di Federica Marengo 13 novembre 2025

-Proseguono i raid di Israele su Gaza, nonostante la tregua in vigore. Nelle ultime 24 ore, infatti, l’Idf ha compiuto attacchi su Khan Younis e su Beit Lahia. Inoltre, le forze armate israeliane hanno reso noto di aver arrestato a Betlemme 40 membri di Hamas, accusati di stare preparando attentati contro soldati e civili.
E l’Idf continua ad attaccare anche il sud del Libano, dove ha reso noto di aver distrutto siti di Hezbollah in aree abitate da civili.
Secondo i media libanesi, Tel Aviv avrebbe iniziato a costruire un nuovo muro di separazione con il Libano, lungo la Linea Blu, nel settore centrale della linea di demarcazione tra i due Paesi, nella località di Yarun e di fronte alla località israeliana di Yron.
In Cisgiordania, invece, nella notte, i coloni israeliani estremisti hanno dato fuoco a una moschea, nel villaggio palestinese di Kifl Hares, vicino ad Ariel. Bruciate anche copie del Corano, mentre sui muri dell’edificio sono state trovate scritte contro gli arabi e i musulmani e contro le Forze israeliane , negli ultimi giorni sempre più impegnate a contenere le violenze dei coloni, in particolare contro il capo di Stato maggiore dell’Idf, Zamir e il Capo del Comando Centrale Maggiore, Generale Avi Bluth, che , ieri, avevano condannato l’ultimo di una serie di attacchi da parte dei coloni contro i residenti in Cisgiordania, definendo i raid “criminali”.
Secondo i media israeliani, l’esercito e la polizia hanno aperto un’indagine con il coinvolgimento dello Shin Bet.
Immediata la reazione dell’Autorità Nazionale Palestinese, con il ministero degli Affari Religiosi palestinese che ha definito “un evidente attacco ai musulmani” e “un nuovo atto di razzismo provocatorio” l’incendio appiccato alla moschea , dichiarando in una nota che “l’incendio dimostra chiaramente la barbarie a cui è giunta la macchina israeliana di istigazione razzista contro i luoghi santi islamici e cristiani in Palestina” e che “questo crimine costituisce un evidente attacco ai musulmani e ai loro sentimenti religiosi” e, invitando alla prudenza, in quanto “nessun luogo di culto è al sicuro dagli attacchi e dai crimini commessi dall’occupazione israeliana e dalle sue bande di coloni”.
A condannare gli attacchi dei coloni israeliani estremisti contro i palestinesi, anche , il comandante della brigata regionale delle IDF nella Cisgiordania settentrionale, Gonen, che, in una lettera alle truppe, ha scritto: “Gli attacchi perpetrati dai coloni israeliani estremisti contro i palestinesi sono intollerabili e inaccettabili. Negli ultimi tempi abbiamo assistito a un forte e significativo aumento del numero e della gravità egli episodi di violenza nazionalista nel settore della brigata e in tutta la Giudea e Samaria [Cisgiordania] in generale. Si tratta di un fenomeno grave, in continua evoluzione e pericoloso, che comporta danni ai palestinesi non coinvolti e, a volte, persino alle stesse forze di sicurezza. Questa violenza mina la stabilità della sicurezza nella regione. La direttiva rivolta a soldati e comandanti è chiara: non restate a guardare. Ogni soldato e comandante è tenuto ad agire il più possibile per prevenire atti di violenza e crimini nazionalisti”.
Tuttavia, sempre nell’ambito delle tensioni in Cisgiordania, quest’oggi, i militari israeliani hanno ucciso due attentatori in procinto di compiere un attacco vicino all’insediamento di Karmei Tzur, non lontano da Hebron, nel sud dell’area.
Il segretario di Stato USA, Rubio, a margine del G7 Esteri in Canada, ha espresso preoccupazione, in quanto l’ondata di violenze da parte dei coloni in Cisgiordania potrebbe danneggiare la tregua a Gaza e ha assicurato che gli USA faranno tutto il possibile perché non accada.
Intanto, il Premier israeliano Netanyahu , in ‘intervista alla Tv australiana, ha smentito quanto riportato da Axios, che cita funzionari israeliani e americani, secondo cui Tel Aviv starebbe cercando di raggiungere un nuovo accordo di sicurezza con gli Stati Uniti che duri 20 anni, il doppio di quello attuale e che prevedrebbe modifiche al programma America First.
Il Premier Netanyahu ha quindi affermato: “E’ falso”, aggiungendo che l’obiettivo di Israele è rafforzare la propria industria della difesa e ridurre la dipendenza dagli aiuti esteri: “Israele non chiede ad altri di combattere per noi, non ha bisogno di militari americani in Israele o attorno a Israele.
Combattiamo le nostre battaglie, ma facendolo serviamo anche interessi americani” come la lotta al terrorismo”.
Poi, sempre nella medesima intervista, Netanyahu, riguardo il neo sindaco di New York, Zohran Mamdani, che ha dichiarato che, se visitasse la città, ordinerebbe il suo arresto , ha sottolineato di “non avere paura di viaggiare” e ha evidenziato che l’instabilità economica e sociale nelle principali città occidentali dovrebbe preoccupare tutti”.
Ancora, in merito all’incontro del Presidente francese Macron a Parigi con il Presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese Mahmoud Abbas, il Premier Netanyahu ha affermato che “la pace non può essere costruita sulla falsità”.
Infine, su Gaza, ha detto che Israele “non esternalizzerà la sua sicurezza”, confermando di voler rimanere attivo nella vita pubblica.
Il Premier Netanyahu è poi al centro del dibattito politico e delle critiche dell’opposizione al suo Governo, in merito all’eventuale grazia nei suoi confronti , richiesta dal Presidente USA Trump, al Presidente israeliano Herzog, il quale ha risposto dichiarando di avere la massima stima per Trump, ma che serve una procedura formale e, dunque , la richiesta di grazia da parte del Premier Netanyahu.
A tal proposito, il Premier Netanyahu ha dichiarato nell ‘intervista alla Tv australiana rilasciata oggi, che prenderà in considerazione la possibilità di chiedere la grazia al Presidente Herzog, ma che non si dichiarerà colpevole.
In merito ai negoziati sulla seconda fase del Piano di pace USA, secondo Reuters , che cita sei funzionari Ue e un ex funzionario USA, visto lo stallo, si andrebbe verso una Striscia di Gaza spaccata in due parti: un’area, controllata da Israele e una governata da Hamas e verso una ricostruzione limitata alla zona oltre la linea Gialla controllata da Tel Aviv, che, senza un impegno USA per risolvere la questione, potrebbe rappresentare il confine che dividerà Gaza a tempo indeterminato.
Riguardo alle forze di pace internazionali (cui darebbe un contributo anche l’Italia), sempre secondo i media, gli USA progetterebbero una base al confine con Gaza.
Tutto ciò, mentre Hamas e la Jihad islamica hanno annunciato che questa sera consegneranno la salma di un ostaggio trovata a nord di Khan Yunis, che non è stato ancora identificato. Restano ,quindi, ancora quattro corpi di ostaggi uccisi da restituire a Israele.
Israele, invece, ha riaperto il valico di Zikim, a nord di Gaza per l’ingresso degli aiuti umanitari.
Restando in tema umanitario, Israele è stata messa sotto accusa dal comitato dell’Onu contro la tortura, dopo la segnalazione di numerosi resoconti che hanno indicato atti di tortura contro detenuti palestinesi.
©Riproduzione riservata