di Federica Marengo mercoledì 11 giugno 2025

-Proseguono gli attacchi delle forze armate israeliane sulla Striscia di Gaza. All’alba, infatti, secondo Al Jazeera, 60 persone sono state uccise in un raid, comprese 14 che erano in attesa degli aiuti presso il centro di distribuzione (GHF) sostenuto dagli USA e da Israele. Al riguardo, secondo il ministero della Salute palestinese, nelle ultime 24 ore, sono state 36 le persone uccise e 207 quelle ferite in attacchi sulle persone in fila nei pressi di tali centri.
Intanto, 8 dei 12 attivisti pro-palestinesi della Freedom Flotilla, della barca Madleen, che nei giorni scorsi hanno cercato di rompere il blocco navale israeliano su Gaza, secondo quanto stabilito dal Tribunale per la Revisione della Detenzione, che riesamina le decisioni dell’amministrazione del controllo delle frontiere del Ministero dell’Interno israeliano, dopo aver rifiutato l’espulsione, sono in custodia finché non verranno espulsi.
In merito, il ministro degli Esteri francese Barrot ha annunciato via social che “I quattro cittadini francesi che si trovavano a bordo dell’imbarcazione , ancora trattenuti in Israele, saranno espulsi verso la Francia domani e dopodomani”.
Per gli avvocati di Adalah, la ong che rappresenta la maggior parte degli attivisti della nave di Freedom Flotilla, la legge in base alla quale gli attivisti sono stati detenuti è inapplicabile agli attivisti di Madleen poiché “non hanno né cercato di entrare in Israele né intendevano entrare nelle acque territoriali israeliane”. L’organizzazione, infatti, ha affermato che la Madleen stava navigando in acque internazionali e intendeva entrare direttamente “nelle acque territoriali internazionalmente riconosciute dello Stato di Palestina, a Gaza”, quando è stata intercettata dalle forze navali israeliane e rimorchiata al porto di Ashdod.
Il tribunale ha respinto le argomentazioni di Adalah, affermando che il blocco navale su Gaza è legittimo secondo la legge israeliana e che gli attivisti hanno consapevolmente tentato di violarlo.
Inoltre, in queste ore, un convoglio di centinaia di manifestanti, partito dalla Tunisia, è diretto al valico di Rafah, tra Egitto e Gaza. Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha dato istruzioni alle Idf di “impedire l’ingresso di manifestanti jihadisti provenienti dall’Egitto a Gaza”, dichiarando: “Mi aspetto che le autorità egiziane impediscano l’arrivo di manifestanti jihadisti al confine tra Egitto e Israele e non consentano loro di mettere in atto provocazioni e tentare di entrare a Gaza, cosa che metterebbe a repentaglio la sicurezza dei soldati dell’Idf”.
Intanto, mentre il governo britannico, insieme con tre alleati del Commonwealth: Canada, Australia e Nuova Zelanda, ha deciso di sanzionare due ministri israeliani del governo Netanyahu, Itamar Ben-Gvir e Bezalel Smotrich, per via della nuova escalation nella Striscia di Gaza e per i progetti di espansione delle colonie in Cisgiordania, i leader dei partiti di opposizione israeliani hanno annunciato di aver presentato una mozione per chiedere lo scioglimento della Knesset, il Parlamento israeliano, e due partiti di destra religiosa che sostengono il governo Netanyahu hanno espresso l’intenzione di votare a favore della mozione qualora la maggioranza non dovesse trovare un compromesso sull’estensione dell’obbligo di leva militare agli studenti ultraortodossi (per legge esentati dal servizio di leva, che in Israele è obbligatorio per tutti gli altri), che, a detta dei due partiti Netanyahu non avrebbe fermato, anche alla luce delle necessità dell’Idf, che ha dichiarato di essere sotto di 30 mila unità.
Per questo, secondo i media israeliani, sarebbero in corso dei contatti e delle trattative all’interno della coalizione con rappresentanti della comunità ultraortodossa per evitare la caduta del governo e, quindi, nuove elezioni.
Al riguardo, come riportato dal Times of Israel, il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich, nel suo intervento alla Knesset, in vista del voto preliminare programmato per lo scioglimento della Knesset, ha dichiarato: “Far cadere il governo in tempo di guerra rappresenterebbe un pericolo esistenziale per Israele. La storia non perdonerà nessuno che trascini lo Stato di Israele alle elezioni durante una guerra e ne causi una sconfitta”.
A ciò , si aggiunge che , secondo la tv israeliana Channel 12 , che non cita le fonti, nel corso di un colloquio telefonico tra il Presidente USA Trump e il Premier Netanyahu, Trump avrebbe detto a Netanyahu che attaccare i siti nucleari iraniani è off-limits e che si aspetta che Israele ponga fine alla guerra a Gaza, non solo per raggiungere un cessate il fuoco e un accordo per il rilascio degli ostaggi, ma per garantire la fine definitiva della guerra. Trump avrebbe anche detto che porre fine alla guerra faciliterà i negoziati con l’Iran e l’Arabia Saudita e che Washington sarebbe pronta a offrire ad Hamas solide garanzie per porre fine alla guerra.
Riguardo a ciò, il Presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese, Abu Mazen, in una serie di impegni scritti per una conferenza delle Nazioni Unite sintetizzati in una lettera indirizzata al Presidente francese Macron e al Principe ereditario saudita Mohammed bin Salman, che co-presiederanno tale conferenza sulla soluzione a due Stati , prevista a New York dal 17 al 21 giugno, ha evidenziato che: smilitarizzare Hamas, toglierle il governo di Gaza e dispiegare una forza di pace composta da truppe arabe sono i passi che la comunità internazionale deve compiere per arrestare la spirale di violenza nei territori palestinesi.
Abu Mazen si è anche detto “pronto a invitare le forze arabe e internazionali a schierarsi nell’ambito di una missione di stabilizzazione/protezione con mandato del Consiglio di Sicurezza”, sottolineando che “Ciò che Hamas ha fatto il 7 ottobre 2023, uccidendo e prendendo in ostaggio civili, è inaccettabile e condannabile”, e invitando Hamas a “liberare immediatamente tutti gli ostaggi e le persone tenute prigioniere”.
Sostenitrice di una soluzione “due popoli, due Stati”, l’Italia, come ribadito dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo discorso in Lussemburgo, dove si è recato in visita ufficiale, nel quale ha detto: “Occorre arrivare immediatamente a un cessate il fuoco e al rilascio, da parte di Hamas, di tutti gli ostaggi. La soluzione “due popoli, due Stati” può sembrare irraggiungibile in questa situazione, ma è l’unica strada percorribile. Bisogna lavorare per indicare una prospettiva storica che consenta ai palestinesi di avere il proprio Stato, accantonando sofferenze e rancori, e che assicuri, nel contempo, la sicurezza di Israele”.
Italia, impegnata non solo in campo diplomatico per la fine della guerra in Medio Oriente, ma anche in campo umanitario. Il Vicepremier e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, Tajani, infatti ha confermato che il figlio della dottoressa che ha perso il marito e gli altri 9 figli in un bombardamento israeliano, che ha colpito la loro casa a Khan Younis il 23 maggio scorso, arriverà quest’oggi in Italia per essere curato, così come settanta tra feriti e accompagnatori palestinesi.
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