di Federica Marengo venerdì 16 febbraio 2024
-Nella 133° giornata di guerra in Medio Oriente, mentre, in attesa dell’azione di terra a Rafah, l’esercito di Israele ha proseguito la sua operazione presso l’Ospedale Nasser di Khan Yunis, a sud della Striscia di Gaza, ritenuto una base militare di Hamas, rendendo noto l’arresto di oltre 20 terroristi e ha lanciato nuovi raid su Rafah e Jabalia ,che hanno causato almeno 8 morti, nonché sul Libano, dove le forze di Tel Aviv hanno colpito un complesso di Hezbollah e ucciso dei terroristi , il Presidente USA Biden ha avuto un colloquio telefonico con il Premier Netanyhau nel quale ha ribadito la contrarietà degli Stati Uniti a un attacco a Rafah “senza tutele per i civili palestinesi” e la necessità di un “cessate il fuoco temporaneo”.
Il premier israeliano Netanyhau ,quindi, ha replicato: “Respingiamo i diktat su Stato palestinese”, seguito dal ministro del gabinetto di guerra israeliano , Gantz, che ha avvertito: “O i nostri ostaggi torneranno o espanderemo l’operazione a Rafah. Non ci sarà un solo giorno di cessate il fuoco fino a che i nostri ostaggi non saranno tornati a casa. Anche con l’approssimarsi del mese di Ramadan la battaglia può continuare. Agiremo in dialogo con i nostri partner, Egitto incluso. Indirizzeremo la popolazione verso le aree protette”.
A Bruxelles, l’Alto Rappresentante per la Politica Estera Ue Josep Borrell, ha dichiarato: “L’Ue è molto preoccupata per i piani del governo israeliano relativi a una possibile operazione di terra a Rafah, dove oltre un milione di palestinesi si sta attualmente riparando dai combattimenti. L’Ue riconosce il diritto di Israele a difendersi in linea con il diritto internazionale e il diritto umanitario internazionale e chiede al governo israeliano di non intraprendere un’azione militare a Rafah che peggiorerebbe una situazione umanitaria già catastrofica e impedirebbe la fornitura di servizi di base e di assistenza umanitaria necessari”.
Per l’Italia, il Vicepremier e ministro degli Esteri, Tajani, ha evidenziato: “Vogliamo che ci sia un cessate il fuoco” nella striscia di Gaza e “vogliamo l’immediata liberazione di tutti gli ostaggi e che Israele non superi la soglia della proporzionalità, quindi anche come nell’attacco a Rafah, come chiede tutta la comunità internazionale, bisogna assolutamente impedire una carneficina della popolazione civile”.
Nel frattempo, secondo i media statunitensi, l’Egitto starebbe costruendo un”mega recinto” chiuso da alte mura nel deserto del Sinai, vicino al confine, nel caso in cui dovesse verificarsi un esodo degli sfollati palestinesi.
Tuttavia, dalla Russia, l’inviato speciale per il Medio Oriente, Mikhail Bogdanov,,ha reso noto che la Russia ha invitato 14 fazioni palestinesi, tra cui Hamas e la JIhad islamica, a prendere parte a una conferenza intra-palestinese che si terrà a Mosca dal 20 febbraio al 2 marzo.
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