di Federica Marengo mercoledì 13 novembre 2024
-Proseguono i raid israeliani su Gaza e sul Libano, che nelle scorse ore hanno causato, rispettivamente, 63 e 33 morti. Tra le aree più colpite : Beit Hanun, Khan Younis, Aramoun, nella Striscia, e Beirut, nel Libano, dove l’Idf ha fatto sapere di aver neutralizzato altri comandanti di Hezbollah.
Tuttavia, nelle ultime ore, vi sarebbe stato un raid aereo israeliano anche nella regione di Qusseir, nella Siria centrale, situata vicino al confine con il Libano, area in cui è presente Hezbollah.
Proprio in Siria, poi, le forze americane hanno attaccato obiettivi legati a una milizia sostenuta dall’Iran, in risposta a un attacco missilistico ricevuto da quest’ultima, in cui sarebbero morte 9 persone.
Al riguardo, la Russia , tramite il suo inviato speciale nel vicino Oriente, avrebbe chiesto a Israele di “evitare di lanciare attacchi aerei, come parte della sua guerra contro Hezbollah, vicino a una delle basi di Mosca in Siria”.
Inoltre, gli Houthi, hanno reso noto di aver condotto due operazioni contro navi militari degli USA nel Mar Rosso e nel Mar Arabico: la prima operazione, avrebbe colpito con missili e droni la portaerei Abraham Lincoln nel Mar Arabico , la seconda, due cacciatorpediniere nel Mar Rosso.
Il Pentagono ha confermato l’attacco alle due navi da parte degli Houthi ,ma ha fatto sapere che non vi sono stati danni, avvertendo che “Ci saranno conseguenze per gli attacchi illegali e sconsiderati”.
Intanto, il Presidente israeliano Herzog ha incontrato alla Casa Bianca il Presidente uscente degli USA, Biden al quale ha comunicato la notizia che “due israeliani sono stati uccisi nella città di Nahariya, nel nord di Israele, da razzi lanciati dal Libano”, per poi definire l’Iran come un “impero del male” e “un importante motore dell’antisemitismo” e ringraziare Biden per il suo impegno nei confronti di Israele , ricordando ,però, che vi sono ancora 101 persone in ostaggio da 400 giorni da liberare.
Il Segretario di Stato USA, Blinken, invece, a Bruxelles ,presso il quartiere generale della Nato, per un incontro con il Segretario Generale Rutte, ha affermato: “Israele ha raggiunto gli obiettivi strategici che si era prefissato. Era giustamente determinato a fare del suo meglio per assicurarsi che il 7 ottobre non potesse mai più accadere: per farlo, voleva smantellare l’organizzazione militare di Hamas e colpire la leadership responsabile del 7 ottobre. Ha fatto entrambe le cose: quindi, questo dovrebbe essere il momento di porre fine alla guerra”.
Tuttavia, il ministro della Difesa israeliano Katz, ha dichiarato: “Israele non accetterà alcun accordo che non comprenda il disarmo di Hezbollah, il suo allontanamento dal sud del Libano, oltre il fiume Litani, e il ritorno nelle proprie case degli abitanti nel nord di Israele. Qualsiasi possibile accordo con il Libano deve comprendere il diritto di Israele di farlo rispettare e di agire in modo indipendente contro qualsiasi attività e organizzazione terroristica”.
Il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, invece, ha affermato: “I canali di comunicazione con gli Stati Uniti sono ancora aperti, una settimana dopo l’elezione di Donald Trump a Presidente”.
Secondo fonti iraniane, riportate da Sky News, “L’Iran starebbe rimandando il suo attacco a Israele in attesa di avviare negoziati con il Presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump”.
Dalla Turchia, come riferito dall’agenzia Anadolu, il Presidente turco, Erdogan, ha annunciato che: “Il governo della Repubblica di Turchia, non manterrà o svilupperà le relazioni con Israele”. Ankara, già nel maggio scorso, aveva annunciato il blocco dei rapporti commerciali con Israele, per via degli attacchi contro Gaza.
Nel frattempo, la Jihad islamica ha pubblicato un video nel quale compare uno degli ostaggi di Hamas, prigioniero a Gaza da 404 giorni.
©Riproduzione riservata