di Federica Marengo lunedì 4 novembre 2024
-Proseguono i raid israeliani nella Striscia di Gaza, così come gli attacchi in Libano. Colpite, infatti, in un attacco aereo ,Jabalia, nell’area settentrionale e Beirut, nel sud del Libano, dove l’Idf, ha fatto sapere di aver neutralizzato un altro comandante Hezbollah.
Nel pomeriggio di oggi, invece, secondo l’agenzia Sana, le forze di Israele avrebbero attaccato dalle alture del Golan in direzione del sud di Damasco dove si trova il santuario sciita Sayeda Zeinab e dove si trovano anche gruppi filoiraniani, tra cui gli stessi Hezbollah libanesi.
Più tardi, Tel Aviv ha reso noto di aver ucciso il capo dell’intelligence di Hezbollah per la Siria in un raid su Damasco.
Ache da parte di Hezbollah, non si arrestano i lanci di razzi e missili dal Libano verso il nord di Israele.
Intanto, mentre secondo quanto riportato da Ynet, vi sarebbe stata una fuga di notizie che avrebbe danneggiato i negoziati con Hamas, il ministero degli Esteri israeliano, dopo l’approvazione la scorsa settimana di due progetti di legge che vietano all’Unrwa di operare sul territorio di Israele, ha annunciato che Tel Aviv ha ufficialmente comunicato alle Nazioni Unite la cessazione delle proprie relazioni con l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa). Israele, infatti, sostiene che nell’Unrwa ci siano infiltrati di Hamas, accuse che l’agenzia Onu ha negato, affermando che adotta misure per garantire la propria neutralità.
Immediata, la replica del portavoce dell’UNRWA: “Se questa legge verrà applicata, rischierà di causare il collasso dell’operazione umanitaria internazionale nella Striscia di Gaza, un’operazione di cui l’Unrwa costituisce la spina dorsale”.
Quanto ai negoziati tra Israele e Hamas per il cessate il fuoco e per il rilascio degli ostaggi israeliani ancora nelle mani di Hamas (secondo l’intelligence israeliana sarebbero 51 su 101 quelli rimasti in vista), secondo il Capo del Mossad, David Barnea, intervistato da Chanel 12 “ La richiesta del movimento palestinese Hamas di far precedere il rilascio degli ostaggi da un cessate il fuoco completo a Gaza ha reso le possibilità di un accordo con Israele basse. Non abbiamo ricevuto risposta da Hamas né alle proposte del Qatar né a quelle dell’Egitto, quindi dovremmo aspettare. Hamas insiste nel porre fine alla guerra”.
Nel frattempo, dopo che gli USA nello scorso fine settimana hanno inviato gli aerei da combattimento B-52 in Medio Oriente come avvertimento a Teheran , che minaccia una rappresaglia per gli attacchi israeliani, il comandante della Marina iraniana ha dichiarato che “Le forze navali monitorano continuamente le portaerei, i 16 cacciatorpediniere e le fregate statunitensi nelle acque regionali, utilizzando droni da ricognizione”.
A tal proposito, il portavoce del Ministero degli Esteri iraniano, Esmail Baghaei, rispetto alla fatwa emessa nel 2003 dalla guida suprema Khamenei che proibisce la produzione e l’uso di armi di distruzione di massa, inclusa la bomba atomica, e riguardo agli appelli lanciati alcune settimane fa da alcuni politici e militari iraniani per possibili cambiamenti in merito alla dottrina nucleare della Repubblica islamica, ha avvertito: “Teheran ha stabilito degli schemi chiari per rispondere agli attacchi israeliani all’Iran e userà naturalmente tutti i mezzi materiali e morali per vendicarsi delle aggressioni del regime. La posizione ufficiale dell’Iran sul rifiuto dell’uso di armi di distruzione di massa e anche sulla natura pacifica del programma nucleare del Paese sono chiare. Nel frattempo, come ha detto il leader Ali Khamenei, saremo equipaggiati con tutti i tipi di armi necessarie per difendere il Paese”.
Tuttavia, il ministero degli Esteri egiziano ha reso noto tramite Facebook che: “Il ministro degli Affari esteri egiziano, Badr Abdelatty, ha confermato in una telefonata con il collega iraniano Abbas Araghchi che non bisogna trascinare la regione in una guerra”, e ha affermato che “Il Cairo respinge tutte le misure unilaterali e provocatorie”.
Il ministero degli Esteri egiziano, continua poi nel post , sottolineando che “Abdelatty ha anche chiesto di rafforzare le istituzioni libanesi senza interferenze straniere e di evitare l’escalation”, ribadendo “l’importanza di instaurare la calma”.
Abdelatty ha poi insistito sul fatto che “una guerra regionale non servirebbe gli interessi di nessuna parte e avrebbe gravi ripercussioni sui popoli della regione” e ha condannato “tutte le misure unilaterali e provocatorie che minacciano la sicurezza e la stabilità”, avvertendo che queste potrebbero portare a “conseguenze disastrose”.
I capi delle diplomazie di Egitto e Iran , infine, hanno anche discusso della situazione in Libano e degli sforzi per porre fine all'”aggressione israeliana”, con Abdeatty che ha ribadito “il sostegno dell’Egitto per rafforzare le istituzioni dello Stato libanese”, descrivendo gli sforzi dell’Egitto in collaborazione con Qatar e Stati Uniti per raggiungere un cessate il fuoco a Gaza e garantire l’accesso umanitario.
Per l’Italia, il Vicepremier e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale,Tajani, che ha presieduto una nuova riunione in video collegamento con gli ambasciatori d’Italia in Libano, Israele, Giordania, Egitto, Iran, Iraq, Arabia Saudita, Qatar, Emirati Arabi Uniti, Bahrein, Kuwait e Oman, oltre al console generale a Gerusalemme, ha dichiarato: “L’Italia continua a seguire in prima linea l’evolversi della situazione in Medio Oriente. Nonostante gli sforzi per il cessate il fuoco, osserviamo con preoccupazione un aumento dell’intensità degli scontri a Gaza e lungo la Linea Blu”.
Come riportato dalla Farnesina, la riunione ha permesso di “passare in rassegna la dinamica in atto a livello regionale, con particolare attenzione sul negoziato facilitato dagli Stati Uniti, sul processo politico in Libano e sulla situazione di sicurezza nei Paesi limitrofi al conflitto come Giordania e Iraq. Sul fronte dell’azione diplomatica italiana Tajani ha ricordato la sua missione a Gerusalemme e Ramallah e osservato che la conferenza umanitaria promossa in occasione del G7 di Pescara ha visto un importante successo, riunendo nello stesso evento rappresentanti di Libano, Israele e Autorità Palestinese”.
Il ministro della Difesa Crosetto, invece, intervenuto nella trasmissione di Rai 1 “Cinque minuti”, condotta da Bruno Vespa, in merito all’invio di Carabinieri in Palestina come addestratori della polizia palestinese, ha sottolineato: “Devono essere d’accordo tutte le parti in causa anche Israele. Non si muove un carabiniere o un soldato italiano se noi non abbiamo esperito tutte le condizioni possibili per garantirne la sicurezza. Per costruire uno Stato palestinese e portare la pace servono le forze di polizia, hanno scelto quelle italiane perché sono le migliori per addestrare, noi siamo disposti a fare questo grande sacrificio, ma i nostri devono essere totalmente sicuri”.
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