di Federica Marengo giovedì 29 maggio 2025

-Nella giornata di ieri, il ministro degli Esteri Lavrov ha reso noto che Mosca ha proposto un secondo round di negoziati, per lunedì 2 giugno a Istanbul ,per presentare il suo memorandum sul processo di pace. Lo stesso Lavrov, poi, nelle scorse ore, ha avuto un colloquio telefonico con il Segretario di Stato USA Rubio, incentrato sullo stato dei negoziati russo-ucraini.
Secondo quanto riportato in una nota dal Ministero degli Esteri russo, “Rubio ha sottolineato la determinazione di Trump nel voler porre fine al conflitto il più rapidamente possibile e Lavrov, da parte sua, ha informato Rubio dei preparativi per il memorandum che verrà sottoposto alla delegazione ucraina come base per un cessate il fuoco”.
In merito, la portavoce del Dipartimento di Stato, Tammy Bruce, ha fatto sapere in una nota: “Durante una telefonata con il ministro degli Esteri russo, Rubio ha ribadito l’invito del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump a un dialogo costruttivo e in buona fede con l’Ucraina come unica via per porre fine a questa guerra”.
Per l’Ucraina, il ministero della Difesa Umerov, in un post social, replicando alla proposta di Mosca e, chiedendo l’invio preventivo del memorandum di pace russo, ha scritto : “Non ci opponiamo a ulteriori incontri con i russi e attendiamo il loro ‘memorandum’, affinché l’incontro non sia vuoto e possa davvero avvicinarci alla fine della guerra. La parte russa ha almeno altri quattro giorni prima della partenza per fornirci il suo documento da esaminare”, sottolineando: “Ho consegnato il nostro documento, che riflette la posizione dell’Ucraina, al capo della delegazione russa. Hanno ricevuto questo documento. Confermiamo la disponibilità dell’Ucraina a un cessate il fuoco pieno e incondizionato e a proseguire i lavori diplomatici”.
Il portavoce del Cremlino Peskov, quindi, rispondendo nel consueto punto stampa a una domanda dei cronisti sulla richiesta di Kiev riguardo l’invio preventivo del memorandum di pace russo, ha dichiarato: “Non discuteremo pubblicamente il contenuto delle bozze scambiate dalle parti, perché tutti i negoziati dovrebbero essere condotti in modalità chiusa, non pubblica. Non è costruttiva la richiesta ucraina di consegnare immediatamente il memorandum”.
Poi, in merito alla possibilità di un nuovo colloquio tra il Presidente Putin e il Presidente Trump, Peskov ha risposto: “Nulla è ancora previsto, ma se necessario, può avvenire in qualsiasi momento”.
Immediata, la controreplica del portavoce del ministero degli Esteri ucraino, Heorhii Tykhyi, che, sempre tramite social, ha scritto: “La paura dei russi di inviare il loro memorandum all’Ucraina suggerisce che probabilmente è pieno di ultimatum irrealistici e che temono di rivelare che stanno bloccando il processo di pace. In caso contrario, devono approvare immediatamente il documento”.
Il segretario del Consiglio di Sicurezza russo Sergei Shoigu, invece, come riportato dall’agenzia russa Interfax, in un incontro con il segretario generale del Consiglio di Sicurezza Nazionale della Turchia, Okay Memis ,ha dichiarato: “La piattaforma di Istanbul sta diventando la piattaforma principale su una serie di questioni tra cui l’iniziativa sul Mar Nero, l’accordo sul grano e ora i negoziati russo-ucraini”.
Proprio il Presidente turco Erdogan, che ha invitato Russia e Ucraina a non “chiudere la porta” al dialogo e auspicato la ripresa lunedì dei colloqui a Istanbul tra Mosca e Kiev, ha sottolineato: “Lavrov ha affermato di volere che il secondo round di colloqui tra Russia e Ucraina si tenga a Istanbul. Pertanto, si auspica la ripresa del processo di pace di Istanbul. Questa dichiarazione del ministro degli Esteri russo Lavrov non deve essere sottovalutata. Questa dichiarazione ha ulteriormente rafforzato la nostra speranza di pace. La strada verso una risoluzione passa attraverso un maggiore dialogo e una maggiore diplomazia. Stiamo utilizzando tutto il nostro potere diplomatico e il nostro potenziale per la pace”.
Negli USA, il Presidente Trump, rispondendo a una domanda della stampa nello Studio Ovale riguardo l’atteggiamento del Presidente russo Putin nei confronti del negoziato con Kiev, ha detto: “Tra due settimane scopriremo se sta trascinando questa cosa o no e se lo sta facendo risponderemo in maniera un po’ diversa. Sono molto contrariato dai bombardamenti russi sull’Ucraina”.
Secondo l’agenzia britannica Reuters, che cita fonti russe a conoscenza dei negoziati: “Le condizioni del presidente Vladimir Putin per porre fine alla guerra in Ucraina includono la richiesta che i leader occidentali si impegnino per iscritto a fermare l’allargamento della Nato verso est , a revocare una parte delle sanzioni alla Russia, la neutralità dell’Ucraina, la risoluzione della questione dei beni sovrani russi congelati in Occidente e la protezione dei russofoni in Ucraina”.
