di Federica Marengo lunedì 11 novembre 2024
-Proseguono i raid israeliani nella Striscia di Gaza e nel Libano. Nelle ultime 24 ore, infatti, negli attacchi dell’esercito di Tel Aviv a Gaza sono rimaste uccise 30 persone, tra cui 13 bambini, e altre 6 persone sono rimaste uccise in un campo di rifugiati a Nuseirat. Raid israeliani anche nel Libano, dove si registra un totale di 38 morti, tra cui almeno 5 a Beirut.
La Difesa israeliana, invece, ha intercettato razzi e droni provenienti dallo Ymen , dall’Iraq e dal Libano verso Israele.
Intanto, mentre il Consiglio di sicurezza nazionale israeliano ha esortato i connazionali a non andare giovedì a Parigi per la partita Francia-Israele, nel timore di disordini e violenze analoghi a quelli accaduti ad Amsterdam, il Premier israeliano Netanyahu, in un videomessaggio pubblicato dal suo ufficio, ha fatto sapere di aver parlato tre volte, negli ultimi giorni, con il neo Presidente degli USA, Trump, dichiarando: “Sono state conversazioni belle e molto importanti. Colloqui volti a rafforzare ulteriormente la forte alleanza tra Israele e Stati Uniti. Vediamo faccia a faccia la minaccia iraniana in tutte le sue componenti e il pericolo che essa comporta. Vediamo anche le grandi opportunità davanti a Israele, nel campo della pace e della sua espansione”.
Proprio a proposito degli USA, Channel 12, ha fatto sapere che “Gli Stati Uniti avrebbero presentato al Presidente dell’Autorità Nazionale palestinese Abu Mazen una proposta sulla futura amministrazione della Striscia di Gaza con la partecipazione dell’Anp, ma non soggetta ad essa” e che “Abu Mazen non avrebbe ancora dato una risposta, anche se sarebbe già trapelato che il piano non avrebbe il suo assenso”.
Sempre Channel 12 ha spiegato che “Durante un incontro a Ramallah, la sottosegretaria di Stato Usa, Barbara Leaf, avrebbe dato ad Abu Mazen un “no paper”, il cui punto principale sarebbe la creazione di una delegazione internazionale temporanea , che sarà chiamata dall’Anp ad assumere l’amministrazione di Gaza”.
Dal ministro degli Esteri israeliano Saar, che ha parlato di “alcuni progressi” verso il cessate il fuoco in Libano, invece, è arrivato lo stop alla creazione di uno Stato palestinese, definita una “ posizione non realistica”.
Tali progressi verso il cessate il fuoco, però, come riporta il Times of Israel, sono stati smentiti dal portavoce di Hezbollah, il quale ha affermato di “non aver ricevuto alcuna proposta ufficiale di cessate il fuoco” e che “il gruppo ha armi e rifornimenti sufficienti per combattere una lunga guerra con Israele”.
Per il ministro delle Finanze israeliano, Smotrich, intervenuto a una riunione del suo partito, “Per Israele, dopo la vittoria elettorale di Donald Trump, è arrivato il momento di annettere la Cisgiordania”.
Dall’Iran, poi, il portavoce del ministero degli Esteri, Esmaeil Baghaei, ha fatto sapere che “Teheran ha condannato fermamente l’attacco aggressivo effettuato dal regime sionista contro un edificio residenziale nell’area di Damasco, appartenente al gruppo armato libanese Hezbollah, sostenuto dall’Iran, che ha ucciso nove persone, tra cui un comandante di Hezbollah” e ha chiesto “misure contro Israele”, tra cui “un embargo sulle armi” e la sua “espulsione dalle Nazioni Unite”.
Nel frattempo, a Riad, si è svolto oggi il vertice arabo-islamico, nel quale il Presidente dell’Egitto al Sisi è intervenuto con un discorso nel quale ha sottolineato: “A nome dell’Egitto, lo dichiaro apertamente: ci difenderemo contro qualsiasi piano volto a liquidare la causa palestinese sia attraverso lo spostamento delle popolazioni civili, sia tramite il loro trasferimento forzato, o trasformando Gaza in un luogo invivibile, e questo è ciò che non accetteremo in nessuna circostanza. L’Egitto condanna fermamente la campagna di omicidi sistematici che prende di mira i civili nella Striscia di Gaza. Ribadiamo che la condizione essenziale per realizzare la sicurezza e la stabilità, e per passare da un sistema regionale basato sul conflitto e l’inimicizia a un altro fondato sulla pace e sullo sviluppo, è la creazione di uno Stato palestinese indipendente, sui confini del 4 giugno 1967, con Gerusalemme Est come capitale”.
Infine, per l’Italia, il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a margine della presentazione dell’evento che si terrà a Napoli in occasione del 50° anniversario dalla fondazione del Corpo Consolare, ha detto: “Prosegue il programma italiano ‘Food for Gaza’ che funziona perché ha l’appoggio sia dell’autorità palestinese che degli israeliani e ci avvaliamo della collaborazione del regno di Giordania. Ieri sera ho parlato con Cindy Hensley McCain, che guida il World Food Programme, la struttura delle Nazioni Unite che sfruttiamo per portare beni alimentari. A breve, partiranno 15 tir di aiuti da Genova, che si fermeranno a Ravenna per arrivare in Israele, ma nel frattempo manderemo altro materiale per via aerea, materiale sanitario e alimentare”.
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