di Federica Marengo lunedì 15 aprile 2024
-Dopo l’attacco dell’Iran, lanciato su Israele nella notte fra sabato e domenica scorsi, con centinaia di droni e missili da crociera , in risposta al raid di Tel Aviv sul consolato iraniano a Damasco del 3 aprile scorso, nel quale è stato ucciso un generale dei Pasdaran, la gran parte dei quali, come riportato dal Wall Strett Journal, neutralizzato dallo scudo difensivo Iron Dome e dai jat degli alleati di USA, Gran Bretagna e Francia (quest’ultima , ha precisato di aver “intercettato” dalla Giordania missili e droni iraniani lanciati contro Israele e ha accusato l’Iran di aver risposto “in modo sproporzionato” ),ma anche di giordani e sauditi, non si arresta la tensione tra Israele e Teheran.
Il Presidente USA Biden frena il Premier israeliano Netanyhau su una eventuale risposta all’attacco, dicendosi contrario a una rappresaglia e non disposto a sostenerla, ma il Primo ministro israeliano è netto: “Israele risponderà, anche se non al momento”. A comprovarlo, i piani offensivi e difensivi approvati nei diversi Gabinetti di guerra susseguitisi fra la giornata di ieri e oggi pomeriggio( quest’ultimo, aggiornato a domani), nel quale , al centro della discussione vi è il se , il quando, il dove e i posti da scegliere per la rispota, tenendo conto della contrarietà degli USA a un attacco sul suolo iraniano.
Diverse, quindi, le opzioni discusse, come riferito da Tv Canale 12, “ognuna delle quali rappresenta “una risposta dolorosa” all’attacco di Teheran, ma senza scatenare “una guerra regionale“. Sempre secondo Tv Canale 12, l’obiettivo sarebbe appunto quello di scegliere un’opzione che “non sia bloccata dagli Usa”.
Il Presidente USA, Biden, infatti, ricevendo alla Casa Bianca il premier iracheno Mohammed Shiaa Al-Sudani, ha ribadito di voler evitare una escalation del conflitto in Medioriente e un suo allargamento nella regione.
Tuttavia , secondo il sito Axios ,che cita fonti informate, il ministro della Difesa israeliano, Gallant avrebbe detto in una conversazione con il capo del Pentagono Austin che “Non c’è altra scelta se non quella di rispondere all’attacco dell’Iran”.
A ciò si aggiunge, quanto riferito dalla Cnn, che ha citato fonti israeliane, circa la decisione di Israele di rinviare l’offensiva militare nella città di Rafah, l’ultima città a sud della Striscia di Gaza dove sono sfollati oltre un milione e mezzo di palestinesi.
Un no all’escalation e un invito alla moderazione è arrivato anche dal G7 riunito ieri con urgenza in videoconferenza dalla Premier Meloni (l’Italia ha la presidenza di turno) , nel corso del quale è stato condannato l’attacco dell’Iran a Israele , invitando tutti alla moderazione e ribadendo il sostegno alla sicurezza di Israele e l’impegno ,affinché si arrivi a un cessate il fuoco immediato e a una liberazione degli ostaggi da parte di Hamas. Inoltre, i leader e le leader del G7 hanno garantito la prosecuzione degli aiuti umanitari alla popolazione palestinese.
I leader e le leader del G7 nella loro dichiarazione congiunta, infatti, hanno sottolineato: “Il lancio di droni e missili è un passo in avanti verso la destabilizzazione della regione e ciò deve essere evitato. L’Iran cessi gli attacchi. Siamo pronti ad adottare ulteriori misure in risposta ad altre iniziative destabilizzanti”.
Ciò è stato ribadito anche nella bozza delle Conclusioni del Consiglio Europeo straordinario , al quale parteciperà anche la Presidente del Consiglio Meloni, che si terrà il 17 e 18 aprile e che dovrebbe valutare l’introduzione di nuove sanzioni verso l’Iran, nella quale si legge: “Il Consiglio Europeo condanna con forza e senza equivoci l’attacco dell’Iran contro Israele e rinnova la sua piena solidarietà con il popolo israeliano e l’impegno alla sicurezza di Israele”. Nel documento poi è stato aggiunto un capitolo sul Medioriente, nel quale i leader e le leader, chiedono alle parti di “esercitare la massima moderazione”, rinnovando anche la volontà di “lavorare con i partner per mettere fine alla crisi a Gaza, e per raggiungere una tregua immediata e il rilascio degli ostaggi”.
Lo stesso appello alla moderazione e a disinnescare e a smorzare le tensioni è stato rivolto dal segretario generale dell’Onu Guterres , nel corso del Consiglio di Sicurezza Straordinario convocato ieri, nel quale quest’ultimo ha condannato con fermezza l’attacco sferrato dall’Iran contro Israele , ribadendo però il principio dell’inviolabilità delle strutture diplomatiche.
L’ambasciatore di Tehran presso le Nazioni Unite ha sottolineato che “l’Onu ha mancato al suo dovere di mantenere la pace e la sicurezza internazionale non condannando l’attacco di Israele del 3 aprile contro il Consolato iraniano a Damasco”, e che per questo “l’Iran non avuto altra scelta che esercitare il proprio diritto all’autodifesa” e , “pur non volendo l’escalation, risponderà a ogni minaccia o aggressione di Israele”.
