di Federica Marengo venerdì 15 novembre 2024
-Proseguono i raid israeliani sul Libano. Nelle scorse ore, infatti, colpita, dopo l’evacuazione della popolazione, la periferia sud di Beirut, dove sono stati individuate installazioni di Hezbollah e dove, in seguito all’attacco, è crollato un edificio.
Due, invece, i raid effettuati dall’esercito israeliano al confine tra Libano e Siria, su un quartiere occidentale di Damasco e su uno dei sobborghi della capitale, nei quali sono state uccise almeno 15 persone.
Colpita poi da una granata, la palestra della base italiana Unifil a Shama, in Libano, il cui lancio non ha provocato feriti. In merito, il Vicepremier e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, Tajani, da Monaco , dove si è recato in visita, ha dichiarato: “Ho chiesto chiarimenti al nuovo ministro degli Esteri israeliano su quanto accaduto a Shama, in Libano, dove un proiettile di artiglieria inesploso ha colpito la palestra della nostra base Unifil. Ho ribadito la richiesta di protezione ai soldati italiani, che sono lì per la pace e non sono terroristi. Lui è stato molto disponibile e ha garantito un’immediata inchiesta sull’accaduto”.
Intanto, scondo il Wall Street Journal, il neo eletto Presidente degli USA, Trump “ha approvato la proposta di un piano di cessate il fuoco per il Libano dopo che il ministro israeliano per gli affari strategici Ron Dermer gli ha illustrato il piano a Mar-a-Lago, esprimendo la speranza che ciò venga fatto prima del suo ingresso nello studio ovale il 20 gennaio”.
Sempre secondo il quotidiano americano, il piano prevederebbe il ritiro delle truppe e delle armi di Hezbollah dal confine con Israele a nord del fiume Litani, con l’esercito libanese e le forze di peacekeeping delle Nazioni Unite incaricate di garantire che non vi facciano ritorno.
Tuttavia, secondo il Wall Strett Journal, funzionari israeliani avrebbero indicato come nodo da sciogliere “la garanzia che Israele sia in grado di far rispettare l’accordo di cessate il fuoco se le Nazioni Unite e le Forze Armate libanesi non dovessero avere successo e starebbe inoltre cercando strategie per escludere il riarmo di Hezbollah, anche con l’aiuto dei russi presenti in Siria in modo da impedire il contrabbando di armi dal Paese arabo al vicino Libano”.
Infine, conclude il quotidiano americano, secondo una fonte informata sui negoziati, “il governo libanese e Hezbollah avrebbero di recente respinto una richiesta di Israele di attuare un cessate il fuoco, proponendo invece che, oltre ai militari libanesi, israeliani e ai caschi blu, ci sia un quarto garante per lo stop alle ostilità, che potrebbero essere gli Usa”.
Un alto funzionario di Hamas ha fatto sapere che “Hamas è pronto a raggiungere un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza ,nel caso in cui venga presentata una proposta di cessate il fuoco e a condizione che Israele la rispetti”, e ha esortato “l’amministrazione americana e Trump a fare pressione sul governo israeliano affinché fermi l’aggressione a Gaza”.
Quanto a Teheran, il consigliere della Guida suprema iraniana Ali Khamenei, Larijani, si è recato a Beirut,per ribadire il sostegno del suo Paese al Libano. Quindi, ha incontrato il Presidente del Parlamento Berri e il Premier Mikati.
Da Mosca, la portavoce del ministero degli Esteri , Zakharova, ha lanciato un appello per “il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi nelle mani dei gruppi palestinesi, prima di tutto dei due ostaggi che hanno anche cittadinanza russa”, sottolineando che “La cattura e la detenzione forzata a lungo termine di persone innocenti non possono essere giustificate in alcun modo” e che “ i metodi politici e diplomatici si sono rivelati i più efficaci per risolvere il problema degli ostaggi”, visto che “la Russia, attraverso trattative, ha finora ottenuto la liberazione di tre ostaggi con cittadinanza russa”.
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