di Federica Marengo lunedì 22 settembre 2025

-Alla vigilia dell’80° Assemblea Generale dell’Onu, iniziata oggi a New York, con la cerimonia di apertura e con la Conferenza di alto livello per la risoluzione pacifica della questione palestinese e l’attuazione della soluzione a due Stati, co-presieduta da Francia e Arabia Saudita, i leader di Gran Bretagna, Portogallo, Canada e Australia hanno annunciato il riconoscimento dello Stato di Palestina. A tali Paesi, si sono aggiunti oggi anche Francia e Belgio, per un totale di 151 Paesi su 193, facenti parte dell’Organizzazione delle Nazioni Unite.
Immediata la reazione di Israele, con il Premier Netanyahu che ,nella riunione settimanale del governo, dichiarando che uno Stato palestinese non vi sarà , poiché “ metterebbe in pericolo l’esistenza di Israele” e , promettendo di “combattere gli appelli alla creazione di uno Stato palestinese davanti all’Onu”, ha sottolineato: “All’Onu presenterò la verità. Questa è la verità di Israele, ma è anche la verità oggettiva della nostra giusta lotta contro le forze del male e della nostra visione di una vera pace: la pace attraverso la forza. Dovremo anche combattere all’Onu e in tutte le altre arene contro la falsa propaganda rivolta a noi e contro gli appelli alla creazione di uno Stato palestinese, che metterebbero in pericolo la nostra esistenza e costituirebbero una ricompensa assurda per il terrore. Le Nazioni che riconoscono uno Stato palestinese all’Assemblea generale stanno ricompensando gli atti terroristici di Hamas contro Israele. Dopo l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, incontrerò il mio amico, il presidente Trump. Sarà la quarta volta che lo incontro dall’inizio del suo secondo mandato, più di qualsiasi altro leader mondiale. E abbiamo molto di cui discutere”.
Immediata, anche la risposta da parte dei ministri israeliani Ben Gvir e Miki Zohar , che hanno definito il riconoscimento dello Stato di Palestina da parte di molti Stati “una ricompensa per gli assassini di Hamas” ed hanno annunciato di voler “presentare una proposta alla prossima riunione del governo per l’immediata applicazione della sovranità israeliana anche sulla Samaria( la Cisgiordania), la Giudea e la Valle del Giordano.
Il Premier britannico, Starmer, nel videomessaggio nel quale ha annunciato la decisione del riconoscimento dello Stato di Palestina ha però evidenziato: “Oggi, per ravvivare la speranza di pace tra palestinesi e israeliani e di una soluzione a due Stati, il Regno Unito riconosce formalmente lo Stato di Palestina. Questa soluzione non è una ricompensa per Hamas, perché Hamas non potrà avere futuro, nessun ruolo nel governo, nessun ruolo nella sicurezza. Abbiamo già sottoposto Hamas a delle sanzioni e andremo oltre nelle prossime settimane”, echeggiato dal Premier canadese Carney , che ha affermato: “L’Autorità Nazionale Palestinese ha assunto impegni diretti con il Canada e la comunità internazionale su riforme tanto necessarie, tra cui una riforma radicale della sua governance, l’organizzazione di elezioni generali nel 2026, in cui Hamas non potrà svolgere alcun ruolo, e la smilitarizzazione dello Stato palestinese”.
Per il Presidente francese Macron, intervistato da Cbs, “ Riconoscere oggi lo Stato di Palestina ‘è l’unico modo di fornire una soluzione politica a una situazione che deve finire”.
Secondo l’AFP, che cita un portavoce del Dipartimento di Stato USA, per gli Stati Uniti , tale riconoscimento dello Stato di Palestina “da parte di alleati chiave è puramente simbolico e l’obiettivo dell’amministrazione Trump resta una diplomazia seria, non gesti di scena”.
Positiva invece la reazione del Presidente dell’Autorità nazionale palestinese, Mahmoud Abbas, secondo cui il riconoscimento dello Stato palestinese da parte di diversi Paesi Onu, “costituisce un passo importante e necessario verso il raggiungimento di una pace giusta e duratura, in conformità con il diritto internazionale”.
L’ambasciatore palestinese presso le Nazioni Unite, Riad Mansour, in un’intervista a La Repubblica, in merito al riconoscimento dello Stato palestinese da parte di Regno Unito, Canada, Australia e Portogallo, ha affermato che si tratta di un “passo storico” e ha chiesto di “intensificare le misure concrete contro Israele”.
