di Federica Marengo venerdì 11 luglio 2025

-Il Premier israeliano Netanyahu ha lasciato Washington dopo la visita di quattro giorni negli USA e i due colloqui avuti con il Presidente USA Trump sulla situazione nella Striscia e sui negoziati in merito all’accordo con Hamas per la tregua e il rilascio degli ostaggi, nei quali ha aperto all’intesa sul cessate il fuoco, precisando che l’accordo non va siglato ad ogni costo e che l’obiettivo di Tel Aviv è di porre fine ad Hamas.
Netanyahu, prima di partire per Israele, intervistato per il programma di ‘The Record with Greta Van Susteren’, ha confermato che almeno 20 ostaggi sono ancora vivi , esprimendo la speranza che un accordo per il loro rilascio possa essere raggiunto entro pochi giorni e , sottolineando che la proposta di accordo sulla quale stanno lavorando le delegazioni prevede la liberazione di “metà dei vivi e metà dei morti, quindi rimarranno 10 ostaggi vivi e circa 12 deceduti”, da liberare successivamente.
Il suo ufficio, poi, ha fatto sapere che “Tutti gli obiettivi che il Premier Netanyahu si era prefissato di raggiungere durante la visita sono stati raggiunti”.
Il Presidente USA Trump e il segretario di Stato USA Rubio hanno ribadito che la tregua è vicina e che l’accordo tra Israele e Hamas sarà siglato a breve.
Tuttavia, i colloqui tra le delegazioni, che si volgono a Doha sono in stallo, in quanto resterebbero da sciogliere alcuni nodi come il ritiro dell’Idf dalla Striscia e la fine della guerra , la gestione degli aiuti umanitari e il controllo del corridoio di Morag, benché i mediatori del Qatar, nelle ultime ore, abbiano fatto sapere che Hamas si prepara a una possibile tregua e al rilascio degli ostaggi.
Israele , però, durante i negoziati a Doha avrebbe aperto, in linea di principio, all’erogazione di aiuti e finanziamenti per la ricostruzione della Striscia di Gaza da parte del Qatar, sebbene abbia chiesto la partecipazione anche di altri Paesi come l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti, i quali hanno fatto sapere che finanzieranno la ricostruzione solo quando saranno certi della fine della guerra. Proprio gli Emirati Arabi Uniti, hanno inviato 13 convogli di aiuti , che , stamane, sarebbero entrati nella Striscia.
Intanto, il Presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese, Abu Mazen, che ha ribadito l’esortazione ad Hamas a deporre le armi, ha chiesto che l’ANP sia presente al tavolo dei negoziati per la tregua, in quanto potrebbe assumere il controllo totale o parziale della Striscia al termine del conflitto.
Tutto ciò, mentre sono proseguiti i raid israeliani a Gaza, dove, nelle ultime ore, 16 persone sono state uccise , di cui 10 bambini, nei pressi di un centro per la distribuzione degli aiuti umanitari.
L’Idf ha reso noto di aver ucciso un uomo chiave di Hamas in Libano e un comandante, sempre di Hamas, a Jabalyia, e di aver distrutto 130 siti terroristici a Khan Younis. Ucciso da Hamas, nel Sud di Gaza, invece, un soldato delle Forze di difesa israeliane.
Non si arresta neppure lo scontro tra Israele e gli Houthi nello Ymen, che nei giorni scorsi ha dato luogo ad attacchi incrociati. Stanotte, gli Houthi hanno lanciato un missile caduto prima di raggiungere Israele.
Quanto alle tensioni di Tel Aviv con l’Iran, l’ex ministro della Difesa Gallant ha scritto una lettera aperta alla Guida Suprema di Teheran Khamenei, nella quale quest’ultimo ha sottolineato che la rete di alleati regionali creata dall’Iran ha fallito e non è stata in grado di fare da scudo alla Repubblica islamica, attaccata da Israele e che la strategia messa in campo dall’Iran per decenni non ha portato frutti e ora è tempo per il regime degli ayatollah di scegliere se proseguire con il programma nucleare o smantellarlo e concentrarsi sul benessere e futuro degli iraniani.
Nel frattempo, in Iraq, nella notte, due droni sono stati abbattuti vicino alle basi dei peshmerga curdi iracheni, prima che i combattenti del Pkk iniziassero a deporre e a bruciare le armi durante una cerimonia nella regione autonoma, ponendo così fine al conflitto con la Turchia da cui erano considerati terroristi.
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