di Federica Marengo martedì 20 febbraio 2024
-Nella 137° giornata di guerra in Medio Oriente, mentre l ‘agenzia di stampa palestinese Wafa ha riferito della morte di tre persone in un bombardamento israeliano ,che ha colpito una casa nel campo profughi di Nuseirat, nel centro della Striscia di Gaza e della morte di altre cinque in un raid contro un’abitazione , sempre nel sud della città di Gaza, una delegazione israeliana è arrivata questa mattina al Cairo, a bordo di un aereo privato , per colloqui sulla situazione nella Striscia.
La delegazione, ricevuta all’aeroporto da alti funzionari dell’intelligence egiziana, è stata scortata da un convoglio di auto fino al luogo dell’incontro, nel quale si è parlato del cessate il fuoco a Gaza e di un accordo per lo scambio di ostaggi e prigionieri tra Israele e le fazioni palestinesi.
Arrivata al Cairo , poi, anche la delegazione di Hamas, guidata, secondo la tv panarabo-saudita, al Hadath, dal capo dell’ufficio politico dei miliziani palestinesi in esilio.
Inoltre, secondo la televisione pubblica israeliana Kan, che riporta quanto riferito dai mediatori impegnati nei contatti per uno scambio di prigionieri fra Israele e Hamas, dopo una pausa dovuta ,forse, alle intense attività militari israeliane in corso a Khan Yunis, il leader di Hamas , Sinwar, avrebbe ripreso ad inviare messaggi alla leadership del suo movimento.
Nel frattempo, come preannunciato, la risoluzione per un cessate il fuoco a Gaza, presentata dai Paesi arabi al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, è stata bocciata per il veto degli Stati Uniti, mentre la Gran Bretagna si è astenuta e 13 membri del Consiglio hanno votato a favore.
Immediata la reazione di Hamas, che , tramite nota , ha condannato la decisione degli Stati Uniti sottolineando: “Questo veto serve l’agenda dell’occupazione israeliana, ostacola gli sforzi internazionali per fermare l’aggressione e aumenta la sofferenza del nostro popolo. La posizione americana è il via libera affinché l’occupazione commetta altri massacri”.
Il Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite, nel frattempo, ha annunciato “la sospensione delle consegne di aiuti alimentari vitali nel nord di Gaza, fino a quando le condizioni nell’enclave palestinese devastata dalla guerra non consentiranno distribuzioni sicure”, denunciando l’assalto ai propri camion da parte della popolazione ed evidenziando che “La decisione di sospendere le consegne nel nord della Striscia di Gaza non è stata presa alla leggera, poiché ciò significa che la situazione lì peggiorerà ulteriormente e che sempre più persone rischieranno di morire di fame”.
“Profondamente inquieto per il terribile costo umano del conflitto in Medio Oriente“,si è detto principe William, erede al trono britannico, esprimendosi a favore di “un cessate il fuoco al più presto possibile nella Striscia di Gaza” e affermando che “troppe persone sono state uccise finora” e che “è necessario aumentare l’aiuto umanitario alla popolazione civile palestinese della Striscia, come pure ottenere il rilascio degli ostaggi israeliani”
Quanto alla situazione nel Mar Rosso, il comando centrale dell’esercito americano ha riferito di “aver effettuato cinque attacchi aerei contro attrezzature militari Houthi, prendendo di mira missili da crociera mobili antinave, una nave drone che trasportava esplosivi e una “nave sottomarina senza equipaggio”.
I ribelli Houthi dello Yemen, quindi, hanno fatto sapere di “aver designato ufficialmente gli Stati Uniti e il Regno Unito come Paesi nemici per il loro sostegno a Israele” e il presidente, Mahdi Al-Mashat ,ha ratificato una legge che stabilisce che “tratterà con entrambi gli Stati occidentali secondo il principio del confronto”.
Infine, dopo le dichiarazioni del presidente Luiz Inácio Lula da Silva, che ha paragonato “la campagna militare israeliana a Gaza ,intrapresa dopo gli attacchi di Hamas dello scorso 7 ottobre , all’azione di Adolf Hitler e all’Olocausto” e, dopo la replica di Israele che ha indicato il Presidente Lula come “persona non gradita in Israele”, il ministro degli Esteri del Brasile, Mauro Vieira, ha convocato per consultazioni l’ambasciatore israeliano a Brasilia, Daniel Zonshine, per via della “gravità delle dichiarazioni del governo israeliano”.
Fonti, citate da Times of Israel, hanno poi riferito che il Brasile non intende ritrattare il commento del presidente Lula.
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