Tra gli Stati che, per ora, non riconosceranno lo Stato di Palestina, invece: la Germania e l’Italia.
Per la Germania, il ministro degli Esteri Johann Wadephul , che parteciperà all’80° Assemblea generale dell’Onu, ribadendo che Berlino non riconoscerà uno Stato palestinese, finché israeliani e palestinesi non negozieranno una soluzione a due Stati, ha detto: “Una soluzione negoziata a due Stati è la strada che può consentire a israeliani e palestinesi di vivere in pace, sicurezza e dignità. Per la Germania, il riconoscimento di uno Stato palestinese avviene alla fine del processo. Ma questo processo deve iniziare ora”.
Per l’Italia, la Premier Meloni e il Vicepremier e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, Tajani saranno entrambi all’Assemblea Onu.
Il Vicepremier e ministro Tajani ,che parteciperà sia alla Conferenza di Alto Livello sulla Soluzione a Due Stati, convocata da Francia e Arabia Saudita, che alla ministeriale Esteri informale del G7, sotto presidenza canadese e che, riferirà alle Camere sulla situazione a Gaza il 2 ottobre, ha dichiarato: “Ribadirò il sostegno italiano al processo per il riconoscimento del futuro Stato palestinese, una volta che esso sarà stato costituito, con la riunificazione di Gaza e Cisgiordania. Uno Stato palestinese libero da Hamas, come sancito dalla Risoluzione Onu co-sponsorizzata dall’Italia adottata il 12settembre scorso. Ricorderò anche il nostro impegno per la popolazione civile attraverso l’iniziativa Food For Gaza, con nuove evacuazioni sanitarie previste nelle prossime settimane. Riaffermeremo anche la nostra contrarietà all’occupazione di Gaza e della Cisgiordania, che mettono a rischio la realizzazione della Soluzione a due Stati, e all’offensiva di terra lanciata da Israele per i suoi rischi sulla popolazione civile”.
Papa Leone XIV, nel telegramma inviato a Riccardo Di Segni, Rabbino Capo di Roma, nella ricorrenza di Rosh Ha-Shanah, di Yom Kippur e di Sukkot, ha scritto : “Nell’esprimere i “più cordiali auguri a lei e all’intera comunità ebraica di Roma, ricordo con gratitudine la sua presenza per l’inizio del mio ministero petrino, il 18 maggio scorso. L’Eterno, nella sua immensa bontà, sia vicino alla vostra comunità e accompagni tutti i nostri sforzi per approfondire l’amicizia tra di noi, nella città di Roma e nel mondo. Dio, nella sua infinita misericordia, ci conceda il dono della pace e l’instancabile desiderio di promuoverla sempre”.
Sempre Papa Leone XIV, stamane, alle suore di vari Capitoli ,tra cui le suore Carmelitane Scalze di Terra Santa, ricevute in Udienza, ha detto: “E’ importante ciò che state facendo, con la vostra presenza vigile e silenziosa in luoghi purtroppo dilaniati dall’odio e dalla violenza, con la vostra testimonianza di abbandono fiducioso in Dio, con la vostra costante invocazione per la pace. Tutti ,vi accompagniamo con la nostra preghiera e, anche attraverso di voi, ci facciamo vicini a chi soffre. Grazie a tutte voi, sorelle, per il bene che fate in tanti Paesi del mondo e in tanti contesti diversi”.
Il Presidente della Cei (Conferenza episcopale italiana), il card. Matteo Zuppi, aprendo i lavori del Consiglio permanente, ha dichiarato: “La guerra è un fallimento” diceva Papa Francesco, “come non pensare a Gaza dove, mentre ancora gli ostaggi israeliani sono prigionieri in condizioni inumane, un’intera popolazione, affamata, bombardata, è costretta a un esodo continuo, facciamo nostre le parole di Leone XIV sul popolo di Gaza che ‘continua a vivere nella paura’, la Chiesa italiana si unisce al suo appello per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi. Da parte nostra, continueremo ad alleviare la crisi umanitaria e la sofferenza inaccettabile e ingiustificabile”.
