di Federica Marengo martedì 27 maggio 2025

-Dopo il raid israeliano di ieri su una scuola rifugio a Gaza, in cui sono state uccise 33 persone, e che l’Idf ha fatto sapere di aver colpito in quanto “covo di terroristi di Hamas”, sono proseguiti nelle ultime 24 ore gli attacchi sulla Striscia (in particolare su Khan Younis, Jabalia e Beit Lahia), che hanno causato la morte di 79 persone, così come gli ordini di evacuazione rivolti alla popolazione.
Sul fronte del Mar Rosso, le milizie yemenite degli Houthi hanno rivendicato l’attacco missilistico contro l’aeroporto di Tel Aviv, come “rappresaglia per le operazioni israeliane nella Striscia di Gaza e l’ingresso di centinaia di israeliani nella moschea di al-Aqsa”.
In queste ore, poi, migliaia di residenti della Striscia stanno ritirando pacchi alimentari nel sito di distribuzione di aiuti umanitari a ovest di Rafah, nella piazza Al-Alam, aperto dalla Gaza Humanitarian Foundation (Ghf), sostenuta dagli USA e da Israele.
Tuttavia, secondo i media israeliani ,tale sito è stato preso d’assalto dalla popolazione e le forze di difesa israeliane hanno smentito le notizie secondo cui avrebbero aperto il fuoco da un elicottero durante il caos ,ma l’Idf ha confermato che “le truppe hanno sparato colpi di avvertimento all’esterno del complesso” e che “il controllo della situazione è stato ristabilito, le operazioni di distribuzione degli aiuti alimentari dovrebbero continuare come previsto, e la sicurezza delle truppe Idf non è stata compromessa”.
Il ministero degli Interni di Hamas a Gaza, tramite nota, ha condannato la distribuzione degli aiuti secondo il nuovo meccanismo della Ong USA, Gaza Humanitarian Foundation (Ghf), affermando che “il tentativo dell’ingresso degli aiuti attraverso un nuovo meccanismo fallirà”.
Secondo un portavoce dell’Ufficio umanitario delle Nazioni Unite(Ocha), che ha chiesto la riapertura di tutti i valichi di Gaza e maggiori approvazioni israeliane per le forniture di emergenza : “Il lavoro dell’organizzazione umanitaria privata sostenuta dagli Stati Uniti incaricata di distribuire aiuti a Gaza è una distrazione da ciò che è necessario, come l’apertura dei valichi”.
Quanto ai negoziati per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi israeliani, l’inviato USA Witkoff, sottolineando la difficoltà delle trattative, ha smentito la notizia secondo cui Hamas avrebbe accettato la sua proposta di tregua, che prevede la liberazione di 10 ostaggi israeliani, la tregua di 70 giorni, il ritiro parziale dell’esercito israeliano dalla Striscia e il rilascio di detenuti palestinesi.
A tal riguardo, il Premier israeliano Netanyahu, nel discorso di chiusura delle festività del “Giorno di Gerusalemme”, ha affermato: “Se non ci riusciremo oggi, ci riusciremo domani, e se non domani, dopodomani, non ci arrendiamo. Abbiamo intenzione di riportare tutti gli ostaggi indietro, i vivi e i morti, La nostra missione (vincere la guerra), compresa quella di riportare indietro gli ostaggi, ci accompagna giorno e notte . Non ci arrenderemo”.
Intanto, la Presidente della Commissione Ue, von der Leyen , che in queste ore ha avuto un colloquio con il Re Abdullah II° di Giordania, ha dichiarato: “L’espansione delle operazioni militari israeliane a Gaza, che prendono di mira le infrastrutture civili, tra cui una scuola che fungeva da rifugio per le famiglie palestinesi sfollate, uccidendo civili, compresi bambini, è abominevole”, mentre il cardinale Zuppi, Presidente della Cei, nell’introduzione ai lavori del Consiglio episcopale permanente, ha detto: “Per la situazione nella Striscia di Gaza, chiediamo il rispetto del diritto internazionale umanitario, l’ingresso di aiuti senza restrizioni, l’apertura di corridoi umanitari e, soprattutto, la promozione di un dialogo che possa realizzare la soluzione due popoli, due Stati”.
Il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato della Santa Sede, in un’intervista ai media vaticani, ha dichiarato: “Quello che sta accadendo a Gaza è inaccettabile. Il diritto umanitario internazionale deve valere sempre, e per tutti. Chiediamo che si fermino i bombardamenti e che arrivino gli aiuti necessari perla popolazione: credo che la comunità internazionale debba fare tutto ciò che è possibile per mettere fine a questa tragedia. Allo stesso tempo ribadiamo con forza la richiesta ad Hamas di rilasciare subito tutti gli ostaggi che ancora tiene prigionieri, e di restituire i corpi di quelli che sono stati uccisi dopo il barbaro attacco del 7 ottobre 2023 contro Israele”.
Nel frattempo, in merito alla situazione in Siria, secondo fonti internazionali e siriane, citate dalla tv SyriaTv, per la prima volta dopo un quarto di secolo sono in corso negoziati diretti tra Siria e Israele e nelle ultime settimane una delegazione israeliana e una siriana si sono incontrate più volte per placare le tensioni seguite ai ripetuti attacchi israeliani e all’occupazione militare di Israele nel sud-ovest della Siria.
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