di Federica Marengo lunedì 26 febbraio 2024
-Nella 143° giornata di guerra in Medio Oriente, il premier israeliano Netanyhau, ha annunciato che presto l’esercito israeliano attaccherà Rafah, a sud di Gaza, in quanto “ultimo bastione del movimento islamista Hamas”. Infatti, i servizi del primo ministro hanno annunciato che “L’esercito israeliano ha presentato un piano per l’evacuazione della popolazione civile dalle “zone di combattimento” della Striscia di Gaza”.
Tuttavia, una fonte ufficiale israeliana avrebbe riferito al sito Times of Israel, che “Israele sta ancora discutendo sul piano di evacuazione dei civili palestinesi da Rafah” , che “tutto è ancora in discussione” e che “l’esercito la scorsa notte ha presentato al premier Benyamin Netanyahu vari piani, inclusa l’evacuazione dei civili di Rafah nella zona di Khan Yunis, ma senza arrivare a una decisione finale”.
A tal proposito, il vicepremier e ministro degli Affari Esteri, Tajani, ha dichiarato a Radio 24: “Stiamo lavorando in maniera discreta e anche sottotraccia, anche con molti Paesi arabi e del G7 per arrivare a una interruzione dei combattimenti a Gaza, per permettere di portare aiuti alla popolazione civile. Abbiamo chiesto di aspettare per l’attacco a Rafah, speriamo che da una parte e dall’altra ascoltino i messaggi di buon senso”.
Intanto, mentre il presidente palestinese Abu Mazen ha accettato le dimissioni del premier Mohammed Shtayyeh, arrivate, come dichiarato dallo stesso premier, “Alla luce degli sviluppi politici, economici e di sicurezza legati all’aggressione contro il nostro popolo nella Striscia di Gaza, e l’escalation senza precedenti in Cisgiordania, compresa la città di Gerusalemme“, i media egiziani hanno fatto sapere che i negoziati sono ripresi a Doha.
I media israeliani, al riguardo, hanno riferito che “L’emiro del Qatar Tamim bin Hamad al-Than ha incontrato a Doha il leader di Hamas Ismail Haniyeh con il quale ha discusso la situazione a Gaza e la possibilità di raggiungere un cessate il fuoco a Gaza”.
Secondo il New York Times, che ha citato dirigenti a conoscenza degli sforzi di mediazione in corso, “I negoziatori israeliani hanno concordato in privato su una proposta americana che vedrebbe il rilascio di cinque donne soldato israeliane per 15 palestinesi condannati per gravi accuse di terrorismo”.
Infine, è morto in ospedale Aaron Bushnell, il militare americano che si era dato fuoco davanti all’ambasciata israeliana a Washington per protestare contro la guerra condotta da Israele a Gaza. In un video, ottenuto dall’emittente televisiva USA Cnn, il militare afferma di “Non voler più Essere complice di un genocidio” e che “la sofferenza che sta per avvertire è minima rispetto a quella dei palestinesi”.
Nel frattempo, sul campo sono continuati gli attacchi israeliani sull’area nord-est di Rafah, nella parte meridionale della Striscia di Gaza, dove è stata colpita un’abitazione e sono rimaste uccise quattro persone, tra cui una donna e un bambino.
Colpito, “in profondità”, poi, dall’esercito israeliano, anche il Libano, con un raid aereo sulla valle orientale libanese della Bekaa, roccaforte degli Hezbollah, e sulla periferia di Baalbek, circa 100 chilometri a nord-est di Beirut. Il portavoce dell’esercito israeliano ha reso noto che “Israele ha colpito siti dell’apparato di difesa aerea dell’organizzazione terroristica Hezbollah situati nella valle della Bekaa, in Libano”e che “L’attacco è avvenuto in reazione al lancio di missili terra-aria verso un drone di tipo Hermes-450. Continueremo a difendere lo Stato d’Israele e a operare nei cieli del Libano contro l’organizzazione terroristica Hezbollah”.
Tuttavia, decine di razzi sono stati tirati dagli Hezbollah dal Libano verso le Alture del Golan in Israele ed Hezbollah stesso ha affermato di aver lanciato 60 razzi katiuscia contro una base militare israeliane in Alta Galilea, in risposta al raid aereo israeliano su Baalbeck, nell’alta valle della Bekaa al confine con la Siria.
Sempre il portavoce militare israeliano ha fatto sapere che “In un raid israeliano nel sud del Libano è stato ucciso Hassan Hossein Salami “il terrorista di Hezbollah responsabile della regione di Hajir“, spiegando che : “Salami faceva parte dell’Unità Nasser di Hezbollah e ha comandato di recente le attività terroristiche degli Hezbollah contro civili e soldati, inclusi lanci di missili anti tank verso la città di Kiryat Shmona e i comandi della 769/a Brigata”.
Sul fronte del Mar Rosso, invece, il Comando centrale delle Forze armate Usa (Centcom) ha reso noto che “Le milizie yemenite filoiraniane Houthi hanno lanciato un missile balistico antinave contro la petroliera Mv Torm Thor, una neve battente bandiera statunitense” e che “l’attacco è stato sferrato dagli Houthi sabato 24 febbraio e il missile ha mancato il bersaglio”.
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