di Federica Marengo giovedì 22 agosto 2024
-Il Presidente USA Biden , nelle scorse ore, ha avuto un colloquio telefonico con il Premier israeliano Netanyahu nel quale ha evidenziato “l’urgenza di chiudere l’accordo per un cessate il fuoco a Gaza e per il rilascio degli ostaggi”.
Secondo gli analisti del Washington, proprio nella telefonata con Biden, Netanyahau avrebbe “mostrato la volontà di accettare alcuni compromessi nei negoziati con Hamas” e fonti nell’amministrazione USA avrebbero fatto sapere che “Netanyahu avrebbe menzionato una mappa e avrebbe indicato i luoghi in cui le forze israeliane rimarranno lungo il corridoio Filadelfia e vicino al confine tra Gaza ed Egitto”.
Tuttavia, dopo la pubblicazione dell’articolo sul Washington Post, una fonte diplomatica anonima del governo israeliano ha smentito quanto riportato dal giornale, dichiarando che il Premier Netanyahu “non ha cambiato la sua posizione sulla necessità del controllo e della presenza israeliana nel corridoio di Filadelfia”.
Intanto, nella serata di oggi, dopo Doha, sono ripresi i negoziati al Cairo. A capo della squadra negoziale israeliana , secondo quanto riferito dal Times of Israel, vi è il capo del Mossad, David Barnea, insieme con il Generale Eliezer Toledano, capo della strategia dello Stato maggiore dell’esercito israeliano.
Secondo un funzionario Usa, “al Cairo sono in corso colloquitra funzionari Usa, egiziani e israeliani” e “ la Casa Bianca starebbe spingendo Israele e Hamasa trovare un accordo su una proposta ponte che porti a un cessate il fuoco a Gaza”.
Al riguardo, però, i media USA sono pessimisti e parlano di un accordo per il rilascio degli ostaggi e per il cessate il fuoco, “sull’orlo del fallimento”. Infatti, le posizioni tra Israele e Hamas sono ancora distanti: Hamas, chiede come condizione per liberare gli oltre 100 ostaggi tenuti ancora prigionieri, la fine definitiva della guerra e il ritiro immediato delle truppe israeliane, mentre Israele darebbe il via libera a una sospensione dei combattimenti e manterrebbe il controllo, mediante l’esercito israeliano, di alcune zone strategiche della Striscia di Gaza.
Il raggiungimento di un’intesa sul cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi israeliani è stato auspicato dal Vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che ha dichiarato: “Il lavoro incessante del Segretario di Stato Usa Antony Blinken e dei mediatori egiziani e qatarini ci lascia sperare che presto sia Israele che Hamas possano dare il loro assenso a un accordo per il cessate il fuoco che preveda il rilascio di tutti gli ostaggi israeliani, il pieno accesso degli aiuti alimentari e sanitari a Gaza e un’assistenza molto veloce e massiccia per una popolazione stremata da una guerra ormai insostenibile”.
Allo stallo nei negoziati, si è aggiunta poi la minaccia dell’Iran. Come riferito da Irna, infatti, la missione permanente della Repubblica islamica presso le Nazioni Unite, riferendosi all’attacco promesso da Teheran contro Israele dopo l’uccisione del leader di Hamas, Ismail Haniyeh, ha avvertito che : “I tempi della risposta dell’Iran saranno meticolosamente orchestrati per garantire che avvenga in un momento di massima sorpresa. La risposta dell’Iran deve punire l’aggressore per il suo atto di terrorismo e le violazioni della sovranità nazionale dell’Iran e dovrà servire anche come un deterrente”.
Nel frattempo, i media israeliani riferiscono che “proiettili sono stati trovati sui resti di alcuni dei sei ostaggi recuperati due giorni fa dall’Idf nella Striscia di Gaza, circostanza che induce l’esercito israeliano a ritenere che siano stati probabilmente assassinati da Hamas durante la prigionia”.
Sempre l’Esercito israeliano , poi, ha reso noto di “aver trovato esplosivi, armi, giubbotti antiproiettile, e documenti dell’intelligence di Hamas in borse con il simbolo Unrwa a Rafah, nel sud di Gaza”, spiegando che” il materiale è stato individuato durante la perquisizione di una struttura situata vicino ad alcune scuole”.
Sul campo, proseguono i raid israeliani sulle postazioni militari degli Hezbollah nel sud del Libano e i bombardamenti sulla Striscia, a Maghazi, Jabalia , Khan Yunis, e in Cisgiordania, a Bet Lakia , nei quali, secondo l’agenzia palestinese Wafa, sono rimaste uccise 22 persone.
Infine, l’esercito israeliano ha dichiarato che “un drone ha colpito un gruppo di uomini armati che rappresentavano una minaccia per le sua forze e quelle dello Shin Bet che stavano operando a Tulkarem, in Cisgiordania”.
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