di Federica Marengo venerdì 12 luglio 2024
-Dopo Doha, i negoziatori di Israele e quelli egiziani si sono trasferiti in Egitto per definire alcuni punti dell’accordo, come la presenza militare di Israele lungo il corridoio di terra al confine tra Egitto , Striscia di Gaza e il valico di Rafah, che il Cairo vuole sia riaperto, ma senza la presenza dell’esercito israeliano.
Tuttavia, tale presenza costituisce una garanzia di sicurezza per Israele , per cui il Premier Netanyahu non ha dato il suo ok all’intesa e ieri, ha ribadito le sue condizioni “non negoziabili” per un accordo: il ritorno a Nord dei miliziani e la possibile ripresa del conflitto ,dopo le prime settimane di tregua, per distruggere Hamas.
Ahmed Abdul-Hadi, il capo dell’ufficio politico di Hamas in Libano, ha fatto sapere che “Durante i negoziati in corso Hamas ha continuato a insistere affinché nell’accordo siano inserite garanzie scritte per un cessate il fuoco permanente nella Striscia di Gaza, in modo che Israele non possa riprendere la guerra dopo il rilascio del primo gruppo di ostaggi”, aggiungendo che “il gruppo è stato sinora flessibile su alcuni punti” , ma che “insiste sul fatto che i negoziati debbano proseguire sino a quando non sarà raggiunto un cessate il fuoco permanente.
“Ciò, ha sottolineato Abdul-Hadi, “è in contrasto con la proposta sul tavolo, secondo cui la prosecuzione della tregua è vincolata a quella delle trattative da svolgersi nelle varie fasi. Netanyahu può interrompere i negoziati e quindi riprendere l’aggressione in qualsiasi momento ; noi vogliamo qualcosa di scritto per garantire che i negoziati continuino, al fine di raggiungere un cessate il fuoco permanente”.
Il Presidente Usa Biden, nelle scorse ore, nella conferenza stampa conclusiva del 75° vertice della Nato , ha dichiarato: “Stiamo facendo progressi sull’accordo tra Israele e Hamas a Gaza” e , successivamente, su X ha scritto: “Sia Israele che Hamas sono d’accordo sul piano della Casa Bianca per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e la liberazione degli ostaggi. C’è ancora molto lavoro da fare e si tratta di questioni complesse, ma la mia squadra sta facendo progressi e sono deciso a portare a termine l’accordo”.
Il Presidente turco Erdogan, invece, dal summit Nato, ha lanciato un aut-aut: “Non è possibile per l’amministrazione israeliana, che ha calpestato i valori fondamentali della nostra alleanza, continuare il suo rapporto di cooperazione con la Nato. Fino a che non sarà raggiunta una pace completa e sostenibile in Palestina, i tentativi di cooperazione con Israele all’interno della Nato non verranno approvati dalla Turchia”.
Intanto, continuano i combattimenti e i raid , soprattutto su Gaza City, dove l’evacuazione della popolazione, voluta dall’esercito israeliano, costituisce un preludio a operazioni rilevanti.
Si sono concluse, invece, le operazioni delle forze israeliane nel quartiere Tal al-Hawa, con il conseguente ritiro dell’esercito, cui è seguito il comunicato del portavoce della difesa civile di Gaza, che ha dichiarato ad Al Jazeera che “Sono stati ritrovati sul posto , sotto le macerie, almeno 60 cadaveri”.
Fonti palestinesi, citate da Haaretz, poi, hanno riferito che “quattro operatori umanitari internazionali sono stati uccisi in un raid israeliano a Mawasi, nel sud della Striscia” e che “il raid è stato effettuato su un magazzino contenente aiuti umanitari”. L’esercito israeliano , però, non ha confermato la notizia.
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