di Federica Marengo mercoledì 10 luglio 2024
-L’esercito israeliano, in queste ore, ha lanciato dal cielo dei volantini con un nuovo ordine di evacuazione per tutti gli abitanti che ancora sono a Gaza City, affinché abbandonino la città e si rechino ad Ovest. Proseguono, infatti, i combattimenti e nella notte scorsa vi sono stati altri raid come quello su una scuola di Khan Yunis, nel sud della Striscia, all’interno della quale si trova un campo sfollati e dove sono rimaste uccise trenta persone. L’esercito, che ha fatto sapere di avere aperto un’inchiesta, afferma che l’obiettivo del blitz era un terrorista che aveva partecipato all’attacco del 7 ottobre contro Israele e che si stava nascondendo in un luogo vicino alla scuola.
Colpita anche una sede Unrwa (Onu), ritenuta dall’esercito israeliano la sede da cui Hamas lanciava i suoi attacchi.
Sul fronte Libano, poi, le forze di difesa israeliane (Idf) affermano di aver colpito infrastrutture di Hezbollah all’indomani dell’uccisione di alcune persone sulle alture del Golan, colpite da un razzo dei miliziani sciiti. L’esercito israeliano ha reso noto di aver effettuato attacchi anche a Qabrikha e a Kfarkila, ma per i Media libanesi vi sarebbero stati raid aerei israeliani anche nell’area di Nabi Shayth, nell’Est del Paese.
A tale attacco è seguita una risposta dal Libano, con una raffica di circa 30 razzi lanciata sul Nord di Israele, che non ha causato né vittime né feriti.
Infine, il portavoce militare dell’Idf ha dichiarato che sono stati colpiti obiettivi dell’esercito siriano nel Sud del Paese che “erano in violazione degli accordi di disimpegno del 1974 tra Israele e Siria, che misero fine alla guerra di Kippur”, sottolineando: “ Consideriamo l’esercito siriano responsabile di qualunque cosa avvenga nel suo territorio e non permetteremo la violazione degli Accordi”.
A seguire, il capo di Stato maggiore delle forze israeliane di difesa (Idf), Herzi Halevi, incontrando gli ufficiali della 99° divisione a Gaza City, ha detto: “Stiamo applicando pressioni militari in varie forme. Ciò che si sta facendo a Rafah è diverso da ciò che state facendo qui. Quello che state facendo qui è diverso da quello che sta succedendo adesso a Shejaiya, o dalla missione del corridoio di Netzarim o dall’area di sicurezza lungo il confine. C’è ,però, un denominatore comune: la determinazione”.
Intanto, sul fronte diplomatico, oggi, vi è stato a Doha un incontro a cui hanno partecipato i capi dei servizi segreti israeliani , il capo della Cia , Burns e i negoziatori di Egitto e Qatar. All’ordine del giorno vi erano: la conferma e il rafforzamento degli accordi tra le parti già approvati nell’ambito dello schema presentato dal Presidente degli USA Biden e approvato dal Consiglio di sicurezza dell’Onu, nonché la costruzione di un meccanismo per ridurre i divari nelle questioni di controversia tra Israele e Hamas.
Secondo quanto riportato da Ynet. “si prevede che i negoziati saranno complessi e dureranno diverse settimane”.
Hamas, però, ha attaccato il Premier israeliano, Netanyahu, accusandolo di “voler sabotare gli sforzi per un cessate il fuoco, in quanto le operazioni in corso a Gaza possono mettere a rischio i colloqui”. Inoltre, ha precisato che “le fughe di notizie ,secondo cui Hamas accetterebbe di avviare negoziati sugli ostaggi senza un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, sono inesatte” e che “la posizione di Hamas non è cambiata e si fonda sempre su due principi: il primo è un cessate il fuoco globale, il secondo è un ritiro completo di Israele dalla Striscia di Gaza”.
A proposito dei negoziati, il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, parlando a un evento di commemorazione per l’alto funzionario di Hezbollah, Mohammed Nasser, ha detto: “Se ci sarà una svolta nei negoziati tra Israele e Hamas ,che si tradurrà in un cessate il fuoco a Gaza, anche il gruppo libanese cesserà i suoi attacchi contro Israele senza alcuna discussione o negoziazione. L’obiettivo del gruppo libanese durante gli ultimi nove mesi di attacchi quasi quotidiani nel nord di Israele è stato quello di sfinire il nemico materialmente, finanziariamente e mentalmente e afferma di esserci riuscito. La situazione nel Nord di Israele ha fatto loro capire che, se vogliono che finisca, devono fermare l’aggressione a Gaza”.
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