di Federica Marengo sabato 13 gennaio 2024
-Nella 98° giornata di guerra in Medio Oriente, un corrispondente nella Striscia dell’agenzia palestinese Wafa ha riferito che, nelle ultime ore , Israele avrebbe bombardato una casa nel quartiere di Daraj nella città di Gaza, causando la morte di almeno venti persone tra cui donne e bambini, mentre un corrispondente dell’agenzia di stampa Afp ha fatto sapere che nella notte scorsa vi sarebbero stati intensi bombardamenti e attacchi aerei nel sud del territorio palestinese, nei quali, secondo Funzionari del ministero della Sanità di Hamas , sarebbero rimaste uccise una sessantina di persone.
Salgono dunque a 23.843 (di cui 35 nelle ultime 24 ore), i morti palestinesi registrati dal 7 ottobre a oggi, secondo il ministero della Sanità di Hamas.
Intanto, il Wall Street Journal, che cita fonti israeliane ed egiziane, ha riferito che Israele avrebbe informato il Cairo di stare programmando il lancio di un’operazione militare per prendere il controllo della frontiera tra Gaza e l’Egitto stesso. Per il quotidiano americano, quindi, Israele prenderebbe il controllo del valico di frontiera di Rafah e schiererebbe forze lungo il cosiddetto “Corridoio Philadelphia”, che separa l’Egitto da Gaza.
Il Primo ministro israeliano Netanyahu , contestato da manifestanti che ne hanno chiesto le dimissioni, in conferenza stampa, alla vigilia della 24 ore di eventi e manifestazioni per i 100 giorni dal rapimento degli ostaggi, ha dichiarato : “Continueremo la guerra finché non raggiungeremo tutti i nostri obiettivi, che sono l’eliminazione di Hamas, il ritorno di tutti i nostri rapiti e la promessa che Gaza non costituirà una minaccia per il nostro Paese. Ripristineremo la sicurezza nel nord e nessuno ci fermerà, né L’Aia, né l’Asse del male. Israele non scenderà a compromessi, se non con la vittoria totale”.
Per l’ONU: “I cento giorni di guerra a Gaza sono una macchia sulla nostra comune umanità” e il segretario generale Guterres , tramite il suo portavoce, Stephane Dujarricha , ha invitato tutte le parti a “non aggravare la situazione di instabilità nel Mar Rosso, nell’interesse della pace e della stabilità nel Mar Rosso e nella regione in generale”.
Al riguardo, i ribelli Houthi, sostenuti dall’Iran, dopo una seconda serie di attacchi nello Yemen da parte di USA e Gran Bretagna, che ha colpito una base militare a Sanaa ed è stato effettuato dalla nave da guerra USS Carney ,con missili Tomahawk, tramite Mohammed Abdulsalam, portavoce delle milizie filo-iraniane loro alleate, hanno fatto sapere di non avere intenzione di fermarsi e di voler continuare a impedire alle navi commerciali di passare attraverso il Mar Rosso e il Mar Arabico.
Un altro funzionario degli Houthi, Nasruldeen Amer, ha promesso “una risposta forte ed efficace” visto che non abbiamo subito perdite”.
Proprio a Teheran , in Iran, gruppi di manifestanti si sono radunati davanti all’ambasciata britannica per protestare contro i raid sulle milizie filo-iraniane ,bruciando le bandiere americane, inglesi e israeliane.
Il Comando Centrale degli Stati Uniti, ha dichiarato che l’attacco è stato “un’azione successiva su uno specifico obiettivo militare associato agli attacchi effettuati il 12 gennaio, progettato per ridurre la capacità degli Houthi di attaccare navi marittime, comprese le navi commerciali” ( capacità, a detta delle milizie Houthi e degli alleati iraniani, non depotenziate da tali attacchi).
Tuttavia, il Presidente Biden che ha fatto sapere di essere pronto a dare il via libera ad altri attacchi, se necessario e di aver inviato un messaggio all’Iran, ribadendo che le operazioni in corso da due giorni contro gli Houthi non vogliono essere una dichiarazione di guerra a Teheran, è stato contestato da manifestanti pro-Gaza, a margine di un evento elettorale ad Allentown, in Pennsylvania.
Manifestazioni e cortei pro Palestina si sono tenuti in tutto il mondo, (in particolare a Londra e a Washington) e anche in Italia, da Roma a Firenze.
Per l’Italia, il Vicepremier e ministro degli Esteri Tajani, ha ribadito che l’Esecutivo italiano è stato avvertito dagli Stati Uniti dell’attacco contro gli Houthi e che “il governo non ha subito pressioni per un intervento, ma che il Paese ha dato il proprio “sostegno politico alla difesa della libera circolazione mercantile del Mar Rosso”.
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