di Federica Marengo mercoledì 18 settembre 2024
-Nella giornata di ieri, si sono verificate in Libano e in Siria delle esplosioni su larga scala di cercapersone appartenenti a membri delle milizie terroriste di Hezbollah, innescate a distanza. L’esplosivo, infatti, sarebbe stato collocato sulle batterie degli stessi cercapersone. Diciotto, i morti e quattro mila i feriti: di questi, 500 miliziani terroristi sono stati accecati. Ferito anche l’ambasciatore iraniano a Beirut.
Secondo il sito Axios, che ha sentito una fonte informata dei fatti, l’operazione è stata approvata all’inizio di questa settimana durante le riunioni sulla sicurezza con il Premier israeliano Netanyahu, i membri senior del suo gabinetto di guerra e i responsabili dei servizi di sicurezza. Inoltre, lunedì sera, il gabinetto di sicurezza israeliano aveva deciso di aggiornare gli obiettivi della guerra, per includere “il ritorno sicuro degli israeliani sfollati alle loro case al confine con il Libano”.
Per Sky News Arabia, che riporta fonti anonime, “l’attacco su larga scala con cercapersone in Libano è stato possibile perché l’agenzia di spionaggio israeliana, il Mossad, sarebbe entrata in possesso dei dispositivi di comunicazione di Hezbollah prima che venissero consegnati”.
Subito dopo le esplosioni, il Premier libanese Mikati ha tenuto una riunione di gabinetto e il governo ha condannato all’unanimità l’operazione, definita: “un’ aggressione criminale israeliana, che viola palesemente la sovranità del Libano”.
Una condanna per l’accaduto è arrivata anche dal rappresentante dell’Iran all’Onu, Saeed Iravani, che, durante una sessione speciale dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ha definito la detonazione coordinata dei cercapersone :“un cyber attacco terroristico”, aggiungendo che “il regime di Israele deve essere ritenuto responsabile di tale aggressione e di tale crimine efferato”.
Hezbollah, invece, in una dichiarazione su Telegram , ha fatto sapere che: “La Resistenza islamica in Libano continuerà, oggi come in tutti i giorni passati, le sue operazioni benedette a sostegno di Gaza, del suo popolo e della sua resistenza, e in difesa del Libano, del suo popolo e della sua sovranità. Questo percorso è in corso ed è separato dalla severa resa dei conti che il nemico criminale (Israele) deve affrontare per il massacro che ha commesso martedì contro il nostro popolo, le nostre famiglie e i nostri combattenti in Libano. La resa dei conti è un’altra cosa e sicuramente arriverà. Quello che è successo non farà che rafforzare la nostra determinazione e la nostra volontà di continuare sulla strada del jihad e della resistenza”.
Dagli USA, il portavoce del Dipartimento di Stato, Matthew Miller, ha dichiarato che gli Stati Uniti non sono stati informati in anticipo e non sono stati coinvolti nelle esplosioni di cercapersone utilizzati da Hezbollah in Libano, aggiungendo che l “’organizzazione filoiraniana libanese si può considerare un obiettivo legittimo”. Per la Cnn, invece, “Israele avrebbe avvertito gli Usa di un’operazione in Libano martedì senza fornire dettagli”, mentre per l’Associated Press, “gli USA sarebbero stati avvertiti a operazione conclusa”.
Tuttavia, altre esplosioni si sono verificate nella giornata di oggi in tutto il Libano. Migliaia di walkie-talkie, infatti, sono deflagrati nel corso dei funerali di figli dei membri di Hezbollah ,morti nell’attacco simultaneo di martedì. Altre esplosioni si sono verificate anche nella città di Sidone e in altre località meridionali, dove sono esplosi sistemi collegati a pannelli solari , macchine per le impronte digitali, cellulari, radio, auto, moto ed elettrodomestici. Le esplosioni hanno causato almeno nove morti e centinaia di feriti.
Secondo l’agenzia Reuters, i walkie-talkie esplosi sarebbero stati acquistati da Hezbollah cinque mesi fa, nello stesso periodo in cui sarebbero stati acquistati i cercapersone.
Il ministro degli Esteri libanese Abdallah Bou Habib ha affermato che “l’esplosione di centinaia di cercapersone e walkie talkie potrebbe essere il presagio di un conflitto più ampio in Medioriente”, in quanto “si è verificata dopo le minacce israeliane di ampliare il raggio d’azione della guerra con il Libano, il che farebbe precipitare la regione in un ciclo di violenza più ampio e darebbe il segnale di una guerra più ampia”.
Secondo il Times of Israel, il capo del Consiglio esecutivo di Hezbollah Safieddine, nel secondo giorno di esplosioni , ha affermato: “Questi attacchi saranno certamente puniti in modo unico. Ci sarà una vendetta sanguinosa e unica”.
Intanto, l’esercito israeliano ha trasferito le sue truppe da Gaza a Nord, al confine con il Libano e
il ministro della Difesa israeliano, Gallant, in visita alla base dell’Aeronautica militare Ramat David, ha detto: “Il centro di gravità si sta spostando verso nord attraverso il trasferimento di risorse e forze. Siamo all’inizio di una nuova fase del conflitto. Questo richiede da noi coraggio e determinazione”.
Il Capo di Stato Maggiore delle Forze di Difesa israeliane (Idf), Herzi Halevi, durante una visita al Comando settentrionale, ha avvertito : “Israele ha molte altre capacità che non sono ancora state utilizzate nella lotta contro Hezbollah. Siamo molto determinati a creare le condizioni di sicurezza che riporteranno i residenti del nord alle loro case, alle città, con un alto livello di sicurezza, e siamo pronti a fare tutto ciò che è necessario per permettere questo”.
In merito alle esplosioni di cercapersone in Libano, la presidenza di turno del Consiglio di sicurezza dell’Onu terrà una riunione di emergenza venerdì alle 15 (ora locale), su richiesta dell’Algeria.
Nel frattempo, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato la risoluzione in cui si chiede a Israele di “mettere fine senza indugio alla sua presenza illegale nel territorio palestinese occupato entro 12 mesi”. La risoluzione ha ottenuto 124 voti a favore, mentre 43 Paesi, tra cui l’Italia, si sono astenuti e Israele, Stati Uniti e altri 12 nazioni hanno espresso voto contrario.
Infine, sul fronte diplomatico, il Segretario di Stato USA Blinken, arrivato al Cairo, ha incontrato il Presidente al Sisi per intensificare gli sforzi per riprendere i negoziati sul cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi israeliani.
Blinken, dopo la visita al Cairo, sarà giovedì a Parigi , dove sarà raggiunto dal Vicepremier e ministro degli Esteri Tajani per incontri con gli Usa, la Francia e il Regno Unito ,per discutere degli ultimi sviluppi in della guerra in Medioriente, a partire dal rischio di un allargamento della guerra al Libano, ma anche della guerra in Ucraina.
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