripresi completamente, ma la crescita è assolutamente evidente. La mossa dell’Unione Europea ha solo accelerato il cambiamento di direzione delle nostre forniture a favore di acquirenti più promettenti e responsabili, Stati che conoscono i propri interessi e agiscono in modo razionale, basandosi proprio su questi interessi nazionali. La sfida consiste nel riorganizzare i legami energetici mondiali. Si tratta di un processo in gran parte oggettivo e naturale. Semplicemente stanno sorgendo nuovi centri di sviluppo economico, dove cresce il consumo, tutto qui. Ma ovviamente ci troviamo anche di fronte a una rottura artificiale dell’architettura energetica, causata dalle azioni aggressive e molto insistenti di alcune élite occidentali. Come sapete, molti paesi europei, ad esempio, sotto la pressione politica hanno rinunciato all’acquisto di energia russa. Il rifiuto dei paesi dell’Unione europea di accettare i vettori energetici russi ha causato un calo della produzione industriale, l’aumento dei prezzi e la perdita di competitività dei beni europei”.
Ciò mentre il Regno Unito ha sanzionato le due maggiori compagnie petrolifere russe e 44 petroliere della flotta ombra, per inasprire le sanzioni energetiche e soffocare le entrate del Cremlino.
Al riguardo, di fronte alle pressioni del Presidente USA Trump (l’introduzione di dazi al 100% sui beni provenienti da Pechino ) , i portavoce dei ministeri cinesi degli Affari esteri e del Commercio della Cina hanno definito come “legittimi” i propri acquisti di petrolio russo e le recenti restrizioni applicate agli USA nel settore ultra-sensibile delle terre rare.
Tuttavia, il Presidente Trump e il segretario al Tesoro USA , Scott Bessent, hanno esortato anche India e Giappone a interrompere l’import di risorse energetiche dalla Russia per ridurre la capacità economica di Mosca di finanziare la guerra in Ucraina.
Il Presidente Trump , infatti, aveva detto di avere avuto assicurazioni dal Premier indiano Modi che New Delhi ha acconsentito ad interrompere le importazioni dalla Russia.
Il Vicepremier russo responsabile per il settore energetico,Alexander Novak, però , si è detto “fiducioso” che sia l’India che la Cina continueranno ad importare il petrolio russo, perché le risorse energetiche di Mosca “ sono richieste, sono economicamente vantaggiose e convenienti”.
Infine, riguardo al 19° pacchetto di sanzioni a Mosca, restano le obiezioni sollevate da Austria e Slovacchia, riguardo cui , un alto funzionario europeo ha fatto sapere all’agenzia Ansa, che la Commissione UE non intende cedere.
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