di Federica Marengo giovedì 6 febbraio 2025

-All’indomani delle dichiarazioni nella conferenza stampa congiunta a Washington del Presidente USA Trump con il Premier israeliano Netanyahu sul piano per Gaza, che prevede il trasferimento nei Paesi vicini del popolo palestinese durante la ricostruzione, al quale si sono detti contrari Paesi Arabi, Autorità Nazionale Palestinese, Olp, Cina, Iran, Hamas, e per l’Occidente, Onu ed Unione Europea ed alcuni senatori USA Repubblicani, lo stesso Trump è tornato sul tema, dichiarando in un post sul suo social: “La Striscia di Gaza sarebbe consegnata agli Stati Uniti da Israele al termine dei combattimenti. I palestinesi sarebbero già stati reinsediati in comunità molto più sicure e belle, con case nuove e moderne, nella regione. Avrebbero davvero la possibilità di essere felici, sicuri e liberi. Gli Stati Uniti, lavorando con grandi gruppi di costruzione provenienti da tutto il mondo, inizierebbero pian piano e con attenzione la realizzazione di quello che sarebbe uno dei più grandi e spettacolari sviluppi di questo genere sulla Terra. Gli Stati Uniti non avrebbero bisogno di soldati! La stabilità della regione regnerebbe”.
Il Segretario di Stato USA Rubio, invece, ha precisato che il trasferimento della popolazione palestinese sarebbe temporaneo e che dopo la ricostruzione potrebbe ritornare nella Striscia.
D’accordo con il piano per Gaza del Presidente USA Trump, il Premier israeliano Netanyahu, che, oggi , al Pentagono ha incontrato il Segretario alla Difesa Hegseth. Netanyahu, infatti, in un’intervista a Fox News, ha dichiarato: “È un’idea straordinaria e penso che dovrebbe essere davvero perseguita, esaminata e realizzata. L’idea stessa di consentire ai cittadini di Gaza che vogliono andarsene di andarsene. Cosa c’è di sbagliato in questo?. Possono andarsene, possono trasferirsi e tornare. Bisogna ricostruire Gaza, e se si vuole ricostruire. Questa è la prima buona idea che ho sentito”.
D’accordo anche il ministro israeliano della Difesa, Katz, che ha disposto che l’Idf metta a punto un piano “affinché tutti gli abitanti dell’enclave che desiderano emigrare, (su base volontaria) possano farlo con la sicurezza che il luogo di destinazione li accoglierà”.
Hamas, invece, tornata anch’essa sul piano del Presidente USA Trump, ha invitato tutte le fazioni palestinesi a unirsi contro la proposta e ha chiesto una riunione urgente dei Paesi arabi in merito.
Tornando al Presidente USA Trump, secondo Nbc News, quest’ultimofirmerà un ordine esecutivo che sanziona la Corte penale internazionale accusandola di aver “preso di mira impropriamente Stati Uniti e Israele”. Il suddetto ordine prevederebbe sanzioni finanziarie e restrizioni ai visti nei riguardi di funzionari legati alla Cpi e di tutti coloro che hanno collaborato a indagini nei confronti di cittadini americani e loro alleati.
Intanto, per l’Italia, quest’oggi, il Vicepremier e ministro degli Affari Esteri Tajani si è recato in missione ad Ashdod, in Israele, insieme con la ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, per partecipare alla cerimonia di accoglienza del carico di aiuti donati dall’ Italia (un carico di 15 camion e altre 15 tonnellate di beni di prima necessità, tra cui: taniche per la distribuzione dell’acqua e beni per contrastare l’impatto dell’inverno) al Programma Alimentare Mondiale (Pam) e di beni destinati alla Striscia nell’ambito dell’iniziativa “Food for Gaza”.
Il Vicepremier e ministro degli Affari Esteri Tajani poi ha incontrato l’omologo israeliano, S’aar,che, nel corso di una conferenza stampa, ha dichiarato: “Ministro Tajani, lei è un grande amico di Israele e Italia e Israele sono grandi alleati. L’Italia è un Paese leader in Europa e nel panorama internazionale”.
Poi, in merito agli aiuti per la popolazione palestinese, ha detto: “Israele è impegnato per gli aiuti umanitari a Gaza nell’ambito del diritto internazionale. Ma l’Unrwa non è parte della soluzione, è parte del problema. I Paesi che portano aiuti umanitari a Gaza devono spendere le loro risorse in associazioni diverse da Unrwa, come sta facendo l’Italia con il progetto Food for Gaza”.
Infine, riguardo al piano per Gaza del Presidente USA Trump, ha detto: “Israele e Italia sono stretti alleati degli Stati Uniti e i nostri governi sono vicini al presidente Trump e alla sua amministrazione. Oggi credo sia importante ascoltare attentamente le nuove idee che sono state proposte e pensare fuori dagli schemi. Non abbiamo dettagli, ma credo sia importante ascoltare bene le nuove idee che vengono proposte. Quello di Gaza è un esperimento fallito. In questo momento non ha futuro, serve un nuovo approccio”.
Il Vicepremier e ministro degli Affari Esteri Tajani, invece, ha dichiarato: “La posizione italiana sulla Palestina è chiara, siamo per due popoli e due stati, ma il neonato Stato palestinese dovrà riconoscere Israele e dovrà essere riconosciuto da Israele: ogni altra mossa sarebbe velleitaria e sbagliata, e direi controproducente. Al momento ,però, è impossibile riconoscere la Palestina, perché per ora ,non esiste. Per questo occorre guardare avanti, lavorare per la futura stabilità della regione”, sottolineando e, ribadendo, che non c’è posto per Hamas nella Striscia.
Sui fondi all’Unrwa ,sospesi, ha detto: “Abbiamo sospeso i finanziamenti all’Unrwa per il coinvolgimento nell’attacco del 7 di ottobre, condanno fermamente la scelta di utilizzare una sede dell’Unrwa per tenere ostaggi israeliani a Gaza da parte di Hamas. Abbiamo ripreso a finanziare i progetti dell’Unrwa fuori da Gaza per aiutare la popolazione civile palestinese e in altre parti. A Gaza noi stiamo lavorando in questa fase con un’altra organizzazione della Nazioni Unite, che è il Programma alimentare mondiale con il quale ci troviamo benissimo, con il quale collaboriamo e che ha distribuito, come da nostra richiesta, i beni che abbiamo inviato alla popolazione civile direttamente, senza passare da Hamas. Le Nazioni Unite per noi a Gaza sono rappresentate da Pam, noi preferiamo questa”.
Infine, il Vicepremier e ministro Tajani, ha fatto sapere che , insieme con la fornitura di aiuti, l’Italia ha deciso di ampliare il sostegno alla popolazione palestinese della Striscia all’ambito sanitario, a cominciare dal trasferimento in Italia di bambini che hanno bisogno di cure oncologiche.
Il Vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Salvini, in un’intervista a Rtl 102,5, ha reso noto che lunedì e martedì sarà in Israele per incontrare il ministro dei Trasporti e il Premier Netanyahu.
Nel frattempo, in Siria, il Syrian Democratic Council, organismo formato dalle forze curde siriane, alla luce di un eventuale piano del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti per ritirare tutte le forze statunitensi dalla Siria, entro un periodo massimo di 3 mesi, ha chiesto che continui la presenza delle forze USA nella Siria nord-orientale fino a quando la situazione generale nel Paese non si sarà stabilizzata.
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