di Federica Marengo mercoledì 11 settembre 2024
-Continuano i raid dell’esercito israeliano sulla Striscia. Nella notte, le forze armate di Tel Aviv hanno compiuto un attacco in una zona di Gaza designata come umanitaria”, nel quale 40 persone sono rimaste uccise e altre sono rimaste ferite. L’Idf, però, ha precisato che “I suoi aerei hanno attaccato un centro operativo a Khan Younis appartenente ai combattenti del gruppo palestinese” e di “avere preso misure per ridurre il rischio di danneggiare i civili”.
Ancora tensione, poi, anche nel nord della Cisgiordania, vicino alla città di Tubas, dove almeno 5 persone sono rimaste uccise in un raid israeliano e dove, secondo quanto dichiarato dall’esercito di Tel Aviv, “l’attacco ha preso di mira una cellula di militanti armati, nell’ambito di un’operazione contro le milizie palestinesi”.
Altri attacchi aerei israeliani sono stati effettuati contro obiettivi Hezbollah ,nel sud del Libano, dove hanno colpito le città di: Zebqine, Qlaileh e Chaitiyeh. L’esercito israeliano ha fatto sapere, via Telegram, di “aver colpito circa 30 sistemi di lancio e infrastrutture militari di Hezbollah nel sud del Libano ,che rappresentavano una minaccia per i civili israeliani nelle aree di Jibbain, Naqoura, Deir Seryan e Zibqin” e che “l’artiglieria dell’ Idf ha colpito nell’area di Al-Dahira”.
Successivamente, gli Hezbollah libanesi hanno annunciato la morte di un loro combattente proprio a seguito di raid aerei israeliani nel Libano.
Infine, sempre l’esercito israeliano ha reso noto che, nel pomeriggio di oggi: “Caccia israeliani hanno colpito militanti che operavano all’interno di una struttura di comando e controllo di Hamas situata presso la scuola “Al-Jaouni” ,nel campo profughi di Nuseirat, nel centro della Striscia di Gaza”, aggiungendo che: “La struttura veniva utilizzata per pianificare e coordinare attacchi terroristici contro l’esercito israeliano” e che “prima dell’attacco, sono state adottate misure per ridurre il rischio di vittime civili, tra cui l’uso di armi di precisione e il supporto di intelligence e sorveglianza aerea”.
In merito, l’agenzia palestinese Wafa ha fatto sapere che: “Fonti mediche hanno riferito che almeno 3 civili sono stati uccisi e molti altri sono rimasti feriti durante l’attacco aereo”.
Il ministro della Difesa israeliano, Gallant, parlando alle truppe al confine nord con il Libano, ha dichiarato che: “Israele sta spostando la sua attenzione verso il fronte settentrionale, mentre si avvicina al completamento degli obiettivi nella Striscia di Gaza” e ha ribadito che “le istruzioni arriveranno presto, simili a quelle già date per l’offensiva terrestre a Gaza”, e che “le truppe dovrebbero essere pronte a svolgere questa missione”, sottolineando che: “circa 60.000 israeliani sono stati costretti a lasciare le loro case nel nord a causa degli attacchi quotidiani di Hezbollah, e uno degli obiettivi principali della guerra di Israele è ripristinare la sicurezza e la stabilità per consentire il ritorno di questi residenti. Oltre a ciò, Israele mira a smantellare Hamas e a garantire il ritorno degli ostaggi rapiti dal gruppo terroristico il sette ottobre”.
Proprio in Libano è arrivato nelle ultime ore, l’Alto rappresentante Ue per la Politica Etsera, uscente, Borrell per visitare Unifil.
Intanto, mentre il Premier israeliano Netanyahu, in visita nella Valle del Giordano con i vertici dell’esercito, ha annunciato che : “Israele costruirà una barriera di confine con la Giordaniapiù solida per combattere l’ingresso di terroristi e il contrabbando di armi”, sottolineando “lo sforzo congiunto con Amman per proteggere il confine comune”, il coordinatore del governo israeliano per gli ostaggi, in un’intervista a Bloomberg, ripresa da Haaretz, ha dichiarato che : “Israele ha proposto al leader di Hamas, Yahya Sinwar, un salvacondotto per uscire da Gaza in cambio del rilascio degli ostaggi israeliani e della rinuncia da parte dell’organizzazione al controllo sulla Striscia”.
Infine, sul fronte umanitario, una serie di Organizzazioni umanitarie hanno sottoscritto una lettera indirizzata a tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite nella quale chiedono di adottare misure urgenti per proteggere la libertà delle persone sia nei territori palestinesi occupati che in Israele.
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