di Federica Marengo lunedì 3 febbraio 2025
-Nelle ultime 48 ore, le forze russe hanno attaccato la città orientale di Poltava, causando la morte di 14 persone e il ferimento di 20, tra cui anche dei bambini, mentre, nella notte, raid ucraini con droni sugli impianti energetici russi hanno causato un incendio in un impianto di lavorazione del gas nella regione meridionale di Astrakhan e in una raffineria di petrolio russa nella regione di Volgograd, che rifornivano le forze russe.
Infine, stamane, l’esplosione di un ordigno, in un complesso residenziale di Mosca, ha causato la morte di due persone, una delle quali era il fondatore e leader di un gruppo paramilitare filo-russo.
A tal riguardo, secondo l’agenzia Tass, “diverse persone sarebbero state coinvolte nella preparazione di un attentato”.
Tuttavia, quanto alla situazione sul campo, secondo un’analisi dell’agenzia France-Presse sui dati forniti dal centro studi americano Institute for the Study of War, “L’esercito russo è avanzato di 430 km2 in territorio ucraino a gennaio e si sta avvicinando all’hub logistico di Pokrovsk. Questo gennaio segna un leggero rallentamento rispetto ai mesi precedenti, dopo i 476 km2 di dicembre e l’aumento record di 725 km2 di novembre, sulla scia dei principali movimenti russi sulla linea del fronte dall’estate del 2024”.
Il comandante delle Forze dei sistemi senza pilota delle Forze armate ucraine, invece, in un’intervista a Radio Svoboda ha dichiarato: “In termini di impiego in combattimento, le cifre approssimative per il 2024 sono le seguenti: le nostre unità hanno condotto più di 220 operazioni per impegnare il nemico in profondità sul territorio russo. Sono state lanciate finora più di 3500 oggetti. I nostri bombardieri e le unità che li utilizzano hanno dato esempio di straordinaria efficacia. Ad esempio, solo negli ultimi due mesi, le nostre unità Nemesis hanno distrutto più di 15 unità di costosi BUK-M3, Tor e altri tipi di missili. Tra le profondità interessanti, ad esempio, un BUK-M3 colpito appena due settimane fa a 57 chilometri di profondità”.
Le Nazioni Unite , poi, confermando le accuse mosse da Kiev, hanno condannato l’aumento del numero di esecuzioni di soldati ucraini prigionieri, almeno 79 in 6 mesi, da parte delle forze russe negli ultimi mesi. In merito, il ministro degli Esteri ucraino Sybiha, in un post social, ha dichiarato: “Il mondo non deve solo condannare, ma anche agire con urgenza. Abbiamo bisogno di nuovi ed efficaci strumenti legali internazionali e di misure concrete per far sì che i responsabili rispondano delle loro azioni”.
Intanto, il Presidente ucraino Zelensky, in un’intervista all’agenzia americana Ap, ripresa da Ukrainska Pravda e dal Kyiv Independent, ha dichiarato che l’adesione del suo Paese alla Nato “sarebbe la garanzia più economica possibile per gli alleati occidentali della sicurezza dell’Ucraina, che può inoltre offrire all’alleanza “un esercito di 800.000 uomini”.
Poi, Zelensky ha sottolineato che “escludere il suo Paese dai colloqui tra Stati Uniti e Russia sulla guerra in Ucraina sarebbe molto pericoloso” e ha chiesto “ulteriori discussioni tra Kiev e Washington per sviluppare un piano per un cessate il fuoco”.
Il Presidente USA Trump, invece, alla domanda di un cronista sui contatti con Ucraina e Russia, ha risposto: “Stiamo trattando con l’Ucraina e la Russia. Abbiamo in programma incontri e colloqui con varie parti, comprese Ucraina e Russia. E credo che queste discussioni stiano andando piuttosto bene”, seguito dal suo inviato per la guerra in Ucraina, Kellogg, che ,in una intervista alla Reuters, ha detto: “Se Kiev riuscirà a concordare una tregua con la Russia nei prossimi mesi, l’Ucraina dovrà andare al voto, possibilmente entro l’anno”.
Al riguardo, il portavoce del Cremlino Peskov, ha dichiarato: “Finora nessuno ha discusso seriamente una possibile combinazione della composizione dei partecipanti ai negoziati. Per ora, riteniamo che il Presidente ucraino non abbia il diritto di partecipare a tali negoziati. Pertanto, discutere, se il decreto stesso rimane in vigore, di una possibile composizione dei partecipanti è probabilmente andare troppo avanti. Qualsiasi accordo dovrebbe essere firmato da un presidente legittimo uscito da nuove elezioni. Lo stesso presidente Vladimir Putin aveva già insistito su questo punto”.
