di Federica Marengo sabato 7 giugno 2025

-Nella notte scorsa, le forze russe hanno attaccato con droni e missili le regioni di Kiev, Kharkiv e Kherson, causando diversi morti e feriti, tra cui anche dei bambini. Come confermato dallo stesso ministero della Difesa russo, le forze armate di Mosca hanno sferrato attacchi coordinati con armi ad alta precisione a lungo raggio e droni, ma, ha precisato, che queste ultime hanno colpito impianti del complesso militare-industriale ucraino, stabilimenti di assemblaggio di droni da combattimento, centri di manutenzione e riparazione di armi e attrezzature militari e depositi di munizioni delle Forze Armate dell’Ucraina. L’attacco, come preannunciato da Mosca, è stato una rappresaglia in risposta al raid ucraino sulle basi militari russe dei giorni scorsi, in cui sono stati distrutti 40 bombardieri strategici.
Il governatore di Mosca, poi, ha fatto sapere che due persone sono rimaste ferite nella regione ,a seguito di un attacco con droni delle forze di Kiev.
Successivamente, il capodelegazione russo dei negoziati tra Kiev e Mosca, Medinsky, in un post social, ha reso noto che l’Ucraina ha rinviato lo scambio di 640 prigionieri, dichiarando: “Il 6 giugno, in piena conformità con gli accordi di Istanbul, la parte russa ha avviato un’operazione umanitaria per la consegna all’Ucraina di oltre 6000 salme di militari delle Forze armate ucraine deceduti, nonché per lo scambio di prigionieri di guerra feriti e gravemente malati e di prigionieri di guerra di età inferiore ai 25 anni. Il primo lotto di 1212 corpi congelati di soldati delle Forze armate ucraine è già arrivato in celle frigorifere nella zona di scambio. Gli altri sono in arrivo. Inoltre, all’Ucraina è stato consegnato il primo elenco di 640 prigionieri di guerra, delle categorie ‘feriti, gravemente malati e giovani’, al fine di avviare lo scambio. Il gruppo di contatto del Ministero della Difesa della Federazione Russa si trova al confine con l’Ucraina. Tuttavia, la parte ucraina ha inaspettatamente rinviato a tempo indeterminato la consegna dei corpi e lo scambio dei prigionieri di guerra. Per qualche motivo, il gruppo dei loro negoziatori non si è nemmeno presentato sul luogo dello scambio. Le ragioni addotte sono diverse e piuttosto strane. Esortiamo Kiev a rispettare rigorosamente il calendario e tutti gli accordi raggiunti, e ad avviare immediatamente lo scambio. Che, come concordato, 1200 soldati e ufficiali di ciascuna parte abbiano la possibilità di tornare a casa. Esortiamo infine a recuperare i corpi di 6000 soldati e ufficiali delle Forze Armate dell’Ucraina, affinché le famiglie possano seppellirli in modo dignitoso”.
Immediata, la replica da parte di Kiev, secondo Bbc News, che cita un esponente del Coordinamento ucraino per i prigionieri di guerra, Petro Yatsenko, secondo cui lo scambio è stato spostato alla prossima settimana. Infatti, in un comunicato diffuso proprio da tale ufficio, si legge: “Le dichiarazioni dei rappresentanti dello Stato aggressore sul presunto inizio della restituzione dei corpi o delle misure di rimpatrio in seguito agli accordi di Istanbul non sono vere. Qualsiasi dichiarazione o azione unilaterale da parte dei rappresentanti dello Stato aggressore è un’ulteriore manipolazione riguardo alla delicata e importante questione del rimpatrio dei corpi dei nostri difensori”.
Ancora, da Mosca, il tenente generale Alexander Zorin delle Forze Armate russe, citato in un comunicato del ministero della Difesa russo, ha dichiarato che: “La parte russa ha fornito alla parte ucraina un elenco di 640 nomi, ma la parte ucraina sta attualmente evitando di fissare una data per il ritorno di queste persone e il trasferimento del corrispondente numero di prigionieri di guerra russi”.
Quindi, il Coordinamento ucraino per il trattamento dei prigionieri di guerra ha replicato in un post social: “Per quanto riguarda lo scambio dei prigionieri, l’Ucraina ha presentato gli elenchi per lo scambio, redatti secondo categorie chiaramente definite e concordate durante i negoziati di Istanbul: feriti gravi, malati gravi, secondo la formula ‘tutti per tutti’, nonché giovani militari. La parte russa ha trasmesso altri elenchi che non corrispondono all’approccio concordato. L’Ucraina ha fornito i relativi commenti e ora si attende la prossima mossa da parte russa. Per quanto riguarda il rimpatrio delle salme, è stato effettivamente raggiunto un accordo. La data non è stata concordata. Tuttavia, invece di attuare in modo coerente l’algoritmo concordato, la parte russa ha intrapreso azioni unilaterali che non sono state concordate nell’ambito del processo congiunto. Esortiamo Mosca a porre fine a questi sporchi giochetti e a tornare a un lavoro costruttivo, al fine di riportare le persone da entrambe le parti e di attuare chiaramente l’accordo nei prossimi giorni”.
