di Federica Marengo mercoledì 26 giugno 2024
-Proseguono i combattimenti a Gaza. L’agenzia di stampa palestinese Wafa ha fatto sapere che almeno 3 persone sono morte e altre 12 sono rimaste ferite in un bombardamento israeliano che stanotte ha colpito una casa a Beit Lahia, nel nord della Striscia. Altri raid, poi, sono stati registrati nelle zone sudoccidentali di Gaza e a Rafah.
Inoltre, l’esercito israeliano ha effettuato raid anche al confine con il Libano con l’obiettivo di colpire le milizie di Hezbollah, che lanciano razzi nel nord di Israele.
A tal proposito, l’esercito israeliano , che ha reso noto di aver ucciso in un raid di droni sulla città di Gaza un membro della Jihad islamica, che Medici senza frontiere, però, ha identificato come membro del suo staff, ha dichiarato: “Siamo vicini a una vittoria militare decisiva nella Striscia di Gaza e siamo preparati per una battaglia nel nord”.
Dichiarazione, confermata anche dal Colonnello, Dvir Edri, comandante della 460° Brigata dell’esercito israeliano, in un’intervista al giornale israeliano Maariv, nella quale ha spiegato: “Siamo vicini a una vittoria militare decisiva nella Striscia di Gaza e siamo preparati per una battaglia nel Nord. Siamo già in un confronto su più fronti con forze mutevoli e, almeno nei luoghi in cui mi trovo, l’Idf è pronto per una battaglia nel Nord. Non sarà facile o semplice, ma alla luce dei combattimenti nel Sud, abbiamo una generazione di comandanti e soldati esperti”.
Il Premier israeliano Netanyahu, in visita proprio nel nord , al confine con il Libano, con il suo consigliere militare, Roman Gofman e con il capo del Comando settentrionale delle forze armate, Ori Gordin ,per assistere a un’esercitazione militare, ha dichiarato al riguardo: “Israele otterrà una vittoria anche sul fronte settentrionale, se dovesse scoppiare una guerra con Hezbollah”, celebrando “la determinazione dei soldati nel difendere il Paese”, assicurando che “vogliono ottenere la vittoria, niente di meno”.
In merito a un prossimo attacco israeliano in Libano, i ministeri degli Esteri tedesco e olandese hanno invitato, tramite X, i loro cittadini a lasciare il Libano o a non recarvisi, in quanto “la situazione è molto tesa”. Anche il portavoce della Casa Bianca, John Kirby, ha messo in guardia i cittadini americani in Libano, invitandoli a prendere “precauzioni, nel caso in cui il conflitto tra Israele e Hezbollah si espanda in una vera e propria guerra”.
Intanto, il segretario alla Difesa Usa, Lloyd Austin ha incontrato al Pentagono il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant. Al centro del colloquio: le tensioni lungo il confine israelo-libanese, l’aumento degli aiuti umanitari a Gaza, l’Iran e le milizie sostenute da Teheran. Come riportato dallo stesso Pentagono: “Austin ha ribadito il ferreo impegno degli Stati Uniti nei confronti di Israele e sottolineato che le provocazioni degli Hezbollah libanesi minacciano di trascinare il popolo israeliano e quello libanese in una guerra che nessuno dei due vuole. Un conflitto di questo tipo sarebbe catastrofico per il Libano e devastante per gli innocenti civili israeliani e libanesi”.
Gallant ha poi incontrato il Consigliere per la sicurezza nazionale, Jake Sullivan, dichiarando, una volta terminato il bilaterale: “Con gli Usa ci sono progressi significativi con la rimozione degli ostacoli sullo sblocco dell’invio delle armi a Israele. Sono state affrontate le strettoie al fine di portare avanti una serie di questioni e più specificamente il tema del potenziamento delle forze e della fornitura di munizioni per Israele. Vorrei ringraziare l’amministrazione Usa e gli americani per il loro duraturo sostegno”.
Inoltre, il ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, al termine della sua visita di Stato, prima di lasciare gli Usa, ha dichiarato: “Sosteniamo fermamente l’accordo del Presidente Biden, che Israele ha accettato, e ora Hamas deve accettare, o subirne le conseguenze. Siamo impegnati a riportare a casa gli ostaggi. Senza eccezione. Ci impegniamo a difendere la nostra gente. Ma sia chiaro che la nostra guerra non è contro il popolo di Gaza. La nostra guerra non è contro il popolo libanese. La nostra guerra è contro Hamas, Hezbollah e il loro sostenitore: il regime iraniano”.
A esprimere allarme per la prospettiva che la guerra di Israele contro Hamas a Gaza si estenda al Libano, anche il capo umanitario delle Nazioni Unite , avvertendo che sarà “potenzialmente apocalittica”.
Infine, in Italia, la Presidente del Consiglio Meloni, nel corso delle sue Comunicazioni alle Camere, in vista del Consiglio UE del 27 e del 28 giugno, in merito alla guerra in Medio Oriente, tra i temi al centro della riunione dei 27 capi di Stato e di governo dell’UE, ha detto: “Una soluzione del conflitto tra Israele e Hamas non può che essere basata sulla soluzione “due popoli e due Stati”. L’Italia sostiene la proposta di mediazione degli Usa. Su questo versante, l’Europa può e deve giocare un ruolo più attivo”.
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