di Federica Marengo venerdì 26 settembre 2025

-Nella giornata di oggi, il Premier israeliano Netanyahu ha tenuto il suo intervento all’80° Assemblea Generale dell’Onu, prima del quale alcune delegazioni hanno lasciato la sala del Palazzo di Vetro.
Nella prima parte del suo discorso, Netanyahu ha fatto il punto sull’azione dell’esercito israeliano di questi ultimi mesi ,evidenziando: “Israele ha martellato gli Houthi, schiacciato la grande parte di Hamas, paralizzato Hezbollah”, per poi affermare che Tel Aviv proseguirà la sua azione contro Hamas , poiché gli ultimi militanti sono rimasti a Gaza city, ed attaccare l’Autorità Nazionale Palestinese, definendola: “corrotta alla radice” e avvertire che , “riconoscere lo Stato di Palestina, vorrebbe dire incoraggiare i terroristi”.
Inoltre, il Premier Netanyahu ha sottolineato che : “I palestinesi non credono in soluzione a 2 Stati e non vogliono questa soluzione” e che “Uno Stato palestinese vicino a Gerusalemme dopo il 7 ottobre sarebbe come dare uno Stato ad al Qaida a un chilometro da New York dopo l’11 settembre”.
Riguardo all’Iran, ha dichiarato: “L’anno scorso ,da questo podio, ho mostrato questa mappa del terrore dell’Iranche sta rapidamente sviluppando un programma nucleare e di missili balistici. Questi, non solo rischiano di distruggere Israele ,ma mettono in pericolo gli Usa”, esortando il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a ripristinare le sanzioni snapback, in quanto non bisogna permettere all’Iran di ricostruire la sua capacità nucleare militare” e “ Le scorte di uranio arricchito dell’Iran devono essere eliminate”.
Ancora, il Premier Netanyahu ha elogiato la collaborazione con il Presidente USA Trump, grazie a cui Israele ha impedito all’Iran di sviluppare armi nucleari.
Quanto alla situazione in Libano, ha evidenziato che “un accordo di pace è a portata di mano, se il governo prosegue con il disarmo di Hezbollah”, mentre riguardo agli ostaggi ancora prigionieri di Hamas ha detto che non saranno lasciati soli e che Israele non avrà pace finché non li riporterà a casa.
A tal proposito, Netanyahu si è rivolto ad Hamas, dicendo: “Deponete le armi, lasciate andare il mio popolo, liberate gli ostaggi, tutti e 48, ora. Se lo farete, vivrete, altrimenti Israele vi darà la caccia”, affermando : “Se Hamas accetta le nostre condizioni, la guerra può finire immediatamente. Gaza sarà smilitarizzata, Israele assumerà il controllo della sicurezza e un’autorità civile sarà istituita dai cittadini di Gaza e da altri impegnati nella pace con Israele”.
Infine, sulle accuse ad Israele di aver deliberatamente affamato e fatto morire di fame la popolazione palestinese , di genocidio e di costringere la popolazione ad abbandonare la propria terra, smentendo entrambe, ha replicato: ” Israele sta deliberatamente nutrendo la popolazione di Gaza. Hamas e altri gruppi hanno rubato l’85% degli aiuti arrivati a Gaza. Dall’inizio del conflitto a Gaza ,sono state portate due milioni di tonnellate di aiuti, una tonnellata per ogni abitante di Gaza . L’accusa di genocidio è infondata. Le critiche a Israele su Gaza sono bugie antisemite. Per caso, i nazisti chiedevano gentilmente agli ebrei di andarsene?. Ora, vorrei porvi una domanda semplice, una domanda logica: un Paese che sta commettendo un genocidio, implorerebbe la popolazione civile, che dovrebbe essere il suo obiettivo ,di mettersi al riparo?. Vi rivolgo una domanda semplice e logica: quale Paese che commette un genocidio implorerebbe i civili che presumibilmente sta prendendo di mira di togliersi di mezzo? Noi stiamo cercando di farli uscire e Hamas sta cercando di tenerli dentro la Striscia di Gaza. L’esercito israeliano sta osservando regole di ingaggio molto stringenti per non colpire civili, cosa riconosciuta da esperti militari, il rapporto tra civili uccisi è molto basso rispetto a guerre recenti come quella in Afghanistan. E’ Hamas a trattenere nelle zone di guerra i civili e ad usarli come scudi umani. Israele sta facendo tutto il possibile ridurre al minimo le vittime civili”.
