di Federica Marengo mercoledì 9 ottobre 2024
-Proseguono i raid dell’esercito israeliano sul Libano, su Gaza e sulla Siria. Nelle ultime ore, infatti, le forze di Tel Aviv hanno colpito le roccaforti di Hezbollah a Beirut, dove 4 persone sono rimaste uccise e nella Bekaa; Jabalya nella Striscia, dove almeno 18 persone sono rimaste uccise e dove , secondo l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi almeno 400mila persone sono intrappolate; e Damasco, dove i morti sono stati 9.
Ai libanesi, si è rivolto il portavoce delle Idf , in un post su X, invitando la popolazione a “stare attenta poiché le truppe continuano ad attaccare le posizioni di Hezbollah nella regione”, sottolineando che per motivi di sicurezza “è vietato tornare nelle proprie case fino a nuovo avviso”, e che “chiunque si diriga a Sud mette in pericolo la propria vita”.
Sempre nelle ultime ore, non si è fatta attendere la risposta di Hezbollah, che ha lanciato una serie di razzi sul nord di Israele, uccidendo un uomo e una donna a Kiryat Shmona. A tal proposito, le forze di difesa israeliane hanno fatto sapere che Hezbollah ha lanciato una raffica di circa 90 razzi dal Libano verso l’Alta Galilea in soli otto minuti e che alcuni razzi sono stati intercettati e sono stati segnalati impatti a Safed e nelle città vicine, causando danni.
Hezbollah, poi, ha riferito che sono “in corso combattimenti tra le sue milizie e i soldati israeliani nel sud del Libano”, mentre stamane aveva reso noto di “aver respinto due tentativi di infiltrazione dell’Idf in territorio libanese”.
Il sito Haaretz ha reso noto che “il portavoce delle forze di difesa israeliane, della polizia israeliana e dello Shin Bet, hanno dichiarato che “unità dell’esercito e della polizia di frontiera hanno ucciso 5 ricercati a Nablus, tra cui il capo delle Brigate dei martiri di Al-Aqsa nel campo di Balata” e che “gli individui erano coinvolti in attività terroristiche contro civili israeliani e forze di sicurezza e rappresentavano una minaccia per le forze israeliane”.
Intanto, il Premier israeliano Netanyahu, che si è rivolto ai libanesi in un videomessaggio pubblicato su X , esortandoli a “Liberare il Paese da Hezbollah ,così che la guerra possa finire e si possano evitare le distruzioni e le sofferenze che si vedono a Gaza”, e che a una delegazione della Conferenza dei Presidenti delle principali organizzazioni ebraiche americane in visita presso il suo Ufficio ha detto che “C’è solo una forza al mondo che sta combattendo l’Iran in questo momento. C’è solo una forza al mondo che ostacola la conquista dell’Iran. E quella forza è Israele” e che “la lotta di Israele è la lotta del mondo libero e civilizzato”, ha avuto un colloquio telefonico con il Presidente USA Biden in merito alla risposta di Israele dopo l’attacco missilistico iraniano del 1° ottobre.
Secondo il Times of Israel, “in un lungo vertice notturno, il Premier israeliano Netanyahu avrebbe preso decisioni chiave sulla risposta da dare all’attacco missilistico iraniano del 1° ottobre” e che , “l’obiettivo delle forze israeliane potrebbero essere le strutture militari iraniane”.
Tuttavia, il sito Axios ha fatto sapere che “il Premier israeliano Netanyahu convocherà domani un gabinetto di sicurezza sull’Iran” e ha ricordato che, “secondo la legge israeliana il Premier ha bisogno di un voto del gabinetto per un’azione militare significativa, che potrebbe portare a una guerra totale con Teheran”.
Axios, inoltre, ha aggiunto che “ La rappresaglia israeliana, sarà significativa e comprenderà probabilmente una combinazione di raid aerei contro obiettivi militari in Iran e attacchi sotto copertura, come quello che ha ucciso il leader di Hamas, Ismail Haniyeh, a Teheran”.
Tutto ciò, mentre, al Cairo, i leader del movimento Hamas e Fatah hanno tenuto in giornata ulteriori colloqui di unità per discutere “dell’aggressione israeliana alla Striscia di Gaza e delle sfide che la causa palestinese deve affrontare”.
Riguardo ad Hamas, come riportato dal Wall Street Journal, il leader , Yahya Sinwar, ancora in vita, ha ordinato ai leader del gruppo terroristico di riprendere gli attacchi suicidi in Israele, ordine su cui alcuni esponenti anziani di Hamas avrebbero delle riserve.
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