di Federica Marengo lunedì 30 dicembre 2024
-Proseguono gli attacchi russi sull’Ucraina. Nella notte, infatti, secondo quanto riportato dall’Aeronautica militare di Kiev, la difesa aerea ucraina ha abbattuto 21 droni sui 43 lanciati da Mosca su sei regioni del Paese, che hanno danneggiato case residenziali nella regione orientale di Kharkiv e in quella meridionale di Odessa.
Tuttavia, stamane, un canale social usso, ha reso noto che “Le Forze armate ucraine hanno tentato di attaccare l’oleodotto Druzhba vicino alla città di Novozybkov, nella regione di Bryansk”, aggiungendo che: “La conduttura non è stata colpita”,ma che “è stato parzialmente distrutto un edificio di servizio. Nessuna persona è rimasta ferita. Questo segmento dell’oleodotto è l’ultimo punto di pompaggio prima del confine. Da lì il petrolio arriva anche in Europa”.
L’Amministrazione locale di Kursk, invece, ha fatto sapere che “Le forze armate ucraine hanno colpito la città di Lgov”.
Sul fronte russo, la Difesa di Mosca ha rivendicato la conquista di un’altra località nella regione di Donetsk: Novoolenivka, a sud della città di Pokrovsk, mentre a Kharkiv una persona è rimasta uccisa in un bombardamento e un’abitazione è stata danneggiata.
Intanto, il Presidente ucraino Zelensky, in un messaggio social, ha fatto sapere: “So che è stata predisposta un’importante decisione degli Stati Uniti per supportare l’Ucraina. Prevediamo un annuncio ufficiale. Sarà un pacchetto di supporto significativo per i nostri soldati, che si è dimostrato efficace in questi anni di guerra a difesa dell’Ucraina. Questo supporto è fondamentale per stabilizzare le linee del fronte: ogni fornitura aggiuntiva dai nostri partner significa più vite salvate per i nostri soldati. Stiamo anche lavorando per garantire che altri partner mantengano il loro supporto al livello necessario”.
A tal proposito, il Presidente USA uscente, Biden, ha comunicato lo stanziamento di altri aiuti per la sicurezza dell’Ucraina del valore di 2,5 miliardi di dollari, di cui 1,25 miliardi in aiuti militari attinti dalle scorte statunitensi e un pacchetto di 1,22 miliardi di dollari per l’Iniziativa di assistenza alla sicurezza dell’Ucraina (USAI).
Ancora, in merito, la Segretaria al Tesoro Janet Yellen ha dichiarato che “Gli Stati Uniti hanno inviato 3,4 miliardi di dollari di aiuti di bilancio supplementari all’Ucraina, fornendo al Paese ,dilaniato dalla guerra, risorse critiche in un contesto di intensificazione degli attacchi russi contro i civili e le infrastrutture ucraine. L’assistenza finanziaria diretta, fornita in coordinamento con l’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale e il Dipartimento di Stato, rappresenta l’esborso finale nell’ambito della legge sugli stanziamenti integrativi per la sicurezza in Ucraina per il 2024. La prosecuzione degli aiuti economici all’Ucraina è fondamentale per consentire al Paese di mantenere i servizi governativi e continuare a difendere la propria sovranità. Il successo dell’Ucraina è nell’interesse nazionale dell’America. Bisogna continuare a fare pressione su Mosca con le sanzioni e di aiutare l’Ucraina a raggiungere una pace giusta. Non dobbiamo arretrare in questo sforzo. Gli aiuti al bilancio degli Stati Uniti per l’Ucraina sono stati e restano condizionati alle riforme volte a rafforzare l’applicazione della legge, a migliorare la trasparenza e l’efficienza delle istituzioni governative e a potenziare gli sforzi contro la corruzione”.
Sempre il Presidente Zelensky, ha reso noto di aver avuto un colloquio con il Premier canadese Trudeau, in vista della presidenza del G7. Al centro del confronto: “il rafforzamento delle sanzioni contro la Russia, in particolare per colpire le sue reti di propaganda e la sua flotta ombra”.
Zelensky, inoltre, ha ringraziato Trudeau e il popolo canadese “per il loro incrollabile sostegno, che comprende l’assistenza vitale alla difesa come con NASAMS” e ha proposto “di aumentare i finanziamenti per la produzione di armi ucraine e di esplorare opportunità per la produzione localizzata di determinati tipi di armi”, in quanto “un forte coordinamento con gli alleati è fondamentale per garantire la posizione forte dell’Ucraina e promuovere una pace e una sicurezza durature per tutti”.