Sempre all’Assemblea Onu, è intervenuto in videocollegamento, il leader dell’Autorità nazionale palestinese ,Abu Mazen, che ha dichiarato: “La guerra di Israele a Gaza sarà ricordato come uno dei capitoli più orribili del XX e del XXI secolo. Da due anni quasi la gente palestinese a Gaza sta vivendo un genocidio fatto di uccisioni e fame. Una guerra dove gli occupanti israeliani compiono crimini contro l’umanità , documentati e monitorati. Gli attacchi di Hamas del 7ottobre in Israele non rappresentano il popolo palestinese. Hamas non dovrebbe avere alcun ruolo in un futuro governo palestinese. Siamo grati agli Stati che hanno riconosciuto lo Stato palestinese e ringraziamo coloro che hanno protestato a sostegno del diritto del popolo palestinese. Non vogliamo uno Stato palestinese armato, ma moderno e democratico.
Abbiamo fatto tutti gli sforzi possibili per costruire le istituzioni di uno Stato palestinese moderno che viva fianco a fianco con Israele in pace e sicurezza, ma Israele non ha rispettato gli accordi. I palestinesi hanno riconosciuto il diritto di Israele a esistere nel 1988 e nel 1993 e continuiamo a riconoscerlo. A Gaza , Israele ha imposto un assedio soffocante a un intero popolo, non si tratta semplicemente di un’aggressione ma di un crimine di guerra e un crimine contro l’umanità. In Cisgiordania , Israele continua ad espandere illegalmente i suoi insediamenti: la Palestina respinge e deplora totalmente i piani per un “Grande Israele. Siamo pronti a lavorare con Donald Trump, l’Arabia Saudita, la Francia e l’Onu e con tutti i partner per attuare il piano di pace che è stato approvato nella conferenza del 22 settembre. Una pace giusta e in nome della cooperazione a livello regionale. Non lasceremo la nostra terra. Non si può arrivare alla pace senza giustizia. Vogliamo vivere in libertà, sicurezza e pace come tutte le altre popolazioni sulla Terra e in uno stato sovrano, indipendente entro i confini del 1967 con Gerusalemme Est come capitale, in sicurezza e pace con i nostri vicini. Vogliamo uno Stato moderno, civile, libero da violenza, armi ed estremismo, che rispetti la legge, i diritti umani e investa nelle persone, nello sviluppo, nella tecnologia e nella formazione, non in guerre e conflitti. Continueremo la nostra battaglia pacifica, legittima e diplomatica per i nostri diritti, per la fine immediata e permanente della guerra a Gaza, l’ingresso senza condizioni di aiuti umanitari tramite le organizzazioni dell’Onu, Unrwa compresa, la fine dell’uso della fame come arma, il rilascio di tutti gli ostaggi e i prigionieri da entrambe le parti, il ritiro completo delle forze di occupazione dalla Striscia di Gaza. Respingiamo il “piano per lo sfollamento” dei gazawi e chiediamo “fine” di “tutte le azioni unilaterali che compromettono la soluzione a due Stati”, non solo nella Striscia di Gaza, la “fine dell’assedio economico”.
Abu Mazen ha poi ribadito la condanna per l’attacco del 7 ottobre 2023 in Israele, che “non rappresenta la battaglia giusta dei palestinesi per libertà e indipendenza” e su Hamas ed altre fazioni ha detto che “dovranno consegnare le loro armi all’Autorità nazionale palestinese, nel quadro di un processo per costruire le istituzioni di un unico Stato, con una legge e un’unica forza di sicurezza legittima”.
In ultimo, riguardo la Cisgiordania ha affermato: “In Cisgiordania, anche a Gerusalemme Est, il governo israeliano estremista continua ad attuare la sua politica di insediamenti attraverso l’allargamento illegale degli e con lo sviluppo di progetti per l’annessione di insediamenti”, riferendosi al caso dell’area nota come ‘E1’, che taglia in due la Cisgiordania ed è considerata come una minaccia alla soluzione a due Stati e denunciando le “violazioni israeliane e il terrorismo dei coloni”.
