di Federica Marengo venerdì 11 ottobre 2024
-All’indomani dell’attacco dell’esercito israeliano a tre basi della missione Onu dell’Unifil, di cui due italiane, nel quale sono stati feriti due caschi blu indonesiani, e all’indomani dell’immediata protesta da parte del governo italiano e della condanna degli USA e della comunità internazionale, delle stesse Nazioni Unite e dell’Ue (dove quanto accaduto sarà lunedì sul tavolo dei 27 ministri degli Esteri riuniti al Consiglio del Lussemburgo) , le forze di Tel Aviv hanno nuovamente colpito un posto di osservazione appartenente all’Unifil nella sua base principale a Naqoura, nel sud del Libano, ferendo due soldati.
Tuttavia, in merito, all’Idf è stato notificato che “due peacekeeper dell’Unifil sono stati inavvertitamente feriti durante i combattimenti dell’esercito contro Hezbollah nel sud del Libano”. L’esercito israeliano ha espresso “profonda preoccupazione per incidenti di questo tipo” , sottolineando che prende “ogni precauzione per ridurre al minimo i danni ai civili e alle forze di pace” e che ,”dato il complesso e difficile ambiente operativo in cui Hezbollah usa strutture civili e Unifil come scudi, continuerà a fare sforzi per mitigare il rischio che tali sfortunati incidenti si ripetano”.
L’esercito israeliano ha poi spiegato anche che: “In mattinata, i soldati dell’Idf che operavano nel Libano meridionale hanno identificato una minaccia immediata contro di loro. I soldati hanno risposto con il fuoco verso la sua direzione. Un esame iniziale indica che una postazione di Unifil si trovava a circa 50 metri dall’origine della minaccia ed è stata colpita durante l’incidente, con il conseguente ferimento di due membri della forza Onu. Ore prima sono state date istruzioni all’Unifil di entrare in spazi protetti e di rimanervi”.
In merito a ciò, anche l’ambasciata israeliana in Italia, che ha aperto un’indagine su quanto accaduto ieri alle basi italiane Unifil nel sud del Libano, in una nota ha evidenziato: “Israele apprezza l’assistenza dei Paesi donatori di Unifil, in particolare dell’Italia, e li ringrazia per il loro tentativo di prevenire un’escalation nella nostra regione. Dall’8 ottobre, Hezbollah ha lanciato migliaia di missili contro Israele e decine di migliaia di cittadini israeliani sono stati costretti a evacuare le proprie case nel nord. Sfortunatamente , Hezbollah sta cercando di nascondersi vicino alle basi Unifile Israele ha già scoperto tunnel e depositi di armi vicino a quell’area”.
Tuttavia, ieri, l’ambasciatore israeliano all’Onu, aveva dichiarato: “Ci concentriamo sulla lotta contro Hezbollah e continueremo il coordinamento con Unifil; raccomandiamo di spostare le forze Unifil 5 chilometri a nord. La nostra raccomandazione è che l’Unifil si sposti di 5 km a nord per evitare pericoli mentre i combattimenti si intensificano e mentre la situazione lungo la Linea Blu rimane instabile a causa dell’aggressione di Hezbollah. Israele non ha alcun desiderio di stare in Libano, ma farà ciò che è necessario per costringere Hezbollah ad allontanarsi dal suo confine settentrionale in modo che 70.000 residenti possano tornare alle loro case nel nord di Israele”.
Quindi, alla vigila di un consiglio di Sicurezza d’emergenza per discutere dell’accaduto, il portavoce dell’Onu, Farhan Haq , rispondendo alle domande dei cronisti e delle croniste al riguardo, ha affermato che: “Al momento, non ci sono ripensamenti al Palazzo di Vetro su un riposizionamento della forza di pace Unifil, sotto tiro nel Libano meridionale”.
Anche il contingente italiano ha fatto sapere di non avere intenzione di lasciare l’area e il ministro della Difesa Crosetto, in queste ore in visita ai militari italiani in Kosovo, ha ribadito: “Non saremo mai noi che ci spostiamo perché qualcuno ci dice, con la forza, di spostarci. Noi siamo lì e ci rimaniamo, con la forza del mandato delle Nazioni Unite. Ieri ho risposto a Israele che ci diceva spostatevi, che l’Italia non prende ordini da nessuno”.
Poi, in merito all’invio di Carabinieri in missione in Cisgiordania, il ministro Crosetto ha detto: “Valutiamo con attenzione la missione militare in Cisgiordania, non manderemo mai una sola persona senza valutare prima le condizioni di sicurezza. La missione deve essere voluta da tutte le parti in campo, tutti gli attori devono sapere che i Carabinieri vanno per fare qualcosa che serve, per formare il tessuto, per costruire il futuro, che sono due popoli e due Stati”.
Dichiarazioni , quelle del ministro della Difesa Crosetto, riecheggiate anche dal Vicepremier e ministro per gli Affari Esteri Tajaini, il quale, sottolineando che l’Italia attende le scuse da parte del governo israeliano, ha detto: “La richiesta dispostarsi dal Libano è stata respinta: non è una scelta italiana stare là, è una scelta delle Nazioni Unite. Uno Stato, in questo caso Israele, non può prendere queste decisioni e il ministro Crosetto ha voluto dare un segnale molto chiaro per fermare questa offensiva: bisogna vedere se dal punto di vista giuridico si configuri un crimine di guerra“.
La Presidente del Consiglio Meloni nelle dichiarazioni dei leader al termine del summit dei Paesi Med9 , a Cipro, cui ha partecipato nella giornata di oggi, ha affermato: “Torno a condannare quanto accaduto contro il contingente Unifil da parte dell’esercito israeliano, non è accettabile, viola la risoluzione 1701 dell’Onu. Il governo ha protestato con decisione”, per poi annunciare: “Con Macron e Sanchez abbiamo deciso di stilare una dichiarazione comune”.
In ultimo, riguardo alle prossime mosse per fronteggiare la situazione in Medio Oriente e nel Libano, la Presidente ha spiegato: “Durante il G7 della Difesa prevediamo un’iniziativa per rafforzare le forze armate libanesi”.
La Premier, secondo fonti di Palazzo Chigi , nel corso del Vertice dei Paesi del Mediterraneo, ha avuto dei colloqui al riguardo anche con la Presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen e con il re di Giordania, Abdallah II, a cui ha riferito del sostegno italiano per un piano umanitario per Gaza.
Il Quirinale, poi, ha fatto sapere che il Presidente della Repubblica Mattarella ha convocato il Consiglio Supremo di Difesa per mercoledì 23 ottobre. All’ordine del giorno: l’esame dell’evoluzione dei conflitti in corso in Medio Oriente e Ucraina; le iniziative in ambito internazionale ed europeo e lo stato delle missioni militari italiane nella regione mediorientale.
Intanto, mentre continuano i raid israeliani, su Gaza, sul sud del Libano, a Beirut , sulla Cisgiordania e sulla Siria, nei quali sono stati uccisi un comandante supremo della Jihad islamica palestinese , due comandanti di Hezbollah e più di 50 esponenti di Hamas, dopo una riunione di quattro ore, il Consiglio di Sicurezza israeliano non ha votato per approvare il raid sull’Iran in risposta all’attacco missilistico di Tehran su Israele del 1° ottobre.
Sul fronte diplomatico, invece, il Premier libanese Mikati ha parlato con il Segretario di Stato degli USA, Blinken, degli “sforzi per arrivare a un accordo di cessate il fuoco immediato con Israele”, rivolgendo a Israele un appello a ”risparmiare la popolazione civile libanese”.
©Riproduzione riservata