Il rappresentante permanente israeliano, invece, ha chiesto che siano introdotte tutte le sanzioni possibili verso Tehran, per poi citare il Presidente ucraino Zelensky, ricordando che , “negli ultimi anni i civili ucraini sono stati uccisi dal cielo con armi iraniane , questo deve essere un campanello d’allarme per il mondo libero: svegliatevi”.
Intanto, dall’Iran, la guida suprema Khamenei è tornata a minacciare Israele, scrivendo via social: “Libereremo Gerusalemme e la Palestina. In caso di nuovo attacco da parte di Israele la risposta sarà durissima”.
Teheran ha poi evidenziato che l’attacco a Israele è stato preannunciato e che si è trattato di una “reazione ponderata e responsabile” , precisando ancora che “se Israele reagirà, la risposta sarà immediata e più forte”. Ma il Governo britannico ha smentito che vi sia stato da parte dell’Iran un preavviso. Media locali invece confermano che un messaggio iraniano al riguardo sarebbe arrivato a Israele tramite l’Egitto.
In Italia, il Vicepremier e ministro degli Esteri Tajani e il ministro della Difesa Crosetto hanno tenuto quest’oggi un’Audizione presso le Commissioni riunite Esteri e Difesa della Camera e la Commissione Esteri e Difesa del Senato sui recenti sviluppi della crisi in Medio Oriente.
In un’intervista a Il Corriere della Sera, il Vicepremier e ministro degli Affari Esteri , Tajani, in merito al ruolo dell’Italia nella crisi mediorientale, ha dichiarato: “Come prima cosa mobiliteremo i Paesi del G7 di cui abbiamo la presidenza di turno. Non possiamo rinunciare all’azione politica che deve viaggiare in parallelo con la valutazione della intensità dell’azione militare iraniana e dei danni prodotti. Il primo obiettivo è gettare acqua sul fuoco. Il pensiero va in primo luogo alla Striscia di Gaza ,ma anche al Libano dove abbiamo 1.100 militari, al confine fra Israele e aree in cui è presente Hezbollah: agiamo in ogni modo per la loro sicurezza e dall’Iran abbiamo ricevuto garanzie che non ci saranno ripercussioni. Non vogliamo una spirale che la politica potrebbe non riuscire più a controllare”.
Il ministro della Difesa Crosetto, invece, intervistato da Il Corriere della Sera e, nella trasmissione di Rete 4, “Dritto e Rovescio“ ha spiegato: “Ritengo improbabile che Israele si fermi. Noi auspichiamo una de-scalation e lavoriamo per questo, ma non è così facile. Ritengo improbabile che Israele si fermi, viste le proporzioni dell’attacco iraniano. Come non si è fermato di fronte alle nostre richieste di una tregua a Gaza, per salvaguardare le vite dei civili. Quindi mi aspetto un’ulteriore risposta. L ’attacco iraniano è stato gravissimo. Credo di fare un’analisi obiettiva: l’Iran ha attaccato Israele come rappresaglia alla bomba del 3 aprile al suo consolato in Siria. Che ha ucciso un generale di grande spicco a Teheran, ma anche di collegamento con Hamas. Hanno utilizzato 250 droni, 100 missili balistici e 50 da crociera. Un attacco gravissimo e senza precedenti. Il 99% di tutti questi sistemi di attacco sono stati intercettati e abbattuti dal sistema di difesa aerea e contraerea israeliano. Con l’aiuto di americani, britannici e giordani. I danni sono stati limitati, l’attacco era stato annunciato da tempo ed ha consentito di far preparare la difesa. Oggi l’Iran lo ha considerato concluso. A questo punto si augura che la risposta che sceglierà Israele, perché risposta prevedibilmente ci sarà, sia quella meno dura. Quindi mi aspetto un’ulteriore risposta. Quando, lo vedremo solo nel momento in cui avverrà. Quale, oscilla tra due opzioni. Israele sa di non poter accettare che Teheran diventi una potenza nucleare. Perché cambierebbero totalmente gli equilibri nell’area e ne nascerebbe un vulnus decisivo alla propria sicurezza. I falchi al governo considerano questa un’occasione imperdibile per colpire i reattori nucleari dell’Iran; anche perché, pur non essendo disponibili ad intervenire direttamente, gli Usa hanno appena stanziato i fondi per sostenere i loro sforzi militari ed hanno dichiarato il loro totale appoggio. C’è un’ipotesi meno dura: Netanyahu sa bene che il suo stesso Paese è diviso. E sa che una reazione sproporzionata , che andasse a colpire i reattori nucleari iraniani , spaccherebbe anche il mondo arabo. Mettendo a rischio l’intero processo di dialogo e stabilizzazione che a loro interessa, a partire dall’Arabia Saudita. Auspico che Netanyahu non forzi “le regole del diritto internazionale”. Perché quando ciò accade ci si mette contro le opinioni pubbliche del mondo. E, proseguendo su questa strada, non si fa il bene dei propri figli, di chi verrà in futuro e della stessa sicurezza e saldezza dello Stato di Israele. Sono non pessimista, ma stanco. Un allargamento del conflitto sommato a quello che succede in Ucraina con la Russia non è un rischio per l’Italia, è un rischio per il mondo. C’è un equilibrio instabile nel mondo, noi abbiamo bisogno di tutto tranne che le guerre si incrementino: abbiamo bisogno di tregua sia in Ucraina che a Gaza; di ricostruire i rapporti tra le nazioni e di abbandonare la guerra. Parliamo ogni giorno di guerra, non eravamo abituati: io vorrei che questa parola scomparisse e dobbiamo lavorare per questo. L’Italia è in quell’area all’interno di coalizioni internazionali che non sono in guerra ,ma operano per la pace. Ad oggi , i rischi dei nostri contingenti in Iraq e Kuwait sono immutati; mentre aumentano quelli in Libano e in Mar Rosso, anche se le nostre truppe non sono degli obiettivi per nessuno dei contendenti che, anzi, le rispettano. Siamo in contatto con tutte le altre forze Unifil, monitoriamo, ma i rischi sarebbero dati da incidenti occasionali, non da atti intenzionali contro i nostri contingenti. I nostri militari lo sanno benissimo”.
