di Federica Marengo venerdì 8 novembre 2024
-Proseguono i raid dell’esercito israeliano nella Striscia e nel Libano e le evacuazioni della popolazione. In particolare, sotto attacco è il nord di Gaza, con le città di Jabalya, Beit Lahiya e Beit Hanoun dove ,nelle ultime ore, vi sono state decine di morti.
Colpita, poi, anche una scuola rifugio a Gaza City, dove 12 sono le persone rimaste uccise.
Anche Hezbollah continua a lanciare razzi verso Israele. Quest’oggi, infatti, è stata colpita con 10 razzi una base navale ad Haifa.
Gli Houthi dello Yemen, invece, hanno preso di mira la base aerea israeliana di Nevatim con un razzo balistico e hanno abbattuto un MQ-9 Reaper degli USA nello spazio aereo di Israele. Secondo l’Idf , però, il missile è stato intercettato dalle difese aeree.
L’Unifil, missione Onu in Libano, inoltre, ha reso noto che le forze di Israele avrebbero ferito 6 caschi blu e avrebbero distrutto con due scavatrici e un bulldozer parte di una recinzione e una struttura in cemento a Ras Naqura, accusando l’Idf di “violare il diritto internazionale e la risoluzione 1701”.
Il Times of Israel, poi, ha reso noto che “Le truppe dell’Idf operative nel Libano meridionale hanno individuato una base di addestramento di Hezbollah, posizionata a circa 200 metri da una base Unifil e hanno trovato sul posto documenti e libri di testo di Hezbollah, mappe di Israele, guide dei veicoli dell’Idf , cunicoli e armi”.
L’Idf ha fatto sapere che, nell’area della struttura , “i soldati hanno trovato anche lanciarazzi preparati per attacchi contro Israele”. Pertanto, le armi sono state confiscate e la struttura è stata demolita.
Intanto, quest’oggi, il neo ministro della Difesa israeliano, Katz, subentrato a Gallant, dopo il licenziamento da parte del Premier Netanyahu, ha prestato giuramento davanti alla Knesset (il Parlamento israeliano) e ha avuto il suo primo colloquio con l’omologo USA, il segretario alla Difesa Lloyd Austin, nel quale , come riportato da una nota, “ha ringraziato Austin per il sostegno degli Stati Uniti a Israele fin dal primo giorno di guerra, per l’impegno a restituire tutti gli ostaggi e a preservare i legami strategici tra i Paesi di fronte alle minacce dell’Iran e dei suoi alleati”.
Il neo ministro della Difesa Katz, poi, ha tenuto anche una prima riunione con il capo di Stato maggiore delle Idf, Herzi Halevi, e altri funzionari militari e della difesa, per fare il punto della situazione.
Inoltre, il Premier israeliano Netanyahu, che subito dopo l’elezione negli USA del nuovo Presidente Trump ha avuto per primo tra i leader un colloquio telefonico con quest’ultimo per congratularsi, ha nominato Yechiel Leiter come nuovo ambasciatore negli Stati Uniti, in quanto ,ha sottolineato in una nota: “Yechiel Leiter è un diplomatico di grande talento, un oratore eloquente e ha una profonda conoscenza della cultura e della politica americana. Sono convinto che rappresenterà Israele nel miglior modo possibile”.
Dall’Iran, invece, la guida suprema Khamenei è tornata a minacciare Israele di rappresaglia per gli attacchi del 26 ottobre, scrivendo su X in lingua ebraica: “Il mondo vedrà sicuramente il giorno in cui i sionisti saranno sconfitti in una sonora sconfitta dalla resistenza”, appellandosi all’unità dell’”asse della resistenza” ovvero: Hamas a Gaza, Hezbollah in Libano, gli Houthi nello Yemen e gruppi militanti siriani e iracheni.
Il vice comandante delle Guardie della rivoluzione iraniana, Ali Fadavi, a sua volta, ha ribadito che “L’Iran è pronto a colpire Israele per rispondere al recente attacco dello Stato ebraico contro i loro siti militari”.
Sul fronte dei negoziati per il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi israeliani, il portavoce del Dipartimento di Stato USA, Matthew Miller, in un punto stampa, ha dichiarato che, con il Segretario di Stato americano, Antony Blinken, “Continueremo a lavorare per la fine della guerra a Gaza, per la fine alla guerra in Libano, per un incremento degli aiuti umanitari a Gaza ed è nostro dovere perseguire queste politiche fino al 20 gennaio, quando il presidente eletto entrerà in carica”.
Ma la tv pubblica israeliana Kan , che cita fonti vicine al dossier, ha reso noto che vi sarebbe stato “un cambiamento della politica qatariota nei confronti di Hamas in seguito alla forte pressione Usa”, per cui “Hamas non sarebbe più benvenuto a Doha”.
Tutto ciò mentre, sul fronte umanitario, l’Onu ha fatto sapere che, quasi il 70% delle vittime a Gaza sono donne e bambini. Secondo i media egiziani, “A dicembre, l’Egitto ospiterà una conferenza per mobilitare aiuti umanitari a favore della Striscia di Gaza devastata dalla guerra, con la partecipazione di parti globali, comprese tutte le agenzie delle Nazioni Unite come l’Unrwa”.
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