di Federica Marengo mercoledì 20 novembre 2024
-Proseguono i raid israeliani sulla Striscia di Gaza e sul Libano, cui si è aggiunto il fronte della Siria. L’esercito di Tel Aviv, infatti, quest’oggi ha colpito Palmira, nella Siria centrale, causando la morte di 36 persone e il ferimento di 50. Obiettivo del raid, i rifornimenti iraniani a Hezbollah in Siria e in Libano.
Continuano poi anche i lanci di razzi da parte di Hezbollah , dal Libano, verso la Galilea e il nord di Israele. Proprio da Hezbollah sono partiti i razzi che ieri hanno colpito la base italiana dell’Unifil a Shamam, nel sud del Libano, centrandone le aree esterne senza causare feriti.
Sul fronte umanitario, la Mezzaluna Rossa egiziana ha reso noto all’Ansa di aver inviato 90 camion di aiuti al valico di Karem Shalom, e che le autorità israeliane hanno accettato l’ingresso di 80 tir , rifiutandone 10.
In ambito diplomatico invece, prosegue la missione in Libano dell’inviato speciale dell’amministrazione Biden, Amos Hochstein. Quest’ultimo ha dichiarato che sono stati compiuti “Ulteriori progressi nei colloqui per un cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah” e che “nelle prossime ore sarà in Israele dopo aver prolungato la tappa in Libano per un secondo incontro con il capo del Parlamento di Beirut, lo sciita Nabih Berri, dopo quello di ieri”. Secondo Axios, nella giornata di domani , Hochstein dovrebbe incontrare anche il Premier israeliano Netanyahu.
Tuttavia, il leader di Hezbollah Naim Qassem, nel suo discorso pubblico trasmesso in tv, affermando che “Hezbollah colpirà il centro di Tel Aviv in risposta ai raid su Beirut”, in merito ai negoziati sul cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi, ha evidenziato: “Abbiamo ricevuto il documento negoziale, lo abbiamo studiato attentamente e abbiamo formulato osservazioni al riguardo. Anche il Presidente del Parlamento, Nabih Berry, ha espresso osservazioni che sono in accordo con le nostre. Abbiamo negoziato in base a due principi: il primo, un cessate il fuoco completo e totale, e il secondo, la preservazione della sovranità libanese. L’occupazione pensava di poter ottenere, attraverso un accordo, ciò che non è riuscita a ottenere sul campo, ma questo è impossibile, che i negoziati abbiano successo o meno. La resistenza sta lavorando per eliminare il nemico e per impedire la continuazione dell’occupazione, e noi abbiamo presentato un modello eccezionale in questo senso. La resistenza ha la capacità di continuare a questo ritmo per molto tempo. Israele non può sconfiggerci”.
A tal riguardo, il ministro degli Esteri israeliano Saar, in un discorso agli ambasciatori stranieri a Gerusalemme, ha sottolineato che: “In qualsiasi accordo che concluderemo, dovremo preservare la nostra libertà d’azione in caso di violazioni”.
Infine, quanto alla bozza di risoluzione del Consiglio di Sicurezza Onu presentata da 10 Paesi membri non permanenti in cui si chiedeva “un cessate il fuoco immediato, incondizionato e permanente” a Gaza e “il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi”, e “un ingresso sicuro e senza ostacoli di assistenza umanitaria su larga scala”, anche nella parte nord di Gaza, quest’ultima ha ottenuto 14 voti a favore , ma è stata bloccata dagli Usa con il veto.
Quindi, il vice ambasciatore americano all’Onu, Robert Wood, ha così spiegato il veto da parte degli USA: “Gli Usa hanno lavorato per settimane in buona fede per evitare questo risultato. La fine durevole della guerra a Gaza necessita il rilascio degli ostaggi, questi due aspetti sono collegati in maniera inseparabile. Il testo avrebbe inviato il messaggio sbagliato alle parti, e che la strategia di Hamas è vincente. Non è Israele che si mette in mezzo all’accordo per la tregua, ma Hamas”.
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