di Federica Marengo venerdì 7 marzo 2025

-Dopo il via libera al vertice del Cairo da parte dei leader arabi al piano egiziano per la ricostruzione di Gaza, in risposta al piano del Presidente USA Trump, che prevede il trasferimento della popolazione palestinese in altri Paesi vicini e il controllo americano della Striscia per realizzare la “riviera mediorientale”, cui si oppongono la Lega Araba, l’Egitto e la Giordania, il piano egiziano è stato inviato al Presidente Trump, le cui aspettative, secondo quanto comunicato dal Dipartimento di Stato americano, non sarebbero state soddisfatte.
In merito , il ministro degli Esteri Wang Yi, chiedendo un cessate il fuoco “duraturo e globale”, nel corso di una conferenza stampa a Pechino, a margine dei lavori del Congresso nazionale del popolo, ha dichiarato: “Gaza è dei palestinesi: cambiare il suo status con la forza non porterà la pace ma solo nuovo caos. Bisogna lavorare alla soluzione dei due Stati. Senza pace in Medio Oriente non c’è stabilità nel mondo. Senza pace in Medio Oriente non c’è stabilità nel mondo”.
Sempre il Presidente Trump, nelle ultime ore, ha lanciato un ultimatum ad Hamas, in un post sul suo social network, esortando il gruppo terroristico a liberare tutti gli ostaggi israeliani e a lasciare Gaza o “sarà l’inferno”, facendo sapere di aver incontrato gli ostaggi israeliani rilasciati.
Hamas, che in giornata ha diffuso il video di un ostaggio israeliano ancora vivo, tramite il suo portavoce, avvertendo che “qualsiasi escalation militare israeliana porterà molto probabilmente all’uccisione di altri ostaggi” e che “le minacce israeliane di guerra e il blocco degli aiuti non porteranno al rilascio degli ostaggi”, ha ribadito che “il gruppo è ancora impegnato a rispettare l’accordo di tregua con Israele”, la cui prima fase si è da poco conclusa.
A tal proposito, secondo fonti egiziane, citate da Reuters, i rappresentanti americani avrebbero tenuto nelle scorse ore dei colloqui con leader di Hamas e i mediatori di Egitto e Qatar su chi governerà la Striscia di Gaza dopo la guerra. Le fonti avrebbero affermato che gli incontri “si sono conclusi in modo positivo”, indicando una transizione verso la seconda fase dell’accordo di cessate il fuoco tra Hamas e Israele.
Tuttavia, l’ufficio del Premier israeliano Netanyahu ha fatto sapere al Times of Israel di “non essere a conoscenza di progressi rispetto a colloqui sulla seconda fase”.
Secondo lo stesso Times of Israel, che riporta una fonte del governo israeliano, “i colloqui tra Stati Uniti e Hamas hanno non solo colto di sorpresa, ma anche irritato il Premier israeliano Netanyahu”, in quanto “Israele non era stato informato in anticipo”.
Inoltre, secondo una fonte palestinese sentita da Sky News Arabia, gli Stati Uniti avrebbero offerto ad Hamas un accordo in cui 10 ostaggi israeliani vivi verrebbero rilasciati in cambio di un cessate il fuoco di 60 giorni.
In merito, il Presidente Trump, parlando alla stampa nello Studio Ovale, ha detto : “Stiamo discutendo con Hamas. Stiamo aiutando Israele in queste discussioni, perché stiamo parlando di ostaggi israeliani e non stiamo facendo nulla a favore di Hamas. Non stiamo dando soldi. Bisogna negoziare. C’è una differenza tra negoziare e pagare. Vogliamo far uscire queste persone dalla Striscia di Gaza”.
Poi, in un’intervista a Fox Business, ripresa dai media internazionali, Trump ha reso noto di aver inviato ieri una lettera alla guida suprema dell’Iran, Khamenei, in merito al programma nucleare di Teheran, sottolineando: “Preferisco raggiungere un accordo con l’Iran sul suo programma nucleare. Se l’Iran non negozia, sarà molto brutto per loro. L’Iran non può avere armi nucleari. Ci sono altre opzioni disponibili”.
In proposito, la missione iraniana presso le Nazioni Unite a New York ha dichiarato di non aver ricevuto finora alcuna lettera del Presidente americano Donald Trump.
Intanto, l’Osservatorio siriano per i diritti umani (OSDH) ha reso noto che: “Violenti scontri nel nord-ovest della Siria tra membri delle forze di sicurezza e combattenti fedeli al deposto presidente Bashar al-Assad hanno provocato più di 70 morti”.
Più tardi, una fonte del ministero della Difesa di Damasco, citata dall’agenzia di stampa Sana, ha fatto sapere che “è in corso un’operazione delle forze della sicurezza siriana a Qardaha”, città natale del deposto Presidente Bashar al-Assad contro “ i lealisti del precedente regime”.
Il ministro della Difesa israeliano,Katz ha quindi attaccato il governo siriano: “Abu Mohammed al-Jawlani ha cambiato la sua tunica con un abito elegante e si è presentato con un volto moderato. Ora ha tolto la maschera e ha mostrato il suo vero volto: un terrorista jihadista della scuola di al-Qaeda, responsabile di atti orribili contro la popolazione civile. Israele , si difenderà da qualsiasi minaccia arrivi dalla Siria”.
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