di Federica Marengo mercoledì 3 dicembre 2025

-Nonostante la tregua , proseguono i raid delle forze israeliane sulla Striscia. Secondo il ministero della Salute di Gaza, controllato da Hamas, dal cessate il fuoco a oggi, sono 356 le persone uccise negli attacchi di Tel Aviv.
Nelle ultime ore, invece, fonti locali hanno fatto sapere che un drone israeliano a est del campo profughi di Al-Bureij, nel centro della Striscia di Gaza, ha ucciso un fotoreporter, mentre un altro è rimasto ferito. Uccise , poi, altre due persone, una , da un attacco di droni israeliani a Khan Younis e, l’altra, nel quartiere di Zeitoun, a sudest di Gaza City.
L’Idf, , nell’ambito dell’operazione che conduce da 40 giorni per smantellare la rete di tunnel ed “eliminare i terroristi di Hamas”, ha reso noto di aver ucciso oltre 40 combattenti palestinesi nell’ultima settimana a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza.
In merito, sono in corso negoziati riguardanti decine di miliziani di Hamas intrappolati nei tunnel di Rafah, territorio controllato dall’esercito israeliano.
Hamas ha chiesto ai Paesi mediatori: Qatar, Egitto, Turchia e USA, di intervenire su Israele per consentire l’uscita dei combattenti, che non intendono arrendersi o consegnare le armi, ma il Premier israeliano Netanyahu, si è opposto alla concessione di un salvacondotto.
Netanyahu, che, secondo Channel 12 , che cita due fonti USA, dopo la richiesta di grazia al Presidente israeliano Herzog, nel corso di una telefonata, avrebbe chiesto al Presidente Trump di assisterlo in tale richiesta.
Sempre secondo Channel 12, il Presidente USA, Trump avrebbe detto al Premier Netanyahu di essere convinto che la questione della grazia “avrebbe funzionato”, senza però impegnarsi in ulteriori passi ed esortando, invece, Netanyahu a comportarsi da “partner migliore” nel portare avanti l’accordo di pace su Gaza, chiedendogli anche il motivo per cui i miliziani di Hamas intrappolati nei tunnel “vengono uccisi e non lasciati arrendere”.
Il Premier Netanyahu ha quindi risposto al riguardo, che “sta facendo del suo meglio”.
Intanto, mentre l’esercito israeliano ha fatto sapere che 5 soldati sono rimasti feriti, uno dei quali gravemente, in un attacco condotto da miliziani palestinesi contro le truppe di stanza a Rafah e che 2 palestinesi, ritenuti combattenti , che si erano avvicinati alle truppe, sono stati uccisi e il Premier Netanyahu ha dichiarato che Israele risponderà alle violazioni dell’accordo di cessate il fuoco e agli di terrorismo contro l’Idf compiuti da Hamas , il Cogat, l’organismo del ministero della Difesa israeliano, che gestisce le attività civili nei territori palestinesi, ha annunciato che Israele aprirà il valico di Rafah, tra la Striscia di Gaza e l’Egitto, “nei prossimi giorni, esclusivamente per l’uscita dei residenti palestinesi”. Uscita, ha specificato il Cogat, “facilitata tramite il coordinamento con l’Egitto, previa approvazione delle misure di sicurezza da parte di Israele e sotto la supervisione della missione dell’Unione europea”.
L’Egitto, ha quindi, replicato , tramite il portavoce del governo, Rashwan, intervistato dal canale televisivo egiziano Al Qahera New, che non permetterà alcuno “sfollamento di palestinesi dalle loro terre”, sottolineando: “L’Egitto ribadisce il suo rifiuto di qualsiasi sfollamento di palestinesi dalle loro terre. Israele sa benissimo che il piano di pace del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump sottolinea che non si possono costringere i palestinesi a lasciare le loro terre a Gaza”.
Un funzionario egiziano ha poi evidenziato che : “Se si raggiunge un accordo per l’apertura del valico, il transito avverrà in entrambe le direzioni, in entrata e in uscita dalla Striscia di Gaza, in conformità con il piano stipulato dal Presidente degli Stati Uniti”.
Il Parlamento israeliano, (Knesset), invece, ha votato ,con 39 voti a favore e nessun voto contrario, il primo via libera alla mozione presentata dall’opposizione per adottare il “Piano globale per porre fine al conflitto di Gaza” in 20 punti del Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.
