di Federica Marengo lunedì 30 dicembre 2024
-Proseguono i raid israeliani sugli ospedali di Gaza, che,secondo Israele, sarebbero stati trasformati da Hamas in centri di comando. Un attacco delle forze di Tel Aviv , infatti, ha colpito l’ospedale Al Wafaa nella parte occidentale della Striscia, causando la morte di 7 persone.
In merito al raid israeliano sull’ospedale Kamal Adwan ,nel nord di Gaza, secondo il Times of Israel, l’Idf ha fatto sapere che “Sono stati uccisi 19 terroristi, senza vittime civili note”, mentre le mentre le autorità sanitarie gestite da Hamas hanno affermato che sarebbero state uccise “almeno 50 persone, tra cui vari membri dello staff ospedaliero”.
Per l’esercito israeliano , l’ospedale Kamal Adwan era “l’ultimo bastione di Hamas a Jabalya, dopo che centinaia di terroristi avrebbero utilizzato la struttura medica come rifugio dagli attacchi israeliani”.
L’ Idf , inoltre, ha affermato che, “dei 940 palestinesi passati attraverso un posto di blocco dell’esercito fuori dall’ospedale, 240 sono stati arrestati perché sospettati di essere membri di gruppi terroristici”. Sempre secondo l’Idf, “dei 240 terroristi operativi, almeno 15 hanno partecipato all’attacco del 7 ottobre 2023 a Israele. Molti altri, invece, sono considerati comandanti di spicco nei gruppi terroristici di Hamas e della jihad islamica palestinese”.
Infine, l’esercito israeliano ha fatto sapere che “600 civili, oltre a 95 persone tra i pazienti , sono stati evacuati” dal medesimo ospedale.
Intanto, l’agenzia palestinese Wafa ha reso noto che un altro neonato, il sesto, è morto a Gaza per via del freddo e delle temperature in calo.
Dallo Ymen, invece, uno dei funzionari degli Houthi filo-iraniani, che in questi giorni hanno intensificato i loro attacchi contro Israele, ha minacciato Tel Aviv di nuovi raid.
Immediata, la replica del ministro dell’Energia israeliano Cohen, che dai microfoni dell’emittente radio israeliana 94 FM, ha avvertito il leader degli Houthi, esortandolo di “fermarsi” oppure , “se continuerà con le sue azioni, farà la stessa fine del leader di Hamas Yahya Sinwar e del segretario generale di Hezbollah Hassan Nasrallah”. Inoltre, Cohen ha affermato: “La nostra attenzione ora è sullo Yemen e sull’Iran. Va detto che, a meno che l’Iran non venga colpito, l’instabilità in Medioriente continuerà”.
Nel frattempo, il leader de facto della Siria, Al Jolani (o al-Sharaa), che in queste ore, insieme con il ministro degli Esteri del governo di transizione, ha incontrato il ministro degli Esteri ucraino, Sybiha e la delegazione di Kiev, in un’intervista ad Al Arabiya, ha espresso la speranza che “il Presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump ritiri le sanzioni contro Damasco” e ha fatto sapere che “Le forze curde saranno integrate nell’esercito siriano”.
Proprio a proposito della Siria e del rovesciamento del regime di Assad, il ministro degli Esteri russo Lavrov, in un’intervista all’agenzia Tass, ha evidenziato: “Possiamo già dire che una delle ragioni del deterioramento della situazione è stata l’incapacità del precedente governo di soddisfare le esigenze di base della popolazione in mezzo al prolungato conflitto civile. Dopo i successi nella lotta al terrorismo internazionale, che ha coinvolto anche l’aviazione russa, i siriani si aspettavano un miglioramento della loro vita, ma ciò non è avvenuto a causa delle sanzioni imposte alla Siria dagli Stati Uniti e dai suoi alleati”.
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