Sempre in merito ai negoziati, secondo l’agenzia Reuters , che ha riportato due fonti russe, l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti sono considerati dalla Russia come possibili sedi per un vertice tra il presidente americano Trump e il presidente russo Putin.
Nel frattempo, a Bruxelles, stamane, presso Palais d’Egmont, si è riunito il Consiglio Europeo informale, presieduto dal Presidente del Consiglio europeo, Costa, con la presenza della Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, della Presidente dell’Europarlamento Metsola, del Segretario generale della Nato Rutte e dei 27 capi di Stato e di Governo e il Premier britannico Starmer. Al centro della riunione, i temi della difesa e dei dazi che potrebbero essere introdotti dall’amministrazione Trump.
Sul tavolo, in materia di difesa, alcune questioni: 1) quali progetti strategici sono prioritari; 2) le opzioni di finanziamento e 3)come rafforzare l’industria bellica europea cercando sinergie tra i big del settore per ottimizzare i costi e l’efficienza. Tuttavia, un vero e proprio accordo sarà definito solo nel corso del vertice della Nato che si terrà a giugno.
La Presidente del Parlamento Ue Metsola, ha sottolineato: “L’Europa deve essere in grado di garantire la sicurezza e la protezione delle persone. Ciò significa maggiori investimenti nella nostra difesa e sicurezza collettive. Significa incrementare la produzione e una cooperazione più profonda tra tutti noi”.
Al suo arrivo al Consiglio Europeo informale, il Segretario della Nato Rutte, secondo cui prossimamente la spesa Nato per armi sarà “ben oltre il 2% del Pil”, ha dichiarato: “Mi aspetto che gli Usa continuino il loro sostegno all’Ucraina in termine di aiuti militari e richiederanno che l’Europa faccia di più nella condivisione del peso finanziario”.
Il Segretario generale della Nato Mark Rutte in un punto stampa con il Premier britannico Starmer, ha detto: “Proprio il mese scorso, ancora una volta, la Gran Bretagna ha individuato una nave spia russa nelle acque britanniche e avete chiarito a Mosca che tali atti erano semplicemente inaccettabili. Per fermare questi attacchi una volta per tutte, dobbiamo alzare il tiro e assicurarci che la nostra deterrenza non lasci spazio a dubbi. Possiamo farlo investendo ancora di più nella difesa. Per dirla in un altro modo, per prevenire la guerra, dobbiamo spendere di più. Il Regno Unito lo ha capito istintivamente. Avete da tempo raggiunto l’obiettivo del 2% e sono benvenuti i piani per aumentare ulteriormente gli investimenti nella difesa, perché in un mondo più pericoloso, il 2% non sarà sufficiente a tenerci al sicuro. Dobbiamo investire molto di più”.
Il Premier inglese Starmer, invece, ha dichiarato: “L’impegno inglese per la Nato è più forte che mai: abbiamo discusso come affrontare insieme la minaccia russa. Stiamo lavorando per finire la guerra ma dobbiamo fare tutto il possibile per aiutare la difesa ucraina. Sono qui per lavorare con i partner europei contro Putin. La campagna di sabotaggi russa sta mettendo nel mirino i nostri valori: la Gran Bretagna è orgogliosa di lavorare con la Nato. Vogliamo mettere a punto un piano ambizioso tra Gran Bretagna e Europa sulla difesa”.
In ultimo, nel suo discorso alla Conferenza degli ambasciatori Ue, la Vicepresidente della Commissione UE e Alta rappresentante dell’Ue per gli Affari esteri e la Sicurezza, Kaja Kallas, ha sottolineato: “Dobbiamo porre fine a questa guerra, la pace deve durare nel modo che l’Ucraina merita. E per farlo dobbiamo costringere il Cremlino nel cambiare i suoi obiettivi. L’unica lingua che parla è la forza. Ecco perché accolgo con favore l’impegno americano per facilitare la pace attraverso la forza. Dobbiamo tutti essere più forti nei confronti della Russia. Sanzionando coloro che permettono alla macchina bellica della Russia di funzionare, bloccando i proventi da petrolio e gas che sostengono direttamente il bilancio statale. Le nostre sanzioni funzionano, l’economia sta faticando, non possiamo mollare la presa ora. Dobbiamo essere più forti anche per l’ucraina, l’Ue è il principale donatore, con oltre 134 miliardi di euro di aiuti, di cui quasi 50 miliardi in aiuto militare. Non possiamo parlare di fare meno quando dovremmo fare di più”.
©Riproduzione riservata