di Federica Marengo mercoledì 5 giugno 2024
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-Continuano i bombardamenti e gli attacchi da parte dell’Esercito israeliano nella Striscia di Gaza e raid aerei hanno colpito sia la parte orientale e centrale di Rafah che Gaza City. Il portavoce militare israeliano, poi, ha reso noto che “L’ esercito ha distrutto un tunnel ramificato lungo due chilometri che portava al “Corridoio Filadelfia”, la striscia di terra a Gaza parallela al confine con l’Egitto”.
Inoltre, si aggrava la situazione al confine con il Libano, dove i bombardamenti delle milizie sciite Hezbollah hanno causato vasti incendi nel Nord di Israele, che hanno coinvolto i centri abitati.
Ulteriore indizio di ciò, la visita di stamane del Premier israeliano Netanyahu proprio nel Nord di Israele , nel corso della quale ha ribadito che Tel Aviv è pronto a “un’azione estremamente potente” contro i miliziani di Hezbollah, che nelle ultime settimane hanno intensificato il lancio di razzi, cui Israele ha replicato colpendo oltre la zona cuscinetto dell’ONU.
Secondo i media libanesi, infatti, a metà giugno potrebbe avere luogo un’offensiva israeliana contro il Sud del Libano, ma a detta di alcuni analisti, l’attacco potrebbe riguardare anche Beirut, dove, in mattinata, quattro uomini hanno provato ad attaccare l’ambasciata Usa e dei tre che hanno sparato, uno sarebbe stato ucciso, uno sarebbe fuggito e il terzo sarebbe stato ferito e arrestato dall’esercito libanese.
A tal riguardo, il portavoce del dipartimento di Stato americano, Matthew Miller, ha evidenziato che: “ Una escalation in Libano metterebbe a rischio la sicurezza di Israele”.
Infine, raid israeliani si sono susseguiti in tutta la Cisgiordania da Ebron , a Sud , a Nablus, a Nord, mentre, quest’oggi, a Gerusalemme centinaia di coloni israeliani hanno fatto irruzione nella spianata della Moschee , in vista della “marcia delle bandiere”, dove si sono verificati scontri tra cittadini ebrei ed arabi e sono stati aggrediti alcuni reporter.
Nel frattempo USA e Paesi G7 continuano a fare pressione su Israele e Hamas ,affinché accettino il piano per il cessate il fuoco di sei settimane , il rilascio di alcuni ostaggi e il ritiro israeliano dalle aree più popolate, presentato dal Presidente USA Biden, sebbene Hamas continui a chiedere, tramite il leader Haniyeh , come condizione per avviare una trattativa la fine definitiva della guerra e il ritiro dell’esercito israeliano; condizione che Israele ha respinto, ribadendo con il Presidente israeliano Netanyahu di avere intenzione di attuare l’operazione di tessa a Rafah e di voler continuare a combattere “finché Hamas non sarà distrutta”. Pertanto, Israele potrebbe accettare solo una tregua a tempo per il rilascio degli ostaggi.
In merito, il ministro della Difesa israeliano, Gallant ha confermato: “Tutti i negoziati con Hamas avverranno solo sotto il fuoco. Gli attacchi dell’Idf sono visibili su ogni fronte. Andremo avanti e logoreremo il nemico”.
Ma , il partito di Ben Gvir, ha fatto sapere che non voterà con la coalizione di governo di cui fa parte, “finché il Premier Netanyahu non renderà noto integralmente l’accordo sulla possibile tregua con Hamas”. Il partito di Ben Gvir, infatti, sostiene che “il Premier Netanyahu nasconda la bozza dell’accordo con Hamas che prevede una clausola sulla fine della guerra, ed eviti di presentarla al ministro Ben Gvir, nonostante la sua promessa”.
Infine, quanto ai negoziati per il cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi israeliani, secondo la Tv di Stato egiziana e il canale televisivo Al-Qahera News, rilanciati anche da Al-Arabyia., una delegazione egiziana ha incontrato oggi a Doha le delegazioni di Qatar e USA per tentare di riaprire le trattative sulla tregua con Gaza.
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