Intanto, mentre il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite terrà questa sera un’importante riunione su iniziativa dell’Ucraina per discutere sulla necessità di costringere la Russia ad accettare un cessate il fuoco completo come base per un significativo processo di pace e sugli attacchi russi e sulle vittime civili degli ultimi giorni, il Presidente ucraino Zelensky, in un’intervista all’emittente privata tedesca RTL, in merito alla fornitura all’Ucraina da parte della Germania di missili Taurus, ha detto: “Stiamo lavorando in questa direzione. Ci sono alcuni argomenti che abbiamo concordato con il Cancelliere Merz di non discutere pubblicamente. Gliel’ho promesso e lo mantengo”.
Ieri, infatti, il ministro della Difesa tedesco Pistorius, dopo un incontro con l’omologo ucraino Umerov, ha fatto sapere che: “La Germania fornirà ulteriori aiuti militari all’Ucraina per un ammontare di circa 5 miliardi di euro (5,65 miliardi di dollari)” e che “ l’aiuto sarà finanziato con fondi già approvati dalla Camera bassa del Parlamento tedesco”.
Nella dichiarazione dei due ministri, si sottolinea che: “L’accordo si basa sull’impegno della Germania a investire direttamente nella produzione di armi in Ucraina. Si prevede che un numero significativo di questi sistemi d’arma a lungo raggio sarà prodotto entro il 2025. I sistemi d’arma saranno rapidamente disponibili per le forze armate ucraine: i primi potranno essere schierati in poche settimane. Poiché sono già stati introdotti nelle forze armate ucraine, non è richiesto alcun addestramento aggiuntivo. La Germania continuerà inoltre a fornire munizioni all’esercito ucraino. Oltre alle consegne di munizioni d’artiglieria precedentemente annunciate nel 2025, saranno consegnati ulteriori pacchetti di munizioni per diversi sistemi d’arma, inclusi i principali sistemi di difesa aerea”.
Inoltre, il cancelliere tedesco Merz , riguardo la consegna dei missili Taurus a lungo raggio a Kiev ha detto: “Naturalmente è nel campo delle possibilità. Tuttavia, senza un lungo periodo di addestramento necessario per l’uso di questi sistemi, consegnarli tra sei mesi o un anno, non sarebbe di alcuna utilità per l’Ucraina di oggi”.
In merito a tale accordo, il ministro degli Esteri russo Lavrov ha sottolineato che si tratta di una “follia” e che, in questo modo, anche la Germania entrerebbe in guerra.
Per la Presidente del Parlamento Ue Metsola, invece, in queste ore in Italia, intervistata da La Stampa: “È vero, non abbiamo ancora un piano condiviso, perché ogni giorno uno si trova di fronte a uno scenario diverso. Ma penso che le dichiarazioni del cancelliere Merz siano molto forti. Abbiamo aspettato molti anni per avere dichiarazioni così forti da parte della Germania Abbiamo aspettato troppo a dare agli ucraini le licenze per produrre armi. Ricordo bene la frustrazione del presidente Zelensky. Pace significa prima di tutto un cessate il fuoco.
E poi un’intesa che non decida niente sull’Ucraina senza l’Ucraina. È un punto importantissimo per noi.
Per quanto riguarda la difesa europea ,non stiamo parlando di un esercito europeo comune, ma piuttosto di una interoperabilità tra tutte le forze dei Paesi europei. Dobbiamo essere onesti, oggi non esiste. Il modello potrebbe essere quello di Frontex.
Lì abbiamo una forza comune tra tutti gli Stati membri”.
Ad Aquisgrana, la Presidente della Commissione Ue von der Leyen, durante la cerimonia di consegna del Premio Carlo Magno , ha chiesto la creazione di una “Pax Europaea” in materia di sicurezza basata su un’Europa indipendente, evidenziando: “L’Europa deve sviluppare una nuova forma di Pax Europaea per il XXI secolo, plasmata e gestita dall’Europa stessa. Forse abbiamo creduto che i periodi di relativa pace fossero diventati uno stato permanente, grazie alla Nato. L’ordine internazionale su cui l’Europa ha fatto affidamento per lungo tempo ‘è sprofondato nel caos internazionale’. Un nuovo ordine internazionale emergerà, prima ancora della fine di questo decennio. La costruzione di un’Europa ‘indipendente’ di fronte a ‘potenti controcorrenti’. Il mondo è nuovamente preda di ambizioni di conquista e guerre imperialiste. Di regimi autoritari, pronti a sfruttare senza scrupoli le nostre divisioni o le nostre dipendenze”.
Restando in ambito UE, lunedì 3 giugno, il Presidente francese Macron incontrerà a Roma la Presidente del Consiglio Meloni, per discutere della guerra in Ucraina e degli altri dossier internazionali.
Nel frattempo, sul campo, proseguono gli attacchi russi sull’Ucraina. Nelle ultime 24 ore, infatti, raid aerei delle forze di Mosca hanno colpito un villaggio nella regione di Zaporizhzhia causando la morte di una persona, e la città di Kostyantynivka”, nella regione di Donetsk, causando un incendio in un edificio di cinque piani e la morte di una persona.
Il ministero della Difesa di Mosca, invece, ha fatto sapere che sono stati distrutti 48 droni ucraini lanciati sul territorio russo e che è stato colpito un edificio residenziale a 800 metri da un’accademia militare.
Mosca, però, ha anche rivendicato la conquista di piccoli insediamenti nel Donetsk e nella regione di Kharkiv.
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