Intanto, alla Casa Bianca, dopo il discorso all’Onu del Premier Netanyahu, il Presidente USA Trump ha dichiarato alla stampa: “Siamo molto vicini ad un accordo a Gaza che libererà gli ostaggi e porterà la pace. Ho parlato con Bibi Netanyahu oggi e abbiamo parlato con tutti i leader del Medio Oriente. Siamo vicini a un accordo su Gaza, forse anche alla pace. Non permetterò a Israele di annettere la Cisgiordania. No. Non lo permetterò. Non accadrà”.
Secondo il Financial Times, nell’ambito del piano di pace del Presidente Usa ,Trump, l’ex Primo ministro britannico Tony Blair avrebbe un ruolo nella gestione di un organismo di governo transitorio della Striscia dopo la fine della guerra, finché non potrà essere consegnata all’Autorità Nazionale Palestinese.
Secondo il Times of Israel, il piano, che sarebbe articolato in 21 punti e sarebbe stato condiviso dagli Stati Uniti con alcuni Paesi arabi e musulmani, a margine dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, prevederebbe 6 punti principali: 1) Gaza sarà una zona deradicalizzata e libera dal terrorismo che non rappresenterà una minaccia per i suoi vicini; 2) Gaza sarà riqualificata a beneficio della sua popolazione; 3) Entrambe le parti accetteranno la proposta, la guerra terminerà immediatamente, con le forze israeliane che interromperanno tutte le operazioni e si ritireranno gradualmente dalla Striscia; 4) Entro 48 ore dall’accettazione pubblica dell’accordo da parte di Israele, tutti gli ostaggi, vivi e deceduti, saranno restituiti; 5) Una volta restituiti gli ostaggi, Israele libererà diverse centinaia di prigionieri palestinesi che scontano l’ergastolo e oltre mille abitanti di Gaza arrestati dall’inizio della guerra; 6) una volta restituiti gli ostaggi, ai membri di Hamas che si impegnano per la coesistenza pacifica verrà concessa l’amnistia, mentre ai membri che desiderano lasciare la Striscia verrà concesso un passaggio sicuro verso i paesi di accoglienza.
Tuttavia, i Paesi europei e arabi sono contrari all’idea di questo tipo di organismo, perché ritengono che marginalizzerebbe i palestinesi e mancherebbe di legittimità agli occhi dei gazawi.
A Bruxelles, l’Alta rappresentante per la politica estera dell’Unione Europea, ha così risposto alla lettera del capo delegazione dei Socialisti che chiedeva urgentemente di monitorare sull’accesso degli aiuti umanitari a Gaza e di sospendere l’accordo di associazione Ue-Israele: “Alla luce della catastrofica situazione sul campo, la Presidente della Commissione europea ha annunciato, un pacchetto di sanzioni rafforzate contro i ministri israeliani estremisti e i membri di Hamas e una sospensione parziale di alcune misure commerciali contemplate dall’accordo di associazione. Queste proposte richiedono il sostegno degli Stati membri dell’UE, rispettivamente all’unanimità e a maggioranza qualificata, per essere adottate. In linea con il mio mandato, non risparmierò alcuno sforzo per promuovere l’unità a livello dell’UE e incoraggiare il consenso tra gli Stati membri, che spero ci consentirà di procedere con iniziative concrete, compresi mezzi e misure che, auspicabilmente, contribuiranno a un necessario miglioramento sul campo”.
