di Federica Marengo mercoledì 3 settembre 2025

-Nelle scorse ore, si è svolta a Pechino, in piazza Tienanmen, la parata militare in occasione degli ottant’anni dalla vittoria della Seconda guerra mondiale. Presenti, 26 leader mondiali, tra cui il Presidente russo Putin, che ha firmato con Pechino alcuni accordi di partenariato su energia, gas e armi, e il leader della Corea del Nord, Kim Jong-un.
Il Presidente cinese, Xi Jinping, nel suo discorso prima della parata, ha ricordato le vittime della guerra e ha chiesto di sradicare le radici della guerra per impedire che la storia si ripeta, affermando che: “L’ umanità oggi deve scegliere tra pace e guerra e tra dialogo e scontro”, rilanciando la sfida all’Occidente per un nuovo ordine globale.
La parata, durante la quale sono stati mostrati missili e caccia, si è conclusa con la stretta di mano tra il Presidente Xi Jinping e il Presidente Putin, che a seguire, ha avuto un bilaterale con il leader della Corea del Nord, Kim Jong-un, nel quale, il numero uno del Cremlino, ha ringraziato Pyongyang a “nome del popolo russo per la partecipazione alla lotta contro il nazismo moderno” ,riferendosi al dispiegamento in Russia di soldati nord-coreani per la riconquista della regione del Kursk.
A sua volta, Kim Jong-un ha risposto a Putin: “Se c’è qualcosa che possiamo fare per aiutare la Russia, lo faremo sicuramente e lo considereremo un nostro dovere fraterno. Faremo tutto il possibile per aiutare la Russia”.
Dagli USA, il Presidente Trump ha inviato un messaggio ai leader di Russia e Cina, nel quale, sottolineando di non temere un attacco da parte di tali potenze, ha rivolto loro un “caloroso saluto”, definendoli “cospiratori contro gli Stati Uniti”.
Il Cremlino ha poi replicato a Trump, smentendo vi fosse alcuna cospirazione.
Quest’oggi, il Presidente russo Putin, in conferenza stampa a Pechino, ha dichiarato che è stato “messo sul tavolo” un invito al Presidente degli Stati Uniti Trump a visitare la Russia, ma che, al momento, non ci sono preparativi per un simile viaggio.
Inoltre, Putin , rispondendo alla domanda su un possibile incontro con il Presidente ucraino Zelensky, ha detto: “Se necessario possiamo alzare il livello dei negoziatori con l’Ucraina. Un incontro con Zelensky è possibile, se è pronto, che venga a Mosca. Se il buon senso prevarrà, sarà possibile concordare una soluzione accettabile per porre fine a questo conflitto”, in virtù del “sincero desiderio” di Trump di trovare una soluzione.
“Penso ci sia una certa luce alla fine del tunnel. Vediamo come si evolve la situazione. In caso contrario, dovremo risolvere tutti i compiti che ci attendono con la forza delle armi. Le forze russe stanno avanzando su tutti i fronti e l’Ucraina non è in grado di condurre un’offensiva su larga scala, ma ciò nonostante le forze russe non possono rilassarsi”.
Immediata , la risposta del ministro degli Esteri ucraino,Sybiha, che ha evidenziato: “Al momento, almeno sette Paesi sono pronti a ospitare un incontro tra i leader di Ucraina e Russia per porre fine alla guerra: Austria, Santa Sede, Svizzera, Turchia e tre Stati del Golfo. Si tratta di proposte serie e il Presidente Zelensky è pronto a un incontro del genere in qualsiasi momento. Eppure Putin continua a prendere in giro tutti, avanzando proposte che sa benissimo essere inaccettabili. Solo una pressione maggiore potrà costringere la Russia a prendere finalmente sul serio il processo di pace”.
Il ministro degli Esteri russo, Lavrov, invece, ha ribadito in un’intervista al quotidiano indonesiano Kompas, che: “La Russia sta cercando di ottenere il riconoscimento internazionale delle regioni ucraine (Crimea, di Sebastopoli, della Repubblica Popolare di Donetsk, della Repubblica Popolare di Lugansk, delle regioni di Zaporizhzhia e Kherson ), che Mosca rivendica come parte del proprio territorio, al fine di garantire una pace duratura”, mentre la portavoce dello stesso ministero degli Esteri, Zakharova, ha sottolineato come l’unica garanzia di sicurezza per Kiev sia ritornare alla neutralità, non avere armi nucleari e non essere allineata.
Il ministro degli Esteri ucraino, Sybiha, commentando le dichiarazioni del ministro degli Esteri Lavrov, in un messaggio social, ha scritto: “Negli ultimi sei mesi, il presidente Trump ha dedicato molto tempo e molti sforzi per avvicinare la pace. La risposta che ha ricevuto dal ministro degli Esteri russo è questa: una nuova serie di vecchi ultimatum. La Russia non ha modificato i propri obiettivi aggressivi e non mostra alcun segno di disponibilità a negoziati significativi. Al contrario, i suoi ultimatum diventano sempre più irragionevoli. Ciò dimostra che l’appetito dell’aggressore cresce solo quando non è sottoposto a pressioni e forza. È invece giunto il momento di colpire la macchina da guerra russa con nuove severe sanzioni e di riportare Mosca alla ragione”.