In ultimo, Zelensky, confermando la notizia diffusa tramite comunicato dal ministro della Difesa russo e, ringraziando gli Emirati Arabi Uniti e altri partner per aver “facilitato lo scambio” con la Russia , ha annunciato che “L’Ucraina ha riportato a casa 189 prigionieri di guerra”.
Il ministro degli Esteri ucraino Sybiha, invece, si è recato a sorpresa a Damasco, in Siria, con un’alta delegazione di Kiev per un colloquio con il leader Al Jolani (o al Shaara), che ha rovesciato il regime di Assad, e con il ministro degli Esteri siriano del governo di transizione, per cercare di costruire legami con la nuova leadership siriana. L’Ucraina, infatti, ha interrotto le relazioni diplomatiche con Damasco nel 2022, dopo il riconoscimento da parte della Siria dell’annessione della Crimea, annessa da Mosca nel 2014.
Sybiha , nel corso dell’incontro, ha invocato “l’eliminazione della presenza della Russia in Siria”, come dichiarato dallo stesso in una conferenza stampa congiunta con l’omologo siriano del governo di transizione, al-Shaybani: “Siamo convinti che, da un punto di vista strategico, l’eliminazione della presenza russa in Siria contribuirà alla stabilità non solo dello Stato siriano, ma anche dell’intero Medio Oriente e dell’Africa. Negli anni passati, i nostri due popoli hanno sofferto molto a causa dei regimi criminali russo e iraniano. Spero che la nuova Siria sia uno Stato che rispetti il diritto internazionale, compresa l’integrità territoriale e la sovranità dell’Ucraina. Questo aprirà la strada alla ripresa delle relazioni diplomatiche, del dialogo politico e del lavoro delle missioni diplomatiche”.
Infine, il ministro degli Esteri ucraino, Sybiha, ha annunciato la consegna “gratuita alla Siria, a partire da martedì, di 500 tonnellate di farina ucraina”, che “sfameranno più di 33.000 famiglie”, nell’ambito dell’iniziativa umanitaria “Grano dell’Ucraina”.
Il ministro degli Esteri del governo di transizione siriano, invece, ha dichiarato: “Ci saranno partnership strategiche tra i due Paesi a livello politico, economico e sociale, oltre alle partnership scientifiche che Damasco vuole rilanciare con l’Ucraina”.
Quest’ultimo, però, in un’intervista al canale saudita Al-Arabiya rilasciata domenica scorsa, ha evidenziato “I profondi interessi strategici tra Siria e Russia” e “la volontà di preservare questo rapporto”, in quanto “La Russia è un Paese importante. Tutte le armi siriane sono di origine russa e molte centrali elettriche sono gestite da esperti russi. Non vogliamo che la Russia lasci la Siria come vorrebbero alcuni”.
La visita del ministro degli Esteri ucraino, Sybiha, in Siria arriva all’indomani della dichiarazione di Zelensky al riguardo: “L’Ucraina è pronta a ristabilire rapporti diplomatici con la Siria. Apprezziamo molto la possibilità di ripristinare una vita normale e stabile in Siria e siamo pronti a sviluppare relazioni strategiche a lungo termine”.
Nel frattempo, a Mosca, il ministro degli Esteri russo Lavrov, che ieri aveva fatto sapere che “Mosca eliminerà la proposta di moratoria sullo spiegamento di missili a corto e medio raggio”, in un’intervista all’agenzia Tass, ha dichiarato che “La Russia non è soddisfatta delle proposte della squadra del Presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, per porre fine alle ostilità in Ucraina”.
In particolare Mosca “non è soddisfatta” della proposta di “posticipare di venti anni l’adesione dell’Ucraina alla Nato e di introdurre in Ucraina un contingente di pace composto da forze britanniche ed europee”, ipotesi, quest’ultima, ventilata dal Presidente francese Macron e dal Premier polacco Tusk, in un incontro a Varsavia svoltosi a metà dicembre, che potrebbe coinvolgere gli eserciti dei membri della Nato o di Paesi dotati di armi nucleari come Francia e Regno Unito.
Il ministro degli Esteri russo Lavrov ha anche detto che “Mosca è pronta per negoziati per risolvere il conflitto in Ucraina, ma questi dovrebbero essere mirati a eliminare le cause profonde della crisi e tenere conto della situazione reale sul campo”, e ha confermato che la Russia “non parteciperà a un secondo vertice di pace promosso dall’Ucraina dopo quello dello scorso giugno a Lucerna, in Svizzera”.
Infine, il portavoce del Cremlino Peskov, nella consueta conferenza stampa, ha ribadito che “Attualmente, non ci sono le precondizioni per porre fine al conflitto ucraino o a una qualsiasi delle sue fasi”.
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