di Federica Marengo martedì 17 giugno 2025

-Sono proseguiti anche nella giornata di oggi, la quinta, gli attacchi incrociati tra Israele e l’Iran, che, secondo una Ong, avrebbero causato a Teheran la morte di 450 persone tra i civili e il ferimento di altre 1800 e , a Tel Aviv la morte di almeno 59 persone .
Nella notte, Teheran ha colpito con un’ondata di missili Tel Aviv e il porto di Haifa, ma la contraerei israeliana ne ha intercettata la maggior parte. Israele , a sua volta, ha colpito Tabriz, sede di un’importante base militare, nell’Iran nord.-occidentale, uccidendo il neo capo di Stato maggiore iraniano Ali Shadmani, nominato quattro giorni fa.
Più tardi, però, Teheran, dove i media hanno segnalato guasti sulla rete Internet in tutto il Paese, ha fatto sapere di aver usato un nuovo missile contro Israele e di aver colpito il quartier generale del Mossad e di aver abbattuto un F35 israeliano, notizia, a cui ha replicato, a distanza di poco tempo, l’Idf israeliana, rendendo noto di aver neutralizzato il principale quartiere generale militare dell’Iran e che i leader militari sopravvissuti sono fuggiti.
Nel pomeriggio, Teheran ha lanciato una nuova serie di attacchi con droni e missili contro Israele , durante i quali la Marina USA ha abbattuto missili lanciati a largo della costa israeliana. Il capo dell’esercito iraniano ha poi fatto sapere che “Finora sono stati solo avvertimenti” a scopo di deterrenza e che “presto ci sarà l’inizio di un’operazione punitiva” per Israele.
Quindi, il Premier israeliano Netanyahu ha intensificato in queste ore la campagna aerea contro Teheran e ha rivendicato il controllo dei cieli sulla città, (confermato oggi dal Presidente USA Trump, in post sulla sua piattaforma social) la distruzione dell’impianto per l’arricchimento dell’uranio di Natanz, della metà dei droni in possesso dell’Iran e di un enorme quantità di lanciamissili, ponendosi come obiettivo, però, non solo la distruzione dei siti nucleari iraniani, ma anche l’eliminazione della guida suprema Khamenei, che sarebbe nascosta in un bunker sotterraneo in attesa di un salvacondotto per la Russia, e la conseguente fine della guerra.
In merito, il Presidente USA Trump ha dichiarato che è stata individuato il luogo in cui si trova la guida suprema iraniana Khamenei, ma che , per ora, non sarà ucciso.
Teheran, se da un lato continua a contrattaccare Israele, dall’altro , tramite il ministro degli Esteri Araghchi ha invocato l’intervento del Presidente USA Trump per tornare alla diplomazia. Secondo il Washington Post , a tal fine, Teheran starebbe cercando anche la mediazione dei Paesi Arabi, ma sarebbe disposta a riprendere i negoziati solo a condizione che gli USA non entrino in guerra e che riescano a persuadere il Premier Netanyahu a fermare l’offensiva.
A tal riguardo, il Presidente iraniano Pezeshkian, in un colloquio telefonico con l’omologo degli Emirati Arabi Uniti bin Zayed Al Nahyan, ha affermato che “Con il proseguimento degli attacchi israeliani e il sostegno dei Paesi occidentali, la regione non vedrà mai pace e tranquillità”.
Il Presidente emiratino bin Zayed Al Nahyan ha dichiarato di aver avviato “ampie consultazioni per ridurre la tensione e ripristinare la sicurezza nella regione”.
Il Presidente degli USA, Trump, sull’Air Force One, di ritorno dal G7 in Canada, che ha lasciato in anticipo proprio per seguire gli sviluppi della situazione da Washington e riunire nella situation room il team di sicurezza nazionale , ha dichiarato alla stampa di auspicare la fine della guerra e non un cessate il fuoco e la “vera fine” della questione nucleare, con Teheran che vi rinuncia completamente.
Inoltre, il Presidente Trump ha smentito di aver avuto dei contatti con i funzionari iraniani, dichiarando: “Se vogliono parlare con me sanno come raggiungermi. La Repubblica islamica dovrà intraprendere delle iniziative ,se vuole risolvere la situazione. Se Teheran avesse accettato l’accordo che era sul tavolo, si sarebbero salvate vite”. Non ha risposto invece alla domanda se gli USA entreranno nel conflitto, ma ha più volte ribadito che l’Iran non vincerà mai questa guerra e che non avrà mai l’arma nucleare. Intanto, gli USA hanno rafforzato la presenza in Medio Oriente, spostando portaerei e un gran numero di aerei da rifornimento.