Per l’Italia, la Presidente del Consiglio Meloni , nel suo intervento all’80° Assemblea Generale dell’Onu, a proposito della guerra in Medio Oriente e dell’indebolimento dell’Onu , ha detto: “Non è un caso, che Hamas abbia approfittato dell’indebolirsi di questa architettura per sferrare , il 7 ottobre del 2023 , il suo attacco contro Israele. La ferocia e la brutalità di quell’attacco , la caccia ai civili inermi , hanno spinto Israele ad una reazione, in principio, legittima. Perché ogni Stato e ogni popolo ha il diritto di difendersi. Ma la reazione a una aggressione deve sempre rispettare il principio di proporzionalità. Vale per gli individui, e vale a maggior ragione per gli Stati. E Israele ha superato quel limite, con una guerra su larga scala che sta coinvolgendo oltre misura la popolazione civile palestinese. Ed è su questo limite che lo Stato ebraico ha finito per infrangere le norme umanitarie, causando una strage tra i civili. Una scelta che l’Italia ha più volte definito inaccettabile, e che porterà al nostro voto favorevole su alcune delle sanzioni proposte dalla Commissione Europea verso Israele. Però non ci accodiamo a chi scarica su Israele tutta la responsabilità di quello che accade a Gaza. Perché è Hamas ad aver scatenato la guerra. È Hamas che potrebbe far cessare le sofferenze dei palestinesi, liberando subito tutti gli ostaggi. È Hamas che sembra voler prosperare sulla sofferenza del popolo che dice di rappresentare. Israele deve uscire dalla trappola di questa guerra. Lo deve fare per la storia del popolo ebraico, per la sua democrazia, per gli innocenti, per i valori universali del mondo libero di cui fa parte. E per chiudere una guerra servono soluzioni concrete. Perché la pace non si costruisce solo con gli appelli, o con proclami ideologici accolti da chi la pace non la vuole.
La pace si costruisce con pazienza, con coraggio, con ragionevolezza. I bambini di Gaza, come quelli che l’Italia sta orgogliosamente accogliendo e curando nei propri ospedali, chiedono risposte che possano migliorare la loro condizione, e su quello siamo impegnati. L’Italia c’è e ci sarà per chiunque sia disposto a lavorare a un piano serio per il rilascio degli ostaggi, un cessate il fuoco permanente, l’esclusione di Hamas da ogni dinamica di governo in Palestina, il graduale ritiro di Israele da Gaza, l’impegno della comunità internazionale nella gestione della fase successiva al cessate il fuoco, fino alla realizzazione della prospettiva dei due Stati.
Consideriamo, in questo senso, molto interessanti le proposte che il Presidente degli Stati Uniti ha discusso in queste ore con i Paesi arabi e siamo pronti ovviamente a dare una mano. Riteniamo che Israele non abbia il diritto di impedire che domani nasca uno Stato palestinese, né di costruire nuovi insediamenti in Cisgiordania al fine di impedirlo. Per questo abbiamo sottoscritto la Dichiarazione di New York sulla soluzione dei due Stati. È la storica posizione dell’Italia sulla questione palestinese, una posizione che non è mai cambiata. Riteniamo, allo stesso tempo, che il riconoscimento della Palestina debba avere due precondizioni irrinunciabili: il rilascio di tutti gli ostaggi israeliani e la rinuncia da parte di Hamas ad avere qualsiasi ruolo nel governo della Palestina. Perché chi ha scatenato il conflitto non può essere premiato”.
Riguardo la vicenda delle imbarcazioni della Global Sumud Flotilla, con a bordo attivisti e delegazioni parlamentari (per l’Italia, esponenti del Pd, M5S e AVS), ora nelle acque di Creta e, dirette a Gaza per la distribuzione di aiuti umanitari alla popolazione palestinese, nonostante il blocco di Israele, che nelle scorse ore avevano denunciato di aver subito un nuovo attacco, dopo l’invio di due fregate inviate in loro soccorso dal Ministero della Difesa e di una nave militare da parte del Governo spagnolo, gli attivisti e le attiviste a bordo hanno comunicato alle autorità italiane che non intendono accettare la proposta del ministero degli Esteri su una possibile deviazione degli aiuti in direzione Cipro per la consegna al Patriarcato Latino di Gerusalemme, dichiarando di essere determinati a forzare il blocco navale di Israele: “Non ci saranno altre soste tecniche per le nostre 50 barche, continueremo diretti fino a Gaza. Siamo consapevoli delle minacce, ma ci rendono solo più uniti”.
