di Federica Marengo venerdì 3 gennaio 2025
-Proseguono i raid israeliani su Gaza. Nelle ultime 24 ore, infatti, sono stati registrati attacchi aerei su al-Mawasi e su Jabalia nel nord della Striscia, ma anche su Maghazi e Nuseirat, nel centro della Striscia, che hanno causato la morte di almeno 77 persone.
Inoltre, l’Idf prosegue le operazioni militari nel nord della Striscia , in particolare nelle vicinanze dell’ospedale indonesiano, l’unico ancora funzionante e, al riguardo, Al-Jazeera ha fatto sapere che l’esercito israeliano ha emanato l’ordine di evacuazione.
A tal proposito, tramite social, il governo israeliano ha reso noto che “Oggi, su richiesta dell’Algeria, il Consiglio di sicurezza dell’Onu terrà un briefing sull’operazione condotta dall’Idf nell’ospedale Kamal El-Adwan di Gaza”, chiedendo poi alle Nazioni Unite e al suo Consiglio di Sicurezza di discutere “su come il gruppo palestinese di Hamas usi gli ospedali di Gaza per lanciare i suoi attacchi”.
L’Idf , infatti, alcuni giorni fa, aveva compiuto un’operazione presso quello che sostiene fosse un centro di comando di Hamas situato all’interno dell’ospedale dove sono stati arrestati 240 terroristi, 15 dei quali avevano partecipato al massacro del 7 ottobre.
In Libano, invece, dove è in vigore dalla fine del novembre scorso la tregua,secondo l’Orient Le Jour , le forze di Tel Aviv avrebbero compiuto due raid aerei nel sud ,nella zona di Iqlim al-Touffah, nel distretto di Nabatieh: il primo avrebbe colpito il villaggio di Jbaa e il secondo l’area di Al-Bureij.
Infine, l’esercito israeliano ha reso noto di aver intercettato un missile lanciato dallo Yemen, dai ribelli Houthi che, recentemente, hanno effettuato diversi raid contro Israele.
Il rappresentante dell’autorità mediatica Houthi, in un post social, rivendicando l’attacco, ha sottolineato come “Il lancio notturno di missile e drone dallo Yemen contro Israele evidenzi un ulteriore fallimento del sistema avanzato di difesa aerea ad alta quota terminale dell’esercito USA” e che , pertanto, poiché, “nessun sistema può proteggere Israele in modo affidabile, deve fermare la guerra a Gaza”.
Intanto, sul fronte dei negoziati per il cessate il fuoco a Gaza e per la liberazione degli ostaggi israeliani, l’emittente Channel 12 ha reso noto che “una delegazione di negoziatori di livello operativo ha lasciato Israele per partecipare in serata ai colloqui in Qatar” e che “anche una delegazione di Hamas è attesa a Doha”. Si cerca, quindi, di sciogliere i nodi che hanno determinato lo stallo nelle trattative. In merito, Hamas ha dichiarato che “I colloqui si starebbero concentrando sull’assicurare che l’accordo porti a una completa cessazione delle ostilità e al ritiro delle forze di occupazione dalla Striscia di Gaza”.
In Siria, invece, dove proseguono gli scontri tra milizie filo-turche e milizie curde sostenute dagli USA, nella giornata di oggi, la ministra degli Esteri tedesca Baerbock e il ministro degli Esteri francese Barrot hanno incontrato, presso il palazzo presidenziale di Damasco, al Sharaa, il leader delle forze Hayat Tahrir al-Sham (HTS), che l’8 dicembre scorso hanno rovesciato il regime di Assad.
Prima di partire per Damasco, la ministra degli Esteri tedesca, Baerbock aveva dichiarato: “La Germania vuole aiutare la Siria ad essere di nuovo uno Stato funzionante con il pieno controllo del suo territorio. Non dobbiamo perdere l’occasione di sostenere il popolo siriano in questo importante crocevia”, mentre il ministro degli Esteri francese, Barrot ha espresso: “La speranza di vedere una Siria sovrana, stabile e pacifica”.
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