Smentita da Presidente USA Trump anche la direttrice dell’intelligence americana, che a marzo aveva dichiarato che l’ Iran non stesse costruendo un’arma nucleare e che la capacità di produrne una e consegnarla a un bersaglio fosse distante fino a tre anni, anche se Teheran decidesse di farlo oggi. Trump , infatti, ha affermato di ritenere invece che l’Iran fosse molto vicino all’atomica.
Infine, il Presidente Trump starebbe valutando l’invio del Vice J D.Vance o dell’inviato speciale Witkoff per una mediazione o comunque un incontro con rappresentanti iraniani, ma dipenderà da ciò che accadrà una volta rientrato negli USA.
Riguardo alla partecipazione al G7 in Canada, a Kananaskis, il Presidente USA Trump, inizialmente contrario, ha firmato il comunicato congiunto con gli altri leader e le altre leader dei 7 Grandi. Secondo il Washington Post, che cita un funzionario USA e la CNN, il numero uno della Casa Bianca avrebbe deciso di apporre anche la sua firma sul documento dopo le discussioni con gli altri leader, tra cui la Premier Meloni , tutti attestatisi sulla linea della de-escalation e del ritorno alla diplomazia tra Israele e Iran e le modifiche alla bozza inziale.
Le suddette modifiche riguarderebbero la parte del testo in cui si faceva appello a una risoluzione diplomatica del conflitto e al rispetto del diritto internazionale.
Nella dichiarazione si afferma che i leader del G7 “ribadiscono l’impegno per la pace e la stabilità in Medio Oriente” e, in questo contesto, affermano “che Israele ha il diritto di difendersi”, ribadendo il sostegno alla sicurezza di Israele e , affermando l’importanza della protezione dei civili.
Ancora, nel comunicato congiunto si sottolineerebbe che “L’Iran è la principale fonte di instabilità e terrore nella regione” e che “non potrà mai possedere un’arma nucleare”.
Per la UE, l’Alta rappresentate per la Politica Estera Kallas, che ha ribadito l’impegno dell’Ue per una de-escalation e un ritorno alla diplomazia, rispondendo alla domanda sulla possibilità che Washington entri in guerra al fianco di Israele, ha dichiarato: “Se gli Stati Uniti dovessero intervenire in Iran trascinerebbero sicuramente la regione in un conflitto più ampio, e questo non è nell’interesse di nessuno. Durante la nostra telefonata, il segretario di Stato Marco Rubio ha sottolineato che non è nemmeno nell’interesse degli Stati Uniti essere coinvolti in questo conflitto”.
Per l’Italia, il Vicepremier e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale Tajani, che in queste ore ha avuto colloqui telefonici con gli omologhi israeliano e iraniano, ha ribadito la linea della de-escalation, sottolineando che il diritto di Israele di esistere non può essere messo in discussione.
Linea espressa anche dalla Presidente del Consiglio Meloni al G7 in Canada, dove ha presentato una proposta per il cessate il fuoco a Gaza.
Da Mosca, dopo il no da parte della Ue alla mediazione del Presidente Putin, sostenuta invece dal Presidente USA Trump, in quanto ritenuta poco credibile per via della guerra da questi condotta contro l’Ucraina, il Cremlino ha reso noto che il Presidente russo Putin parlerà del conflitto tra Israele e Iran e di una possibile mediazione tra le parti in un colloquio telefonico con il Presidente cinese Xi-Jinping.
Il portavoce del ministero degli Esteri Baqaei, in un post social , esprimendo contrarietà sulle conclusioni del G7, ha sottolineato: “Il G7 deve abbandonare la sua retorica di parte e affrontare la vera fonte dell’escalation: l’aggressione di Israele. La dichiarazione dei leader del G7 ha palesemente ignorato la sfacciata aggressione di Israele contro l’Iran e gli attacchi illegali alle nostre infrastrutture nucleari pacifiche, così come gli attacchi indiscriminati alle aree residenziali e l’uccisione dei nostri cittadini. L’Iran si sta difendendo da un’aggressione crudele. Ha davvero altra scelta?. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e i suoi Stati membri non devono vanificare lo scopo stesso delle Nazioni Unite. I membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite dovrebbero, dovranno e devono agire ora a sostegno della responsabilità principale del Consiglio e impedire all’aggressore di commettere ulteriori atrocità. Il percorso verso la stabilità regionale richiede la cessazione immediata dell’aggressione israeliana e la responsabilità per le sue violazioni del diritto internazionale”.
Nel frattempo, nella Striscia, dichiarata da Tel Aviv secondo fronte di guerra, anche oggi l’Idf ha attaccato Khan Younis per colpire obiettivi terroristici di Hamas, causando, secondo la Protezione civile palestinese, la morte di 51 persone e il ferimento di 200, nei pressi di un centro di distribuzione di aiuti, mentre nelle ultime 24 ore si sarebbero registrati 300 tra morti e feriti.
©Riproduzione riservata