Un appello alla Global Sumud Flotilla ad accettare tale proposta è arrivato anche da alcuni esponenti dei partiti di opposizione e dal Presidente della Repubblica Mattarella, che nel suo messaggio ha dichiarato: “Il valore della vita umana, che sembra aver perso ogni significato a Gaza, dove viene gravemente calpestato con disumane sofferenze per la popolazione, richiede di evitare di porre a rischio l’incolumità di ogni persona. A questo scopo e al fine di salvaguardare il valore dell’iniziativa assunta – valore che si è espresso con ampia risonanza e significato – appare necessario preservare l’obiettivo di far pervenire gli aiuti raccolti alla popolazione in sofferenza. Mi permetto di rivolgere con particolare intensità un appello alle donne e agli uomini della Flotilla perché raccolgano la disponibilità offerta dal Patriarcato Latino di Gerusalemme – anch’esso impegnato con fermezza e coraggio nella vicinanza alla popolazione di Gaza – di svolgere il compito di consegnare in sicurezza quel che la solidarietà ha destinato a bambini, donne, uomini di Gaza”.
La Farnesina ha dunque nuovamente “Sconsigliato di proseguire” agli italiani e italiane a bordo, mentre il ministero della Difesa ha sottolineato di non poter intervenire in caso di attacco da parte di Israele.
Tel Aviv infatti ha avvertito: “Non ammettiamo violazioni all’ingresso in acque interdette”.
In serata, poi, è stato reso noto che la delegazione italiana ha ritenuto opportuno richiedere la presenza in Italia della portavoce Maria Elena Delia per condurre un dialogo diretto con le istituzioni e per garantire l’incolumità dei membri italiani dell’equipaggio della Global Sumud Flotilla e il raggiungimento degli obiettivi della missione nel rispetto del diritto internazionale” e cioé portare aiuti umanitari al popolo palestinese nella Striscia di Gaza.
La Premier Meloni ha ringraziato “i partiti e gli esponenti di opposizione che, raccogliendo le sagge parole del Presidente Mattarella – al quale siamo grati – hanno invitato gli attivisti della Flotilla ad accettare le soluzioni alternative proposte e in particolare a consegnare gli aiuti a Cipro, al Patriarcato di Gerusalemme”, sottolineando che, “ In questa fase è fondamentale lavorare per garantire l’incolumità delle persone coinvolte e non assecondare chi sostiene che l’obiettivo dell’iniziativa debba essere forzare il blocco navale israeliano. Una scelta che sarebbe estremamente pericolosa”.
Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini , ha dichiarato : “Siamo pronti allo sciopero generale, se la missione di Flotilla viene bloccata, se vengono sequestrate le navi, se c’è un nuovo attacco, perché per noi l’obiettivo deve essere quello di fermare l’invasione e il governo Netanyahu, riconoscere lo Stato palestinese, far arrivare gli aiuti a Gaza e impedire il genocidio che è incorso. Consideriamo grave l’atteggiamento del governo italiano. Stasera, ci sarà un’altra riunione con i segretari generali delle categorie e regionali , è per ragionare, monitorare e affrontare la situazione su questi punti come su altri”.
Sulla stessa linea, l’Usb , i sindacati di base, che, riguardo alla Global Sumud Flotilla, hanno avvertito : “Se sarà attaccata ,noi siamo pronti a uno sciopero generale”.
Nel frattempo, nella Striscia continua l’offensiva dell’esercito israeliano , che, nelle ultime ore, ha emesso un avviso di evacuazione per i palestinesi che risiedono nelle vicinanze di un edificio a Gaza City prima di un attacco aereo.
Per l’Idf, del milione di palestinesi che risiedevano a Gaza City, più di 700.000 sono stati evacuati. Sempre le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno reso noto che , ieri, l’Aeronautica militare israeliana ha attaccato più di 140 obiettivi in tutta la Striscia di Gaza, tra cui miliziani, tunnel, edifici militari e altre infrastrutture terroristiche, individuando anche quantitativi di esplosivi nascosti da Hamas nelle aree urbane.
Secondo l’agenzia di stampa palestinese WAFa,che cita fonti mediche, dall’alba di oggi, 24 persone sono state uccise nella Striscia di Gaza, di cui 10, mentre cercavano aiuti umanitari nei pressi del corridoio di Netzarim, al centro del territorio e 18 sono rimaste ferite.
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