Intanto, il Presidente ucraino Zelensky, che ha rimarcato agli alleati europei e all’alleato USA, la necessità di esercitare la massima pressione su Mosca, introducendo pesanti sanzioni, prima di recarsi domani a Parigi per la riunione sulle garanzie di sicurezza per l’Ucraina con il gruppo dei Volenterosi (Francia, Regno Unito, Germania) ,cui parteciperanno anche la Presidente della Commissione Ue, von der Leyen , la Premier Meloni e il Presidente USA Trump, che a seguito del vertice avrà un colloquio con i leader europei, ha tenuto un incontro a Copenaghen, con i Paesi nordici e Baltici, che hanno assicurato a Kiev un ulteriore sostegno.
Il Primo ministro estone, Kristen Michal, infatti, nel corso del vertice, ha dichiarato: “L’amicizia di Putin con l’Iran, la Corea del nord e la Cina dimostra che la guerra in corso in Ucraina ha conseguenze globali. Se l’aggressione della Russia avrà successo, altri Paesi sul cosiddetto asse del male potrebbero tentare di fare lo stesso. Abbiamo il dovere di continuare a sostenere l’Ucraina in ogni modo. Il mondo libero deve restare unito, ed è quello che stiamo facendo, dal Canada fino al Giappone”, riecheggiato dalla Premier lettone Silina, che ha detto: “La visita di Putin in Cina è un elemento di cui dobbiamo tenere conto, vanno tratte delle conclusioni. Un piano di intervento è importante tanto per misurare le nostre forze che per dare un chiaro segnale di sostegno agli ucraini”.
La Premier danese Frederiksen , invece, il cui Paese ospiterà la produzione di carburante per missili lungo raggio, nelle dichiarazioni alla stampa dopo l’incontro con il Presidente ucraino Zelensky, ha detto: “Forse l’elemento più importante delle future garanzie di sicurezza per l’Ucraina è garantire a Kiev un esercito forte, ben equipaggiato e addestrato. Non state combattendo solo la vostra guerra, state combattendo per l’intero futuro dell’Europa. Abbiamo detto fin dall’inizio di questa guerra che non state combattendo solo la vostra guerra, state combattendo per l’intero futuro dell’Europa. E quindi dobbiamo continuare a sostenervi”.
Il segretario generale della Nato , Rutte, in una conferenza stampa con il Presidente estone Alar Karis presso la sede dell’Alleanza Atlantica a Bruxelles, ha detto che si aspetta chiarezza al vertice degli alleati dell’Ucraina di giovedì, “o subito dopo”, su quali garanzie di sicurezza l’Europa potrà offrire a Kiev dopo la fine della guerra della Russia in Ucraina.
L’Alta rappresentante Ue per la Politica estera , Kaja Kallas, che stamane ha annunciato un incontro per oggi dei ministri della Difesa della Coalizione dei Volenterosi ,per discutere di Ucraina, durante una conferenza stampa, commentando la parata militare a Pechino e le dichiarazioni del Presidente Xi Jinping e del Presidente Putin, ha detto: “Mentre i leader occidentali si riuniscono in diplomazia, un’alleanza autocratica sta cercando una via veloce verso un nuovo ordine mondiale. Guardando il presidente Xi Jinping che oggi a Pechino si trova al fianco dei leader di Russia, Iran e Corea del Nord, non si tratta solo di apparenze anti-occidentali; questa è una sfida diretta al sistema internazionale basato sulle regole. E non è solo simbolico: la guerra della Russia in Ucraina viene sostenuta dal supporto cinese. Queste sono realtà che l’Europa deve affrontare. È chiaro che la Russia non mostra alcuna reale intenzione di porre fine a questa guerra. Dobbiamo affrontare le conseguenze di tutto ciò. Per l’Europa, questo può significare solo una cosa: maggiore sostegno militare, diplomatico ed economico all’Ucraina. In caso di tregua, un esercito ucraino forte è la più solida garanzia di sicurezza che esista. Ecco perché li stiamo sostenendo anche con addestramento, finanziamenti e attrezzature”.
Nel frattempo, sul fronte dei combattimenti, proseguono gli attacchi russi sull’Ucraina. Nella notte, infatti, le forze di Mosca hanno lanciato su diverse regioni del Paese almeno 526 droni.
In merito, il Presidente ucraino Zelensky, ha sottolineato che il Presidente russo Putin, “sta ostentando la sua impunità con gli ultimi attacchi contro infrastrutture civili in Ucraina”.
Inoltre, il ministero della Difesa russo ha dichiarato che le sue truppe hanno conquistato “circa metà della città di Kupiansk”, nella regione ucraina di Kharkiv e hanno attaccato le infrastrutture ucraine di trasporto e rifornimento di carburante utilizzate per scopi militari.
Sotto attacco russo anche la regione di Khmelnytskyi, nell’Ucraina centro-occidentale, in cui una persona è stata uccisa e la regione di Kostiantynivka, dove sono state uccise 9 persone.
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