Tuttavia, il viceministro della Difesa della Federazione Russa, colonnello generale Alexander Fomin, tornando sulla questione, via social, ha affermato: “Abbiamo comunicato in anticipo le nostre proposte al riguardo alla parte ucraina ed eravamo pronti a iniziare la consegna dei corpi dei caduti già questa settimana. Inoltre, abbiamo inviato i membri del gruppo di contatto russo al confine tra Bielorussia e Ucraina per concordare tutte le questioni tecniche sul posto. Ma fino ad ora non abbiamo ricevuto il consenso di Kiev per lo svolgimento delle operazioni umanitarie. I rappresentanti del gruppo di contatto ucraino non si sono presentati all’incontro. Non conosciamo il motivo del ritardo nello svolgimento delle operazioni. Contiamo che nelle prossime ore le autorità ucraine possano prendere le decisioni necessarie. Da parte nostra, confermiamo la nostra disponibilità a rispettare tutti gli accordi esistenti”.
A tali dichiarazioni, si sono aggiunte quelle della portavoce del ministero degli Esteri russo, Zakharova, che ha detto: “Il regime di Kiev non ha bisogno dei propri cittadini, né vivi né morti. Non esiste al mondo un popolo o un’etnia che rifiuti di seppellire i propri soldati. Ma esiste il regime di Kiev, che professa un’ideologia disumana e sta commettendo un genocidio contro il proprio popolo”.
Intanto, il Presidente ucraino Zelensky, in un’intervista al talk show USA, “This Week”, in onda su Abc, è tornato sull’attacco in cui sono stati danneggiati almeno 40 bombardieri strategici russi, dichiarando: “I camionisti russi che hanno trasportato le “casi mobili” con tetto retrattile contenenti i droni attivati a distanza per attaccare gli aerei da guerra russi lo hanno fatto inconsapevolmente: non sapevano nulla, hanno solo fatto il loro lavoro. I servizi segreti hanno usato solo le nostre armi e non hanno impiegato attrezzature provenienti dagli arsenali alleati. Ho voluto usare solo ciò che produciamo e che la distinzione fosse molto chiara”.
Poi, replicando alle dichiarazioni del Presidente USA Trump, che nel corso dell’incontro con il cancelliere tedesco Merz nello Studio Ovale ha paragonato Kiev e Mosca a “due bambini che lottano ai giardini”, il Presidente ucraino Zelensky ha detto: “Non siamo bambini che giocano con Putin nel parco. Piuttosto, lui (Putin) è un assassino che è venuto in questo parco per uccidere i bambini”.
Al riguardo, già ieri, il ministro degli Esteri russo Lavrov aveva risposto al Presidente Trump, sottolineando come per Mosca il conflitto con Kiev fosse un “ conflitto esistenziale”.
Tuttavia, il capo dell’ufficio presidenziale, Andriy Yermak, in un’intervista alla Tv nazionale ucraina, in merito alla sua visita a Washington dopo il secondo round di negoziati Kiev-Mosca a Istanbul, ha fatto sapere: “La nostra visita è stata preparatoria all’incontro tra il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il Presidente Trump a margine del vertice del G7 in Canada, che inizierà tra 10 giorni. Pertanto, questo è stato il primo, uno dei passi più importanti nella preparazione di questa conversazione”.
Proprio il numero uno della Casa Bianca, nelle ultime ore, parlando con la stampa a bordo dell’Air Force One, ha dichiarato: “Se penso che la Russia non stia cercando un accordo o non voglia fermare lo spargimento di sangue, userò le sanzioni. Le userò se sarà necessario”, per poi aggiungere che i senatori, molti dei quali hanno sottoscritto un disegno di legge “molto duro” per inasprire le sanzioni, lasceranno che sia lui a decidere.
Inoltre, in merito all’attacco compiuto dalle forze di Kiev sui 40 bombardieri russi strategici, Trump ha detto: “Hanno dato a Putin una ragione per entrare e bombardarli a tappeto. Quando l’ho visto ho pensato: ora ci sarà la rappresaglia”.
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