Tuttavia, quasi nessun parlamentare della coalizione di maggioranza ha partecipato al voto, incluso il Primo Ministro Benjamin Netanyahu, per via del riferimento nel piano alla sovranità palestinese, a cui il governo si oppone. Il Premier Netanyahu , infatti, ha promesso che “non ci sarà uno Stato palestinese”.
Il leader dell’opposizione, Lapid, che ha promosso la misura, ha affermato di essere “sorpreso e deluso” dall’assenza del Premier Netanyahu, in quanto si è trattato della prima opportunità per la Knesset di “mostrare la sua gratitudine al Presidente Trump per questo piano e per ciò che ha ottenuto: il ritorno degli ostaggi, la fine della guerra, il ritorno alla vita”.
Il disegno di legge è ora in Commissione Affari Esteri e Difesa della Knesset, dove verrà discusso prima della seconda e terza lettura.
Riguardo alla restituzione da parte di Hamas degli ultimi 2 corpi degli ostaggi uccisi, l’ufficio del Premier Netanyahu ha fatto sapere che “i reperti umani consegnati ieri da Hamas a Israele per essere analizzati non appartengono a nessuno dei due ostaggi ancora a Gaza” e che le famiglie sono state aggiornate.
Hamas e la Jihad Islamica palestinese hanno poi annunciato stamane di aver trovato il corpo di uno dei due tra gli ultimi ostaggi uccisi da restituire rimasti, trovato nel nord della Striscia di Gaza, consegnato, poi, in serata, tramite la Croce Rossa.
Quanto alla situazione in Cisgiordania, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato due risoluzioni in cui si chiede a Israele il ritiro dalle Alture del Golan, dalla Cisgiordania e da Gerusalemme Est.
Il provvedimento su Cisgiordania e Gerusalemme Est è stato approvato con 151 Paesi a favore, 11 contrari e 11 astensioni; quello sul Golan, con 123 Paesi a favore, sette contrari e 41 astensioni e , su entrambi i provvedimenti Israele e gli Stati Uniti hanno espresso voto contrario.
Critico, l’ambasciatore israeliano all’Onu, Danny Danon, che, in un post social, ha scritto: “L’Assemblea Generale dimostra ancora una volta quanto sia lontana dalla realtà. Invece di affrontare i crimini dell’asse iraniano e le pericolose attività delle milizie in Siria, chiede a Israele di ritirarsi dalle Alture del Golan, una linea di difesa vitale che protegge i nostri cittadini”.
In merito alle tensioni con il Libano, il Premier libanese Nawaf Salam, in un’intervista rilasciata ad Al-Jazeera, ha replicato alle dichiarazioni del Premier israeliano Netanyahu su una possibile normalizzazione dei rapporti e di una possibile pace tra Libano e Israele, chiarendo che “l’inserimento di un rappresentante civile nel comitato di monitoraggio per il cessate il fuoco, che si è riunito oggi a Naqoura, non equivale a negoziati di pace”, ma che, tale passo , va interpretato come “un tentativo di facilitare il dialogo tecnico e la cooperazione economica” e “non come l’avvio di un processo di pace o di normalizzazione”.
Il Premier libanese Salam ha anche detto che “il Libano è pronto a negoziati sovra-militari con Israele”, ma che ogni normalizzazione sarà legata esclusivamente agli Accordi di Abramo, ribadendo che la decisione su guerra e pace spetta solo allo Stato libanese,e non a milizie o attori esterni e rivendicando, riguardo ad Hezbollah, la legittimità dello Stato sul monopolio delle armi.
Infine, il Premier libanese Salam ha sottolineato che le armi di Hezbollah “non hanno né dissuaso Israele né protetto il Libano”, segnalando che il governo intende “evitare avventure che portino a una nuova guerra” e “imparare dagli errori fatti nel supporto alla guerra in Gaza”.
A proposito di Hezbollah, secondo i media siriani, le autorità di Damasco hanno fatto sapere di aver ucciso un uomo e arrestato 4 presunti contrabbandieri di mine dirette in Libano al gruppo armato filo-iraniano Hezbollah.