La Presidente del Consiglio Meloni, a margine della sua visita al Vinitaly ,a Verona, di questa mattina, in merito alla situazione in Medio Oriente, esprimendo soddisfazione per l’unità d’intenti manifestata dai leader e dalle leader nel G7 di ieri, ha dichiarato: “Siamo preoccupati, ma lucidi. Credo però che sia molto importante lavorare per una de-escalation perché un’escalation in un conflitto all’interno di quella regione, tutti quanti ci rendiamo conto che potrebbe avere conseguenze molto significative. Abbiamo ribadito la necessità di fare tutti la nostra parte “per cercare di dialogare con tutti gli attori interessati. E passare messaggi di responsabilità. Come governo italiano e come presidenti del G7 la nostra ferma condanna all’attacco iraniano contro Israele”.
Poi, riguardo il colloquio telefonico avuto con la segretaria del Pd, Schlein, in cui quest’ultima si è detta pronta a collaborare con il Governo per evitare una escalation e per la pace, ha detto: “Mi ha fatto piacere la telefonata di Elly Schlein, la considero importante, è un contatto che considero doveroso, lo facevo a mia volta quando ero all’opposizione. Ci siamo parlate al telefono, ci siamo scambiate i punti di vista, e penso che questo possa portare anche in Parlamento a lavorare meglio. Ci sono materie su cui è inevitabile si tenti di parlare, si parli, si condividano le posizioni e il lavoro che si porta avanti. Indipendentemente dalle differenze abissali che abbiamo, siamo tutte persone che hanno sulle spalle la responsabilità dei propri cittadini”.
“Fermare la spirale di violenza ed evitare qualsiasi iniziativa tra reazioni e controreazioni che possano far deflagrare la già incerta stabilità del quadrante regionale mediorientale”, è la posizione del Presidente del M5S Conte, mentre il co-portavoce dei Verdi-Sinistra italiana, Bonelli ha chiesto di “fermare la politica del riarmo”. Più Europa, con il segretario Magi, ha chiesto al Governo di riferire in Parlamento, mentre il leader di Azione, Calenda, ha dichiarato che “L’Iran è nemico di Israele e dell’Occidente”.
Nella Maggioranza, FI, ha chiesto e ottenuto una riunione delle Commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato. Per quanto riguarda FdI, il capogruppo al Senato, Malan ha dichiarato: “FdI si unisce alla condanna degli attacchi iraniani e sostiene totalmente l’azione del Governo e della Presidente Meloni che fin dall’aggressione di Hamas a Israele ha lavorato e lavora per la pace, per proteggere tutti i civili e per evitare un’ulteriore destabilizzazione del Medio Oriente”.
Quanto agli effetti dell’aggravarsi della crisi medio-orientale sulla sicurezza, si è tenuto questo pomeriggio a Roma, presso il Viminale, il Comitato nazionale per l’Ordine e la Sicurezza nel quale è stato fatto il punto. Al tavolo: il ministro dell’Interno Piantedosi , i vertici delle Forze dell’Ordine e dei Servizi di sicurezza.
Disposto, il rafforzamento ai massimi livelli delle attività di prevenzione per monitorare situazioni, personaggi, contesti a potenziale rischio , poiché il pericolo maggiore per l’Italia è rappresentato dalle azioni isolate dei “lupi solitari”, auto radicalizzati.
Attenzione anche ai flussi migratori irregolari per intercettare soggetti a rischio, anche per questo resteranno attivi i controlli alla frontiera Est. Rafforzati i dispositivi di sicurezza sugli obiettivi sensibili: i circa 250 luoghi di culto e quelli legati alle comunità ebraiche, sedi diplomatiche e ambasciate. Allertate tutte le Prefetture.
Nella Capitale, dove ieri si è riunito il Comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza, presieduto dal Prefetto Giannini, predisposti maggiori controlli anche sugli eventi sportivi.
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