Intanto, mentre il Premier israeliano Netanyahu nel suo videomessaggio in occasione della festa del Rosh Hashanah, il capodanno ebraico, ha dichiarato: “Continueremo ad agire con determinazione finché non raggiungeremo tutti gli obiettivi della guerra, per garantire il nostro futuro nella nostra meravigliosa terra. Le nostre forze stanno ora operando con grande forza nella Striscia di Gaza per sconfiggere definitivamente Hamas e riportare a casa tutti i nostri ostaggi. E così facendo, apriremo anche la strada all’espansione del cerchi o della pace”, secondo il canale statunitense Fox News, Hamas, che in queste ore ha diffuso un nuovo filmato di un ostaggio, avrebbe scritto una lettera al Presidente USA, Trump, consegnata al Qatar, Paese mediatore, che la consegnerà in settimana al numero uno della Casa Bianca, in cui avrebbe chiesto a Washington di garantire un cessate il fuoco di 60 giorni nella Striscia di Gaza, in cambio dell’immediato rilascio di metà degli ostaggi.
Quanto ai raid israeliani , proseguono gli attacchi dell’Idf nella Striscia e a Gaza City, dove nelle ultime 24 ore, secondo Al Jazeera, 55 persone sono state uccise e, dall’alba di oggi, almeno 11, di cui 7 a Gaza City,
Inoltre, l’Idf ha fatto sapere di aver ucciso, in un recente attacco nella Striscia, il vice comandante della polizia navale di Hamas, che aveva partecipato all’attacco del 7 ottobre.
Riguardo alla popolazione palestinese evacuata, ad oggi, secondo l’Idf, oltre 550 mila persone sarebbero uscite dalla Striscia, mentre il ministero della Sanità di Gaza, controllato da Hamas , ha fatto sapere che due ospedali di Gaza City, nel nord della Striscia, “sono fuori servizio a causa dei continui attacchi delle Forze di difesa d’Israele”.
Quanto alla Global Sumud Flotilla, la spedizione con una quarantina di imbarcazioni di 44 Paesi, che sta raggiungendo le coste di Gaza , nonostante il blocco israeliano per portare aiuti umanitari alla popolazione , in un messaggio social, ha segnalato: “Si sono avvistati più droni, la cui origine non è stata ancora identificata, vicino alla flotta e che la seguono. Questo improvviso aumento dell’attività aerea ci preoccupa”.
In merito alla Global Sumud Folotilla, in una nota , il ministero degli Esteri israeliano, ha affermato: “Questa flottiglia, organizzata da Hamas, è destinata a servire Hamas. Israele non permetterà alle imbarcazioni di entrare in una zona di combattimento attiva e non consentirà la violazione di un blocco navale legittimo. Se il reale intento dei partecipanti alla flottiglia è quello di fornire aiuti umanitari e non servire Hamas, Israele invita le imbarcazioni a attraccare al Marina di Ashkelon e a scaricare lì gli aiuti, da dove saranno trasferiti prontamente in maniera coordinata nella Striscia di Gaza. Israele esorta i partecipanti a non violare la legge e ad accettare la proposta israeliana per un trasferimento pacifico di eventuali aiuti in loro possesso”.
Infine, si è svolto oggi, in tutta Italia , lo sciopero generale di 24 ore proclamato dai sindacati di base a sostegno di Gaza, riguardante tutti i settori, dal trasporto pubblico locale, alle ferrovie, porti, scuole e servizi pubblici, con manifestazioni e sit-in in diverse città, quali: Roma, Milano, Bologna, Napoli, Genova, Torino, Firenze, Ancona, Bari e Palermo, durante cui si sono registrati disordini , blocchi autostradali , blocchi di porti e scontri con le forze dell’ordine, in particolare alla stazione centrale di Milano, dove una decina di manifestanti è stata fermata, mentre circa 60 agenti delle forze dell’ordine sono rimasti feriti.
Unanime la condanna delle violenze da parte del mondo politico.
La Premier Meloni, in un post social , definendo “indegne” le immagini di Milano, ha sottolineato: “Indegne le immagini che arrivano da Milano: sedicenti “pro-pal”, sedicenti “antifa”, sedicenti “pacifisti” che devastano la stazione e generano scontri con le Forze dell’Ordine. Violenze e distruzioni che nulla hanno a che vedere con la solidarietà e che non cambieranno di una virgola la vita delle persone a Gaza, ma avranno conseguenze concrete per i cittadini italiani, che finiranno per subire e pagare i danni provocati da questi teppisti. Un pensiero di vicinanza alle Forze dell’Ordine, costrette a subire la prepotenza e la violenza gratuita di questi pseudo-manifestanti. Mi auguro parole chiare di condanna da parte degli organizzatori dello sciopero e da tutte le forze politiche”.
Condanna delle violenze, espressa anche da Pd, M5S e AVS , che, esortando il Governo a schierare l’Italia contro il genocidio a Gaza, hanno evidenziato che decine di migliaia di manifestanti hanno manifestato pacificamente in tutto il Paese.
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