Nel frattempo, il re del Bahrein, Hamad bin Isa Al Khalifa, aprendo a Manama i lavori del 46° vertice del Consiglio di Cooperazione del Golfo ( che riunisce : Bahrein, Oman, Qatar, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Kuwait), ha evidenziato che : “La sicurezza e la prosperità degli Stati del Golfo sono indivisibili” e l’importanza di completare la prima fase dell’accordo di cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, seguito dal segretario del Ccg, Jasem Mohamed Albudaiwi, che ha elogiato la mediazione di Qatar, Egitto e Turchia per arrivare all’intesa, rivendicando il ruolo svolto dall’Arabia Saudita a sostegno della soluzione dei due Stati al conflitto israelo-palestinese.
Presente per l’Italia al 46° vertice del Consiglio di Cooperazione del Golfo, la Presidente del Consiglio Meloni, che , in un passaggio del suo intervento al vertice, ha detto: “Resto convinta che, per garantire al Medio Oriente la sicurezza e la stabilità che merita, dobbiamo lavorare per raggiungere la soluzione strutturale dei due Stati. Sappiamo tutti che questo richiede il riconoscimento, da parte di Israele, del diritto dei palestinesi ad avere il proprio Stato, e il riconoscimento definitivo del diritto dello Stato di Israele all’esistenza e alla sicurezza. Sono pienamente consapevole che non si tratta di un percorso facile. Tuttavia, quando guardo ai leader seduti attorno a questo tavolo, sono convinto che tutti noi desideriamo la stessa cosa: un futuro di pace, un futuro di prosperità, un futuro di stabilità. Bisogna essere in grado di concentrarci sullo scambio e non sugli atti umanitari, sulla strategia e non sull’emergenza ,sulla stabilità e non sulla precarietà”.
La Premier , inoltre, a margine dei lavori del Vertice, ha incontrato il Principe Ereditario e Primo Ministro dell’Arabia Saudita, Mohamed bin Salman Al Saud, con cui, come reso noto da Palazzo Chigi, ha affrontato “le principali questioni internazionali di interesse comune, a partire dalla situazione in Medio Oriente e dalla guerra civile in Sudan, registrando la comune volontà di continuare a collaborare in favore della stabilità e della pace nella Regione”, sottolineando anche “ l’importanza di proseguire con l’attuazione politica ed economica del Partenariato Strategico tra le due Nazioni, lanciato nel corso dell’incontro di Al-Ula dello scorso gennaio, rivolgendo un invito al Principe Mohamed bin Salman a recarsi in visita ufficiale in Italia per approfondire ulteriormente le relazioni bilaterali”.
Della situazione a Gaza, delle prospettive di pace in Medio Oriente e del conflitto in Ucraina, la Presidente del Consiglio Meloni ha parlato anche nel bilaterale con l’Emiro del Kuwait, Misha’al Al-Ahmad Al-Sabah, e con il Sultano dell’Oman, Haitham bin Tariq Al-Said, al quale ha espresso apprezzamento per il ruolo di mediazione svolto dall’Oman nella stabilizzazione di Gaza e nella situazione in Yemen e nel Mar Rosso, “anche con riferimento agli sforzi per propiziare un accordo sul nucleare in Iran”.
Infine, delle “principali questioni internazionali, con particolare riferimento agli sforzi comuni per la stabilizzazione del Medio Oriente e per una pace giusta e duratura in Ucraina”, la Premier ha discusso anche nel bilaterale con i Re del Bahrein, Hamad bin Isa Al-Khalifa e il Principe Ereditario e Primo Ministro, Salman bin Hamad Al-Khalifa.
Il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, Tajani, invece, ha reso noto in un post social di aver avuto un colloquio telefonico con il Segretario di Stato USA, Rubio, “Lungo ed amichevole”, evidenziando: “Continuano gli sforzi comuni Italia-Usa in favore della pace. Confermato il sostegno italiano alla mediazione Usa in Ucraina, per rafforzare tregua e ricostruzione a Gaza attraverso il Piano Trump. Discussa la situazione in Venezuela, con particolare riguardo alla detenzione di Alberto Trentini e degli altri prigionieri politici italiani. Lavoriamo senza sosta per la loro liberazione. E ringrazio Rubio per aver garantito il suo impegno ad una rapida scarcerazione di tutti i detenuti politici”.
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