di Federica Marengo venerdì 6 dicembre 2024
-Proseguono i raid israeliani sulla parte settentrionale della Striscia di Gaza. Nelle ultime 24 ore, infatti, un attacco sulla città di Beit Lahiya, ha causato diversi morti e feriti, come pure il raid sulla città di Khan Younis, nel quale sono morti un dirigente di Hamas e altri comandanti coinvolti negli attacchi e nel rapimento degli ostaggi del 7 ottobre.
Inoltre, secondo il Times of Israel, “l’Idf ha compiuto attacchi aerei al confine fra Siria e Libano, nel tentativo di interrompere il contrabbando di armi per Hezbollah”.
Quest’oggi, invece, la Difesa civile di Gaza, controllata da Hamas, ha annunciato che “almeno 29 persone sono state uccise dopo i bombardamenti dell’esercito israeliano vicino a un ospedale di Beit Lahia”. A tal proposito, l’esercito israeliano ha smentito di aver colpito l’ospedale.
Sul fronte diplomatico, secondo quanto riferito da un funzionario Usa, “l’inviato per il Medi-Oriente della nuova Amministrazione Trump, Witkoff, ha recentemente visitato Israele e Qatar dove avrebbe incontrato separatamente il Premier israeliano Benjamin Netanyahu e quello del Qatar Sheikh Mohammed bin Abdulrahman Al Thani”. L’inviato Usa del Presidente eletto Trum, sempre secondo la medesima fonte, “si sarebbe tenuto in contatto con il team di politica estera del Presidente Joe Biden, in base all’accordo tra l’Amministrazione uscente e quella entrante volto a coordinare gli sforzi per liberare gli ostaggi ancora nelle mani di Hamas”.
In merito alla ripresa dei negoziati, un funzionario dell’ufficio politico di Hamas, in un’intervista ad Associated Press Turchia, ha dichiarato che: “ I mediatori internazionali, (compreso i mediatori del Qatar) hanno ripreso i negoziati con Hamas e Israele per un cessate il fuoco a Gaza” e si è detto “fiducioso che un accordo per porre fine alla guerra sia raggiungibile”.
Per l’Italia, quest’oggi, il ministro della Difesa Crosetto si è recato in Libano, dove ha incontrato l’omologo libanese Sleem Maurice, il Capo di Stato Maggiore della Difesa libanese, Joseph Aoun e il personale del contingente italiano della missione UNIFIL, al Comando del Settore Ovest di UNIFIL, a Shama.
Ieri, invece, il ministro Crosetto ha avuto un colloquio telefonico con l’omologo israeliano, Katz, nel quale ha ribadito come “l’Italia consideri il cessate il fuoco in Libano come pure, e come sarebbe auspicabile, a Gaza e in tutta la Palestina, un’opportunità cruciale per la stabilità della regione, da non disperdere né sprecare” e ha riaffermato “l’impegno dell’Italia a favorire la pace e la stabilità nel Medio Oriente”, sottolineando “l’importanza che il cessate il fuoco attuale sia rispettato da tutte le parti”, “punto fondamentale al fine di sostenere il processo di pace. Un processo di pace fragile e precario, ma essenziale, in cui UNIFIL, di cui l’Italia è il secondo contributore, potrà giocare un ruolo sempre più importante”.
Infine, il ministro della Difesa Crosetto, ha espresso anche “una forte preoccupazione per la crescente destabilizzazione in corso in Siria” e ha ribadito “la necessità di prevenire ulteriori escalation che avrebbero conseguenze disastrose in una regione già duramente provata da guerre e conflitti recenti e lontani”, confermando “l’impegno della Difesa Italiana a lavorare con determinazione per la pace e la sicurezza nella regione”.
Proprio riguardo al fronte siriano, Haaretz ha riferito che “Israele si sta preparando alla possibilità di un raid a sorpresa dal confine siriano, alla luce degli sviluppi nel Paese”. Pertanto, “le Forze di difesa israeliane (Idf) stanno dispiegando maggiori truppe sulle alture del Golan in seguito all’avanzata verso sud dei ribelli antigovernativi in Siria”.
Nelle ultime ore, infatti, le forze ribelli filo-turche hanno conquistato il valico di Nassib, al confine con la Giordania che, in precedenza, aveva chiuso tutti i passaggi di frontiera, mentre le truppe governative del Presidente Bashar al-Assad, sostenute da Russia, Iran , Iraq ed Hezbollah, si sono ritirate da Hama, la quarta città più importante del Paese, lasciando campo libero all’avanzata del gruppo jihadista Hts,ma hanno smentito il ritiro da Homs.
I ribelli, quindi, dopo la conquista di Daraa e Suwayda, i due principali capoluoghi della Siria meridionale, puntano a Damasco, come confermato dal Presidente turco Erdogan, che ha detto: “Dopo Idlib, Hama e Homs, ovviamente l’obiettivo sarà Damasco. La marcia delle forze di opposizione continua. Ci auguriamo che questa avanzata in Siria continui senza incidenti o problemi”, aggiungendo di “non aver ancora ricevuto una risposta positiva da Assad alla richiesta di incontro e di normalizzazione dei rapporti che aveva fatto all’inizio dell’anno”.
E mentre le autorità libanesi hanno annunciato la chiusura fino a nuovo ordine di tutti i valichi frontalieri con la Siria, così come la Giordania ha chiuso il suo unico varco di frontiera commerciale e passeggeri con la Siria e , forze governative, insieme alle milizie filo-Iran, si sono ritirate dalle zone che controllavano nella provincia di Deir Ezzor, nel nord-est, lasciando il campo alle Forze Democratiche Siriane (Sdf), guidate dai curdi e sostenute da Washington, il ministero degli Esteri turco ha confermato che domani, a margine del Forum di Doha, in Qatar, si terrà un incontro trilaterale con i ministri russo e iraniano per discutere della situazione in Siria.
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