di Federica Marengo lunedì 13 gennaio 2025
-Proseguono i raid israeliani sulla Striscia, dove, secondo il ministero della Salute, nelle ultime 24 ore, sarebbero state almeno 28 le persone rimaste uccise. Le Forze di difesa israeliane (Idf), poi, hanno reso nota la morte di 5 soldati israeliani nell’esplosione di un edificio nel nord della Striscia e il ferimento di altri dieci , otto dei quali in gravi condizioni.
Inoltre, in un post social, l’Idf ha fatto sapere di “aver condotto in Libano diversi attacchi contro numerosi obiettivi terroristici di Hezbollah” tra cui “un lanciarazzi, un sito militare e le rotte lungo il confine tra Siria e Libano utilizzate per contrabbandare armi a Hezbollah”, sottolineando che “Prima degli attacchi, la minaccia rappresentata dagli obiettivi al fronte interno israeliano e alle truppe dell’Idf era stata presentata al meccanismo di monitoraggio degli accordi per il cessate il fuoco tra Israele e Libano, ma le minacce non erano state affrontate” e che “le forze di difesa israeliane continuano ad agire per rimuovere qualsiasi minaccia allo Stato di Israele e opereranno per impedire qualsiasi tentativo da parte di Hezbollah di ricostruire le proprie forze in conformità con gli accordi di cessate il fuoco”.
In Libano, nel frattempo, il neo presidente Joseph Aoun, dopo le consultazioni con il Parlamento, ha dato l’incarico di formare il nuovo governo a Nawaf Salam, giudice Presidente della corte internazionale di giustizia dell’Aja.
Proprio con il Presidente libanese Aoun, quest’oggi, la Presidente del Consiglio Meloni ha avuto un colloquio telefonico nel quale, come si legge in una nota di Palazzo Chigi, “gli ha rivolto le congratulazioni sue personali e del Governo italiano per l’elezione dello scorso 9 gennaio”.
Il colloquio, come evidenzia Palazzo Chigi, “ ha permesso al Presidente Meloni di ricordare l’impegno dell’Italia a favore del cessate il fuoco tra Libano e Israele e di valorizzare il ruolo chiave che la nostra Nazione continua a svolgere attraverso l’azione dei militari italiani nella missione UNIFIL, in quella bilaterale MIBIL e con la guida italiana del Comitato Tecnico-Militare per il Libano per il coordinamento del sostegno internazionale alle Forze Armate libanesi”.
Infine, sempre l’Idf ha reso noto che “un elicottero da combattimento dell’Aeronautica militare ha intercettato con successo un drone sparato dallo Yemen contro il sud di Israele”.
Al riguardo, il ministro degli Esteri iraniano Araghchi ha condannato i recenti attacchi aerei congiunti di Stati Uniti, Regno Unito e Israele contro gli Houthi filo Teheran, seguiti a lanci di missili e droni da parte di questi ultimi verso Tel Aviv, definendoli : “una palese violazione del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite”.
Proprio in Ymen, nella provincia sud di Al-Bayda, nelle scorse ore, vi è stata un’esplosione di quattro depositi di gas nella quale, al momento, 15 persone sono rimaste uccise e 67 ferite.
Intanto, nell’ambito dei negoziati a Doha, in Qatar, a cui, a detta di una fonte israeliana, partecipano in queste ore il capo del Mossad David Barnea, il Premier del Qatar Al Thani e l’inviato di Trump in Medioriente Stefe Witkoff, secondo quanto riportato dal giornale qatariota, Al-Quds Al-Arabi, Tel Aviv avrebbe presentato “un piano ai mediatori con la richiesta di una zona cuscinetto di circa un chilometro e mezzo lungo il confine di Gaza che rimarrà sotto il controllo israeliano”.
L’accordo, in più fasi, prevederebbe “una prima fase in cui Israele si sarebbe detta disponibile a rilasciare fino a 1.200 detenuti palestinesi, fra cui 200 che stanno scontando l’ergastolo, per ottenere in cambio il rilascio di un numero cospicuo di ostaggi”. Tuttavia, resterebbe ancora da sciogliere il nodo del rifiuto di Tel Aviv a impegnarsi a porre fine alla guerra.
In merito ai negoziati in corso, secondo un funzionario di Hamas, “i colloqui su alcune questioni fondamentali per un accordo di cessate il fuoco a Gaza hanno fatto progressi e si lavora per chiudere”.
In pressing per la chiusura dell’accordo, il Presidente USA uscente Biden, che in un colloquio telefonico con il Premier israeliano Netanyahu, ha sottolineato “il bisogno immediato di un cessate il fuoco a Gaza e il ritorno degli ostaggi con un aumento degli aiuti umanitari reso possibile da uno stop dei combattimenti”, ribadito anche nel colloquio telefonico con l’emiro del Qatar, Sheikh Tamim bin Hamad Al Thani.
In una nota pubblicata sul sito della Casa Bianca si legge che “I due leader hanno discusso dei negoziati a Doha per un cessate il fuoco e un accordo di rilascio degli ostaggi basato sull’intesa del 27 maggio 2024 presentata dal Presidente l’anno scorso e approvata all’unanimità dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unit. Il Presidente ha ringraziato l’emiro per la sua leadership e ha elogiato il ruolo di mediazione del premier Mohammed bin Abdulrahman Al Thani durante tutto il processo. Entrambi i leader hanno sottolineato l’urgente necessità di un accordo da mettere in atto per restituire gli ostaggi alle loro famiglie e per portare immediato sollievo alla popolazione di Gaza attraverso un aumento degli aiuti umanitari, reso possibile dal cessate il fuoco e previsto nell’accordo. I due leader hanno concordato di rimanere in stretto coordinamento direttamente e tramite i loro team in questo momento critico dei negoziati”.
In ultimo, il Consigliere per la sicurezza nazionale USA, uscente, Sullivan, in un punto stampa, riguardo l’intesa per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi , ha evidenziato il coordinamento con la nuova amministrazione Trump: “Ci siamo coordinati in maniera molto stretta con la nuova amministrazione per dare un messaggio di unità tutte le parti perché un accordo a Gaza è nell’interesse di tutti”.
Anche il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar ha confermato che “sono stati compiuti progressi nei negoziati”.
Per l’Italia, il Vicepremier e ministro degli Esteri, Tajani, nel corso di una conferenza stampa alla Farnesina, ha dichiarato: “Ci auguriamo che si possa arrivare in tempi rapidi a un cessate il fuoco a Gaza con la liberazione degli ostaggi e la fine delle sofferenze della popolazione civile per cui l’Italia si è impegnata molto anche con il programma Food for Gaza”.
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