di Federica Marengo martedì 7 gennaio 2025
-Proseguono i raid di Israele sulla Striscia di Gaza. Nelle ultime 24ore, infatti, secondo Al Jazeera, almeno 28 persone sono rimaste uccise nel corso di bombardamenti. Tuttavia, la brigata Kfir dell’Idf , che si prepara a spostarsi per controllare il corridoio Filadelfia nel sud della Striscia, ha fatto sapere che “Dopo 64 giorni di combattimenti intensi, ha concluso una vasta operazione nel nord di Gaza, che ha portato all’eliminazione di circa 300 terroristi di Hamas e alla distruzione di 7 chilometri di tunnel sotterranei” e che prevede di “non consentire nell’area evacuata il ritorno della popolazione palestinese”, sottolineando che “il costo dell’operazione è stato alto: 12 soldati israeliani sono caduti e decine sono rimasti feriti”.
Inoltre, dopo l’attacco armato di ieri mattina in Cisgiordania a un autobus, che ha causato la morte di tre israeliani e il ferimento di otto, coloni israeliani avrebbero attaccato diversi villaggi palestinesi.
Nel Libano, invece, dove avrà presto inizio la rimozione di milioni di metri cubi di macerie degli edifici distrutti o danneggiati dalla guerra tra Israele ed Hezbollah, andata avanti dall’ottobre 2023 a novembre 2024, come riferito dall’inviato degli USA, Hochstein, le forze israeliane hanno iniziato a ritirarsi dalla città meridionale di Naqura e tali ritiri continueranno “finché tutte le forze israeliane non saranno completamente fuori dal Libano e mentre l’esercito libanese continua a schierarsi a sud e fino alla Linea Blu”, confine demarcato dall’Onu tra i due Paesi.
Proprio il Premier libanese uscente Mikati , secondo quanto reso noto dal ministro dell’informazione di Beirut, Makari, visiterà presto la Siria, anche se la data “non è ancora stata fissata”. Mikati, infatti, nella scorsa settimana, aveva avuto un colloquio telefonico con il nuovo leader siriano al Sharaa, che lo ha invitato a Damasco.
Infine, dopo la visita a Beirut dell’inviato speciale degli Stati Uniti, Hochstein, si è recato oggi nella capitale libanese l’inviato speciale della Francia, Jean-Yves Le Drian, in vista dell’incontro di domani con le autorità libanesi alla vigilia della seduta parlamentare per le elezioni presidenziali. Sia gli USA che la Francia hanno sostenuto il cessate il fuoco tra Israele ed Hezbollah in Libano e il suo mantenimento e l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica.
Intanto, anche la precarietà del cessate il fuoco in Libano, viste le violazioni ripetute, così come gli ostaggi a Gaza, la Siria, la situazione in Cisgiordania e gli attacchi degli Houthi, secondo indiscrezioni, saranno al centro del Gabinetto di sicurezza convocato dal Premier Netanyahu.
Ciò, mentre il Qatar , tramite il portavoce del ministero degli Esteri, Al-Ansari, ha confermato che i colloqui per raggiungere una intesa sulla tregua a Gaza tra Israele e Hamas “continuano a livello tecnico tra le due parti”.
A tal riguardo, in un comunicato dell’ufficio del Premier Netanyahu, si legge che Israele rimane cauta sulla lista dei 34 ostaggi che Hamas ha dichiarato di essere pronto a rilasciare nella prima fase di un eventuale accordo ,sottolineando che non sono state fornite informazioni sul loro stato di salute.
Intanto, fonti sentite dai media USA, hanno fatto sapere che il Presidente uscente Biden ha comunicato in via informale al Comitato per gli Affari esteri della Camera dei rappresentanti e al Comitato per le Relazioni estere del Senato che gli Stati Uniti sono pronti a vendere nuove armi a Israele per un valore di otto miliardi di dollari. Atteso, quindi, il via libera.
In Siria, invece, dove la principale coalizione di gruppi armati siriani del sud del Paese al confine con la Giordania non esclude di associarsi alle forze regolari siriane, ma chiede di rimanere un’entità armata autonoma, oggi, per la prima volta dopo il rovesciamento del regime di Assad, sono ripresi i voli internazionali dall’aeroporto di Damasco.
In merito, il capo dell’autorità generale dell’aviazione civile siriana, al-Salibi, ha annunciato che i voli commerciali tra la Turchia e la Siria, interrotti nel 2011, in seguito alla guerra civile, riprenderanno entro poco più di una settimana, spiegando che “è stata presentata una lettera per ottenere il consenso alla ripresa dei voli alla Direzione generale dell’aviazione civile e si prevede che nell’arco di due giorni arriverà una risposta”, mentre i collegamenti aerei tra i due Paesi dovrebbero essere ripristinati entro una settimana dal ricevimento dell’approvazione da parte della Turchia.
Nel frattempo, il ministro degli Esteri del governo di transizione siriano, al-Shaibani e altri alti funzionari si sono recati in Giordania, prima tappa di un tour in Arabia Saudita, Qatar ed Emirati arabi, dove hanno incontrato il ministro degli Esteri giordano, Safadi, che al termine del colloquio, ha dichiarato: “Abbiamo discusso della questione del confine, dei pericoli della droga, delle armi e del terrorismo, e dei tentativi di Daesh di ristabilire una presenza. Lavoreremo insieme per affrontare queste sfide condivise e istituiremo dei comitati congiunti su energia, salute, commercio e risorse idriche. La Giordania starà sempre al fianco della Siria, il cui popolo merita una patria libera dopo anni di difficoltà”.
Infine, il ministro degli Esteri del governo di transizione siriano, Shaibani, ha chiesto il sostegno della Giordania per revocare le sanzioni internazionali contro la Siria, sottolineando che “ la decisione annunciata del tesoro Usa di allentare alcuni provvedimenti per un periodo iniziale di sei mesi rappresenta una svolta decisiva che potrebbe aprire la strada alla revoca di tutte le sanzioni e consentire ai siriani di ricostruire il loro Paese” e che “la Siria diventerà una fonte di sicurezza, stabilità e cooperazione con i suoi vicini e i Paesi della regione”.
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